Che sia “derby” o meno, si tiri fuori l’orgoglio

Contro il Siracusa il Catania si gioca tutto. Che sia derby sentito o meno, serve l’orgoglio proprio di una squadra ferita, nonostante un “Massimino” che si preannuncia semi-vuoto.

calciocatania.it
calciocatania.it

Orgoglio e basta. In vista della gara di domenica contro il Siracusa, potrebbero scattare tutti i filosofeggiamenti del caso. “E’ derby”, “No, l’unico derby è quello contro il Palermo”, eccetera eccetera. Sono tutte argomentazioni che lasciano il tempo che trovano e che al momento, sinceramente, risultano anche un po’ fini a se stesse. Perché che sia “derby” o meno, gli etnei dovranno cacciare fuori l’orgoglio, fattore mostrato saltuariamente in stagione e quasi mai nel girone di ritorno. Squadra in ritiro, decisione frutto di un periodo che definire deprimente sul piano del gioco e dei risultati è un enorme eufemismo. Se vivere questi giorni costantemente insieme, “sotto lo stesso tetto”, a Torre del Grifo, avrà fatto bene alla squadra lo dirà solo il campo. Ciò che è certo è che l’unica medicina per curare il “malato Catania” è la vittoria. E non una vittoria qualsiasi, ma quella che arriva dando fondo a risorse che sembrano dimenticate. L’orgoglio, la grinta, la rabbia. Tutti fattori che, al crepuscolo di questa stagione, sembrano sopiti in modo quasi irreversibile.

Dentro o fuori. E’ una dicotomia utilizzata a più riprese nel corso degli ultimi quattro anni alle falde dell’Etna ed anche la stagione corrente non è stata da meno. Ma domenica questo ipotetico bivio prenderà corpo e diventerà quantomai concreto. Nonostante un andamento nel nuovo anno più che claudicante, la possibilità di raddrizzare un’annata che pende pericolosamente c’è ancora. Paradossalmente, il Catania resta ancora in corsa per l’obiettivo playoff, non più da quinta o sesta “testa di serie” del girone C certo, ma almeno come partecipante. Considerato che, come detto a più riprese da tutti, gli spareggi promozione sono un vero e proprio nuovo campionato, la posizione finale conta fino ad un certo punto. Ma per centrare questo traguardo, la truppa di Pulvirenti non può fare altro che vincere, al “Massmino” contro gli aretusei e sette giorni più tardi a Caserta. Niente calcoli, quelli si faranno dopo. Il Catania ha l’obbligo di fare il proprio dovere e, proseguendo per gradi, la sfida contro la formazione di Sottil è già uno spartiacque.

A poco importa se il “Massimino” sarà semi-vuoto. O meglio, importa eccome, è la cartina di tornasole di una frattura profonda, di uno scoramento generale. Non c’è cosa peggiore di non avere aspettative riguardo una sfida così importante che la propria squadra si appresta ad affrontare. Deve essere questo il pensiero comune in seno alla tifoseria etnea. Quando alla rabbia si sostituisce la delusione, l’amarezza, il disinteresse, si tocca il punto più basso. A causare questo rapido mutamento di sentimenti sono stati i risultati. A poter cambiare quest’inerzia possono essere solo i risultati. Niente di più, niente di meno. E allora i motivi per cui il Catania deve vincere domenica aumentano di numero giorno dopo giorno, ora dopo ora. Che non si pensi che il Siracusa venga al “Massimino” in gita, solo perché sicuro della partecipazione ai playoff. Sarà battaglia, vera e cruda. A vincere sarà chi farà valere il proprio orgoglio, la propria voglia di mostrarsi squadra. 

Orgoglio, parola ripetuta, chiave, fondamentale. In un periodo di completa anarchia mentale e tattica, di totale confusione, l’unica arma su cui puntare è il sentimento, la voglia di non etichettare questa stagione come fallimentare, ancora una volta. E’ un termine scomodo “fallimento”, ma, allo stato attuale delle cose, quantomai veritiero. Orgoglio, voglia, vita. Il Catania deve dare tangibile segnale di possedere tutte e tre le cose.

a Cognita Design production
Torna in alto