Shoah, 69 anni fa la deportazione degli ebrei di Roma

Catturate oltre 1000 persone, vennero deportate e uccise nei campi di concentarmento

ROMA – Avvenne esattamente 69 anni fa il rastrellamento degli ebrei dal ghetto di Roma e da altre zone della Capitale da parte delle truppe di occupazione naziste. La deportazione e lo sterminio iniziarono dopo il settembre 1943 quando, in seguito al crollo del regime fascista e all’armistizio, i Tedeschi occuparono l’Italia settentrionale. Le autorità della Repubblica sociale italiana collaborarono alla deportazione. Uno dei primi episodi fu proprio il rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, nel corso del quale furono catturate oltre 1000 persone. Il campo di Fossoli, in provincia di Modena, divenne il luogo di transito verso i campi dell’Europa orientale, in cui trovarono la morte circa 8000 Ebrei italiani. In Italia il regime fascista aveva in precedenza emanato, nel 1938, le leggi razziali che, tra l’altro, escludevano gli Ebrei dalle scuole, da molte professioni, dalla vita sociale.

Stasera alle ore 18.30 una marcia silenziosa organizzata dalla Comunità di S. Egidio si snoderà a ritroso da Piazza S. Maria in Trastevere lungo il percorso dei deportati di quel 16 ottobre 1943, La Manifestazione si concluderà alle ore 19.45 in Largo 16 ottobre 1943, accanto alla Sinagoga Prenderanno la parola: Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Renzo Gattegna, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Marco Impagliazzo, Presidente Comunità di Sant’Egidio Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma, Mario Monti, Presidente Consiglio dei Ministri. Il Presidente Mario Monti dalle ore 18,30 alle 19,45 si recherà in visita ufficiale alla Comunità Ebraica di Roma e alla Sinagoga.

Quel 16 ottobre alle 5,30 del mattino, un folto numero di SS, circondò il ghetto piombando nelle abitazioni degli ebrei, cacciandoli poi a forza nei camion. Anche negli altri quartieri di Roma le operazioni iniziarono verso le 9,30. Tutto si concluse intorno alle 14. Gli arrestati furono in totale 1.268. I prigionieri furono inizialmente trasferiti nella Scuola Militare di via della Lungara dove trascorsero due giorni tra paura, speranze, illusioni.

Un testimone diretto, allora bambino, Bruno Rusticali, di padre ariano» ma di madre ebrea così ricordò quei drammatici avvenimenti. ½Due SS – raccontò al Corriere della Sera  – piombarono nel nostro appartamento di piazza Vittorio mentre eravamo soli, noi tre fratelli. Caricati su un camion e raggiunti fortunosamente e fortunatamente da nostro padre venimmo scaricati alla Scuola Militare. Lì, con altri bambini, giocammo nel cortile. Verso sera un ufficiale delle SS ordinò a tutti di allinearsi al muro, secondo tre gruppi: ebrei, misti, “ariani”. Al controllo, mio padre mostrò il suo documento comunicando all’ ufficiale che noi eravamo suoi figli ovviamente senza documenti. Il militare, sospettoso, si avvicinò a noi e con la mano, alzandoci il mento, ci scrutò attentamente il viso e la capigliatura (per nostra fortuna eravamo tutti e tre biondi); convinto, esclamò: andate via. Così scampammo alla morte».

Alla fine dei controlli vennero liberati 252 degli arrestati; ne rimasero 1016. La mattina del 18 ottobre, chiusi tutti in vagoni piombati, dalla stazione Tiburtina vennero deportati ad Auschwitz. Giunti a destinazione, scelti per il lavoro 149 uomini e 47 donne, gli altri furono uccisi nelle camere a gas. Terminata la guerra tornarono solamente 15 uomini e una donna. (Fonte: TMNews)

a Cognita Design production
Torna in alto