Sant’Agata in festa: chiese e musei aperti per celebrare la vita e il coraggio della Santa

Sant’Agata in festa: chiese e musei aperti per celebrare la vita e il coraggio della Santa, una tra le feste religiose cattoliche più seguite nel mondo. La chiesa di San Martino ai Bianchi ospita la collettiva di fotografia “Un cero per Sant’Agata”

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In tutte le strade principali del centro storico di Catania vengono approntate decorazioni artistiche che danno una particolare luce di festa alla città. Una festa composta da un mix di fede, devozione, folklore e tradizione, tipico dell’Isola, terza festa religiosa cattolica più importante al mondo, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la festa del Corpus Domini di Guzco in Perù.

Eventi, mostre, visite guidate, concerti, spettacoli e la doppia festa a Catania: Sant’Agata e La notte bianca dei musei; tanti appuntamenti in occasione delle celebrazioni agatine.

Le chiese si aprono al culto e al’accoglienza dei fedeli fino a notte tarda. La chiesa di San Martino ai Bianchi ospita la prima collettiva di fotografia “Un Cero per Sant’Agata” organizzata dall’associazione Art’è Fotografia che da anni promuove corsi e attività legati al mondo della fotografia.

La mostra ha messo in evidenza la grande sensibilità degli autori nel cogliere gli aspetti più significativi della Festa dedicata alla Patrona di Catania. In questi giorni oltre 3000 persone e devoti di Sant’Agata hanno ammirato le due sessioni della mostra, il bianco e nero e il colore.

La Presidente dell’associazione Art’è Fotografia, Antonella Cunsolo con lo staff del comitato direttivo, tra cui Maria Sipala, Gabriele Strazzeri, Fabio Denaro, Arcangelo Ruffino, hanno realizzato l’evento con il supporto del governatore della Confraternita dei Bianchi, il barone Raffaele Zappalà Asmundo e l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Barbara Mirabella e di tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa, risultato positivo, senza dubbio da riproporre per il prossimo anno con gli scatti che in questi giorni molti fotografi hanno prodotto.

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Storia della chiesa di San Martino

L’edificio sacro è gestito dall’ordine dei Cavalieri Bianchi di Seborga, antico ordine cavalleresco del sacro Principato Abbaziale di Seborga – confraternita cavalleresca istituita da Giorgio I.

I cavalieri bianchi infatti sono legati nei secoli al Principato che anticamente soggiaceva per diritto feudale all’abate di Lérins, dell’isola di Saint-Honorat. Cavalieri originati dalla Paupera Militia Christi per la difesa del Grande Segreto. Il comune di Seborga è un paese di 297 abitanti in provincia di Imperia (Liguria).

Un’associazione laica, che ha tra i suoi scopi sociali, quello di “onorare e sostenere e diffondere la devozione, la carità, la solidarietà” e da loro che prende il nome la chiesa, a cui venne data in gestione sin da subito.

Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita su progetto di Stefano Ittar nel 1770 in stile barocco. La facciata presenta curve convesse ai lati e concave al centro è preceduta da una cancellata in ferro. L’architettura è splendidamente riconoscibile per via di quell’andamento curvilineo che era un poi la firma degli architetti che qui hanno lavorato.

Tratto distintivo della chiesa dell’Immacolata ai Minoritelli o chiesa della Purità, si notano le curve orientate verso l’esterno, un modo per rappresentare la femminilità della Madonna a cui erano dedicate. Le curve della chiesa di San Martino invece, vanno nel verso opposto “era importante marcare la differenza, d’altronde era dedicata a un santo maschile. Ricorda molto l’architettura palermitana coeva”.

Per quanto poco nota, quindi, la chiesa di San Martino sarebbe “un gioiello dello stile catanese”. Tanto per gli esterni, quanto per gli interni, che conservano i ritratti dei priori dell’Ordine dei Cavalieri Bianchi.

 

 

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