Solenne Messa agatina per le Forze Armate e le Associazioni d’Arma celebrata nel Duomo di Catania

Nell’ambito delle festività per la Santa patrona della città etnea, il Vescovo Gristina, ha inteso coinvolgere quanti rappresentano le tradizioni e la difesa della Patria

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In occasione delle celebrazioni agatine 2018 si è svolta, la mattina del 31 gennaio, nella basilica Cattedrale di Catania, la santa Messa in onore di Sant’agata, dedicata alle Forze Armate ed alle associazioni d’arma e combattentistiche, che hanno voluto essere presenti ai festeggiamenti liturgici in onore della Santa patrona della città etnea. La commemorazione fu particolarmente allietata dalla presenza dei piccoli alunni della scuola “Cesare Battisti” di Catania, che ha dato un segno di continuità patriottica all’evento, perché è ai più piccoli che dèvesi tramandare il testimone dell’amor patrio.

Presenti folte rappresentanze dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aeronautica, dei Vigili dei Fuoco, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Croce Rossa, della Capitaneria di Porto rappresentate dai massimi vertici; tra le associazioni d’Arma, gli aderenti all branca della Cavalleria, gli ex della Polizia, l’associazione Bersaglieri, l’associazione Aeronautica, una rappresentanza dell’Istituto del Nastro Azzurro, l’Associazione Nazionale del Fante (presente col Commissario per Catania Cav.Dott. Francesco Giordano); tra le Associazioni combattentistiche e di reduci, presente l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (alfiere La Torre, GdO Cav. Aversa e Dolci portabandiera); tra le associazioni di categoria, presente l’Associazione Nazionale Cavalieri della Repubblica col suo referente Prof.Giuseppe Adernò.

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La funzione è stata concelebrata dall’Arcivescovo Metropolita di Catania Monsignor Salvatore Gristina unitamente ai presbiteri del Duomo; la presenza preziosissima del Velo di Sant’Agata, reliquia plurimillenaria chiusa in una teca a forma di tubo trasparente, la quale documenta il sagrifizio e la verginità della fanciulla che non volle abdicare a’ propri principi morali, ha impreziosito l’evento rendendolo denso di antichi e nuovi significati. Quel velo infatti è presente nella storia della Catania cristiana e, come una vela (dal greco “grimpa”), ha guidato e protetto il popolo catanese da ogni pericolo: ultimo fatto storico, la lava che alla fine del XIX secolo si fermò davanti ad esso in quel di Nicolosi, ove il velo venne deposto dal Santo Arcivescovo etneo Dusmet, apostolo dei poveri e benedettino, che nel 1988 Giovanni Paolo II proclamò Beato della Chiesa.     

Monsignor Gristina nella omelia, ha tenuto a sottolineare come la funzione si sia svolta nel giorno commemorativo di San Giovanni Bosco, che “con Suon Maria Mazzarello fondò i Salesiani e le Suore di Maria Ausiliatrice, apostolo della gioventù e dei più bisognosi”; un ferreo piemontese che sin da subito mandò missionari in Sicilia, poiché le prime presenze salesiane in Catania sono a lui coeve: le spoglie mortali di Don Bosco qualche anno fa l’Istituto San Francesco di Sales di via teatro greco, ha salutato di presenza.    

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Con l’eccellente e sempre curata organizzazione del Comando Marittimo della Capitaneria di Porto di Catania (che si occupa del cerimoniale di tali eventi, in accordo con la Prefettura), la Messa fu allietata dai canti del coro polifonico della Associazione della Polizia, all’organo il Maestro Paolo Cipolla: in tal guisa, tutti i rappresentanti delle associazioni d’arma, reducistiche e combattentistiche, han reso omaggio ed onore (come è stato letto nella preghiera per l’Italia) ai militi che in ogni momento si adoprano per la Pace comune, ma soprattutto ai soldati, specie quelli senza nome e senza volto, che caddero immolando il loro sangue nei terribili conflitti del Novecento, per assicurare a figli e nipoti un avvenire prospero e libero. A loro, a quello che fu il Regio Esercito e poi i militari della Repubblica, alle Milizie territoriali nazionali che difesero i sacri confini della Patria nel primo come nel secondo conflitto mondiale, è volato il pensiero di chi li rappresentava, nella certezza che il loro sagrifizio non fu vano, ove il ricordo e la dignità se ne perpetui nella memoria, nel tramandarne i valori.

                                                                                                     

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