Sant’Agata: al devoto spaziale Luca Parmitano la “Candelora d’oro”

L’astronauta poeta torna in Italia e racconta lo Spazio

Videocollegamento dal Centro Nasa di Huston. Bianco: “Lei ha portato la Sicilia nel mondo”

 

Cerimonia emozionante nell’atrio del Municipio, alla presenza dei genitori del maggiore dell’Aeronautica e delle autorità civili, religiose e militari, per l’assegnazione della Candelora d’oro, riconoscimento giunto alla sua diciassettesima edizione. Picchetto d’onore schierato alle 19,55 e un nuovo rullo di tamburi per l’ingresso dell’Arcivescovo Salvatore Gristina e del Sindaco.La via Etnea, la piazza Università e la piazza Duomo erano gremite da una folla di cittadini, dove sono stati montati due maxischermi sui quali scorrevano le immagini salienti della festa dell’anno scorso e in diretta per trasmettere il collegamento audio-video da Huston, nel Texas con Luca Parmitano, maggiore dell’aeronautica militare nonché dell’Agenzia Spaziale Europeapilota collaudatore-sperimentatore e ingegnere di volo, medaglia d’argento al valore aeronautico che ha risposto con parole commosse alla lettura della motivazione e consegna da parte del Sindaco Enzo Bianco, la massima onorificenza catanese a Luca Parmitano, primo astronauta italiano a svolgere attività extraveicolari durante una missione spaziale, ma soprattutto ambasciatore della Sicilia nel mondo.Non abbiamo dubbi: il catanese dell’anno è Luca Parmitano con quel sorriso-bambino contagioso, un tipo dalla pelle dura, sopravvissuto anche a uno spaventoso incidente aereo grazie al sangue freddo e all’addestramento dell’Aeronautica militare.

 

L’astronauta ha appassionato tutti durante la sua lunga missione a bordo della stazione spaziale soprattutto con le foto che avevano, spesso, come soggetto l’Etna e altri simboli della Sicilia. È stato il primo italiano a passeggiare nello spazio e fra le curiosità non manca nemmeno un’immagine che lo ritrae con la maglia del Catania.

“Dallo spazio, dal Nord al Sud, non si vedono confini regionali e la costa è tutta illuminata” ha detto Luca al suo ritorno sullo Terra lo scorso novembre. Ma l’aspetto che lo ha colpito di piu’ e’ stata l’armonia. “Guardando l’Italia dallo spazio si percepisce molta armonia e questa armonia mi piacerebbe rivederla anche in un grande senso di responsabilita’ civile, mi piacerebbe viverla nel nostro Paese, in un’Italia senza divisioni”.

 

Parmitano, di Paternò, 37 anni, sposato con l’americana Kathy, due figlie, Maia e Sara, di 3 e 7 anni, ha già comunque conquistato un primato: non solo per quella prima camminata tricolore nello spazio, non solo per aver salvato la pelle dopo l’avaria alla tuta nella seconda passeggiata (sicuro che ci faranno un film: Houston, abbiamo un altro problema), ma per aver reso immensamente popolare e di facile lettura la vita e le missioni degli astronauti che costano un sacco di soldi ma che permettono all’uomo di procedere a grandi salti sulla scala dell’evoluzione.Si era rammaricato di non essere un poeta per trovare le parole adatte a raccontare quello che stava vedendo, quello che stava sentendo nel cuore, i brividi con la sua descrizione delle “nubi luminescenti notturne della mesosfera”.

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“la scoperta del viaggio di Parmitano è stata poetica ed estetica: la bellezza delle immagini e la commozione che le accompagna mostrano che la molla principale dell’uomo non è l’utile, ma l’inutile, il desiderio religioso e poetico di stupirsi, “per seguire virtute e conoscenza”. La parola stessa desiderio deriva dalle stelle (de-sidera). Del resto il primo italiano a esplorare l’Infinito si chiamava Giacomo Leopardi”.

 

 

 “In Astro_Luca – ha detto Bianco, citando il nome con cui è noto su Twitter – troviamo tutte le doti dei Siciliani migliori, a cominciare dal gusto di superare sempre nuove sfide e di saper guardare al futuro con ottimismo, dimostrando di saper rimanere profondamente Siciliano non soltanto in altri Paesi del mondo, ma persino nello Spazio. Le sue immagini fotografiche hanno posto all’attenzione del mondo la bellezza della Sicilia e dell’Etna”.

“Sono emozionatissimo – ha detto Parmitano, ringraziando il Sindaco e salutando i genitori e i parenti, presenti alla cerimonia – e felice di questo contatto con quella che sento da sempre come la mia città, cioè Catania. Voglio condividere questo riconoscimento con tutti i miei concittadini, con tutti i Catanesi che vivono a Catania ma soprattutto, consentitemelo, con i Catanesi che vivono all’estero. Ce ne sono moltissimi che fanno ovunque un lavoro straordinario, che ovunque vanno si fanno riconoscere per l’impegno, per la generosità, la devozione a quello che fanno. Grazie a Catania per questo riconoscimento“.Protagonista indiscusso l’anno scorso della missione spaziale italiana “Volare”, dal 28 maggio all’11 novembre è andato a  spasso nell’universo vivendo per 166 giorni in assenza di gravità e rischiando anche la vita in un’attività extraveicolare.

 Nonostante non si trovi più in orbita, ma sulla terra negli Stati Unti di America e precisamente ad Huston, porta con sé sempre il giorno della festa, lui che ha vissuto all’ombra del vulcano da quando ha frequentato la scuola materna fino  al IV anno del liceo scientifico “Galileo Galilei” e ha ribadito “onorato di ricever il premio che considero prestigioso. Sono molto affezionato a Sant’Agata, quando ero bambino i miei mi portarono a vedere i fuochi”.Tuttavia, senza grandi preoccupazioni, ho accettato, ritenendo un privilegio il fatto che me l’avessero chiesto – un astronauta non è  un autore, ma è importante uscire dal nostro angolino confortevole per confrontarci con realtà che non conosciamo.Mi ritrovo a guardare fuori dal mio oblò: ogni volta ripeto che controllo l’assetto della navetta – ma le nuvole, che si confondono con le nevi dei ghiacciai che indovino fra i picchi che scorrono sotto di me, catturano la mia mente, folgorandola con la stessa intensità di quando, sei mesi fa, i miei occhi si ubriacarono dello stesso contrasto tra bianco e azzurro.

Al termine della cerimonia, resa solenne anche dalla presenza degli Sbandieratori di Motta e dei Vigili urbani e dei Commessi in alta uniforme, il Sindaco, con l’arcivescovo di Catania monsignor Salvatore Gristina, che ha proceduto alla rituale accensione della lampada votiva in onore della Patrona, che resterà accesa per tutta la durata dei festeggiamenti agatini. Subito dopo il Sindaco e le altre autorità hanno assistito alla deposizione, da parte di un Vigile del fuoco su una scala antincendio, di una corona di fiori sulla statua di Sant’Agata del prospetto della Cattedrale.

 

“Devoti nel solco della fede”

Il messaggio dell’Arcivescovo è stato un  invito a riflettere sul legame sempre forte che ha unito i catanesi alla loro Patrona: “Ma non devoti per conto proprio o semplici spettatori. Da qui l’impegno a rendere la nostra città sempre più pulita, laboriosa, aperta al dialogo rispettoso ed accogliente. Ecco il nostro coraggio a fuggire la tentazione del malaffare e della criminalità”.

La Festa di Sant’Agata ha continuato con l’uscita della Carrozza del Senato, e la sera il concerto dei cantanti lirici e i giochi pirotecnici in piazza Duomo che saranno diffusi anche sui maxischermi predisposti dall’Amministrazione sia davanti al Palazzo dei Chierici, sia in piazza Università.

Quest’anno c’è stata grande attesa per i fuochi della Sira ‘o tri. Alfredo Vaccalluzzo, che ha curato l’evento con alcune innovazioni nello “spettacolo piromusicale interamente dedicato a Catania e ai suoi simboli”. A cominciare dai colori: il rosso e l’azzurro della città e il bianco della vergine Agata.

La facciata della Cattedrale e il barocco catanese Patrimonio dell’Umanità sono stati illuminati da proiezioni, laser e 

ovviamente fuochi d’artificio, a ritmo di musiche che si sono conclusi con un brano belliniano.

E il 4 febbraio, alle 5 del mattino, tutti in Cattedrale per l’emozionante Messa dell’Aurora, che sarà anche questa diffusa sui maxi schermi.

 

Le iniziative culturali programmate dal Comune

Le festività agatine 2014 si ampliano attraverso mostre ospitate al Castello Ursino con un pregiato dipinto raffigurante Sant’Agata, risalente alla metà del Settecento della scuola pittorica del Vasta, concesso da Don Angelo Pietro Lello, parroco della parrocchia S.M. della Guardia in Borrello (Belpasso); inoltre sono stati esposti altri dipinti riferimenti alla Santa. Nel Palazzo della Cultura, ex convento di S. Placido, in mostra la devozione di Sant’Agata, omaggio alla Santa: i luoghi agatini. Continua con la  mostra di opere ed artefatti dei docenti e degli studenti sulla devozione di sant’Agata e una mostra fotografica “iEtna” di Turi Gageggi

 

 

 

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