Roberto Colonnelli: il poeta che firma le emozioni di un attimo

Roberto Colonnelli è nato ad Acquapendente in provincia di Viterbo il 23 marzo 1964. Vive nell’alta Tuscia Laziale, scrive per fermare le emozioni di un attimo.

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Così le sue poesie sono uno sguardo, una fotografia contemplativa sulla vita e sulle sue manifestazioni concrete, colte dall’anima durante il suo viaggio esistenziale, oltrepassando la caducità della vita, dell’esistenza vissuta e arrivano a togliere quel velo di tristezza riconoscendo al sentimento dell’Amore e alla solidarietà umana quei significati in cui credere e lottare, senza tralasciare l’ovvio e trascurando i timori. Tra le altre attività spicca come attore amatoriale nella compagnia Retropalco di Acquapendente. Scrive su Facebook, Instagram, e sul sito web ttp://robertocolonnelli.altervista.org/

Dell’autore:

Personale

-PONTI DI PAROLE Intermedia Edizioni 2018

-DESTINO ALL’OSTERIA (romanzo teatrale) 2017

-OGNI STELLA HA IL SUO PERCCHE’ (raccolta di Natale) Vitale Edizioni 2016

-OLTRE L’OMBRA DEL VENTO Intermedia Edizioni 2015

-ELIKONA Rupemutevole edizioni 2013.

e presente inoltre su varie raccolte poetiche e narrative

Roberto, come sei diventato poeta?

“Un po’ come tutti mi sono avvicinato alla poesia da piccolo, a scuola; ero affascinato dal mondo dell’arte, scrivere, disegnare, dipingere, la musica, poi crescendo mi è rimasta la cosa più semplice per me: scrivere poesie, ma mi ripropongo spesso di riprendere quanto meno a dipingere. Scrivere è la mia esigenza, che ha stuzzicato in me la curiosità di andare a vedere come gli altri scrivessero, e per altri intendo i poeti “veri”. Ho capito così che era un genere che non mi aiutava solo ad esprimermi, ma che mi piaceva anche leggere: Neruda, Merini, Pasolini, Bukowski, Baudelaire, non ero appassionato ma mi provocavano emozioni che sentivo dentro, spesso nascoste anche a me stesso.  Sono affascinato dalla parola ironica e divertente, più che della parola saporita e ricercata, scrivere in modo semplice è sorprendente.”

Qual è lo stato di salute della poesia oggi?

“Dipende dal punto di vista da cui la si guarda. Dalla mia personale esperienza è come due fiumi che sfociano nello stesso mare. Il primo è grande, impetuoso e veloce, scorre sul web e ha un pubblico enorme, perfino la poesia viene letta, commentata, è fonte di introspezione, è fatta propria e condivisa. Vanno forti gli Instanpoets, dove anche per un piccolo poeta come me, con una pagina Facebook di circa 35000 follower, passano e si soffermano a leggere un post tra i 30.000 ai 50.000 contatti a settimana. Il secondo fiume, invece, è quasi un ruscello con mille curve che lento passa librerie e vendite online, è il mercato, quello degli autori e della produzione letteraria, che offre per la stragrande maggioranza solo la soddisfazione di aver pubblicato un libro, dove il mercato della poesia è sostanzialmente fermo ad eccezione fatta di qualche grande autore. In quattro parole “la poesia non vende”.

Cos’è per te scrivere poesie?

“Ad un certo punto della vita ho sentito la necessità di scrivere in versi le mie emozioni e da quel momento in poi non ho più smesso di farlo. Credo che la poesia sia arrivata nella mia vita per un

motivo ben preciso, sicuramente per farmi capire quanto sono importanti le parole e soprattutto quanto è importante imparare ad ascoltare se stessi.

Se ci penso ancora oggi non ho ben chiaro cosa mi abbia spinto in questo mondo, so solo che scrivere mi fa stare bene ed entro in una dimensione dove trovo tutto ciò di cui ho bisogno.

Scrivo quello che provo e sento, vedo e immagino cose reali di questo mondo dove ognuno a modo suo può trovare qualcosa di sé, perché tutti siamo di questo mondo.

Le emozioni sono diverse, cambiano a seconda del momento in cui si scrive; ogni volta che scrivo è come entrare in una stanza nuova dove cambiano i mobili, le pareti, le finestre, i colori, e da lì, da quel preciso momento, inizio a scrivere, magari con lo sguardo alla finestra, ma le parole cambiano a seconda che la finestra sia grande o piccola, se è una stanza buia, se è una camera da letto, se ha o meno il soffitto, e  da lì inizio a raccontare, diciamo che è molto importante ciò che avviene intorno a me, ciò che vedo e sento. È un’esigenza, un bisogno di poter esprimere ciò che si vive, è un modo per riuscire a svuotarmi del troppo che mi attanaglia e mi tengo dentro, è uno sfogo necessario.”

Può cambiare l’umore delle persone?

“La bellezza è un valore che può dare energia alla vita e l’incontro con la poesia sprigiona la bellezza nella sua forma più alta di rigenerante vitalità, è emozione pura che, erompendo dall’anima del poeta, arriva a quella del lettore, generando a sua volta nuove emozioni. Questa magica alchimia viaggia sui binari delle parole, strumenti potentissimi che possono unire e dividere, costruire e distruggere.

Una stessa lirica rivive, si trasforma e si plasma ogni volta che approda nell’interiorità di chi la fa propria. Questo è il prodigio dell’arte.”

Può far vedere loro cose che prima non vedevano?

“La poesia è una chiave per aprire la porta a quella parte emotiva di ciò che abbiamo vissuto, di ciò che teniamo dentro e di ciò che esterniamo fuori, che rappresenta la gran parte di quello che effettivamente siamo. Sblocca un mondo da valicare quando riusciamo a trovare le parole giuste che sappiamo di avere dentro te ma non ricordavamo dove le avevamo nascoste, in uno scontro con noi stessi. Questo è lo strano mestiere del poeta, che in un certo senso mi affascina e nell’altro mi inquieta.

Le storie non raccontate non esistono. Quanti amori, quanti Addii, quanti sorrisi, quanti dolori, quanti passano e qualcuno resta, quanti soffrono, quanti si lasciano, quanti si trovano.

Eppure se non c’è qualcuno che raccoglie queste storie e le scrive su un foglio, su un libro, in una foto o ne lascia traccia in una poesia, se nessuno ne ferma l’attimo, è come se poi i fatti non fossero

mai esistiti, avvenuti, e forse è questa l’idea: che una piccola descrizione della cosa vista, di una cosa successa, sentita, si possa lasciare un seme nel terreno alla memoria. Forse è per questo che io scrivo poesie.”

Può eccitare, immalinconire, divertire, innamorare, far pensare, spaventare?

“Un libro di poesia, se sei fortunato, è un incantesimo, è un posto magico. Ogni pagina è un trucco, un numero di magia; come un trucco che riesce ti lascia senza fiato, così la poesia che si riesce a sentire sembra un incantesimo, ha uno strano effetto, può spostare le cose con i suoi versi, può cambiare l’umore delle persone, può far vedere loro cose che prima non vedevano, può vocare, suggerire sensazioni, impressioni ed emozioni, innamorare, pensare, spaventare mediante un’intima unione che si instaura tra lo scritto e il lettore. Io stesso una volta con una poesia ho fatto sciogliere un gelato all’equatore, o era il polo nord?”

La poesia è come la musica?

“La poesia molto probabilmente è la prima forma d’arte di tutte le altre e c’è chi dice che leggere poesie abbia un effetto benefico sulla mente molto simile a quello della musica.  La poesia possiamo considerala la musica delle parole, e la musica a sua volta è la poesia dei suoni.”

È una canzone di altre forme d’arte?

“Una poesia, specialmente per chi scrive seguendo una certa forma metrica, può essere una canzone. Molti sono stati i cantanti che hanno cercato di interpretare al meglio la fusione tra musica e poesia, citando grandi nomi, Jim Morrison, Luigi Tenco, Fabrizio De André, Leonard Cohen e tanti altri. Leggere una poesia e ascoltare un sottofondo adeguato di musica si fondono arricchendosi, rendendosi reciprocamente migliori.”

Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?

“Con la nazionale Italiana di calcio poeti, stiamo facendo un esperimento unico per avvicinare alla poesia fasce di pubblico inimmaginabili. Stiamo entrando per prima cosa nei campi di calcio, nelle manifestazioni a scopo benefico, nelle scuole, nelle manifestazioni podistiche, reading poetici e cerchiamo di dimostrare con la nostra stessa presenza che si tratta di un’arte che non appartiene solo al passato, ma è presente ed opera anche nel presente. Abbiamo festeggiato in questi giorni un anno di attività cercando poeti non solo bravi nelle emozioni; prendo in prestito le parole di un componente della nazionale “coniugare sport e poesia, sport e cultura, un’idea che poteva sembrare bizzarra, goliardica, ma che invece si è rivelata subito azzeccata. Ci siamo accorti che fin dalla prima partita, è diventato lo strumento più valido per portare la poesia dove ce n’è poca o per niente”. Così abbiamo portato la lettura di poesia anche in luoghi non deputati, come ospedali, carceri ecc., senza per questo banalizzarla in un mero impegno sociale. Portarla in giro, far capire che la poesia è una forma d’arte come la musica. Penso che, chi più chi meno, tutti abbiate scritto due righe di una poesia almeno una volta quando siete stati innamorati, sempre che siete stati innamorati. Magari la poesia non l’avete mai tirata fuori dal cassetto, oppure per paura di essere scoperti l’avete nascosta e poi strappata o meglio bruciata, ma la poesia è sicura, da usare, condividere. Vi confido un segreto, ma che resti tra di noi, “con la poesia si rimedia un sacco.”

In futuro si leggerà più o meno poesie?

“Confido nel fatto che si leggerà tutti di più che sia narrativa o poesia. Perché leggere è davvero uno dei piaceri più belli della vita, viaggi da fermo, viaggi alla velocità dell’amore. È ciò che ho sempre detto ai miei figli “leggere non è dimostrare la propria cultura agli altri, ma possedere le chiavi della propria libertà.”

Roberto, cosa fai al tuo risveglio?

“La mattina mi lavo i denti, mi metto un buon profumo, mi guardo allo specchio con un sorriso, e qualsiasi aspetto ho sono bellissimo perché sono io. Non penso a quello che mi aspetta nella giornata perché tanto non cambierà le cose, ma solo quando le farò potrò superarle, farò cose che non immaginavo di fare. La mattina non inseguo le grandi cose, ma mi bastano delle piccole gioie: l’odore del caffè, la voce del cuore che mi sussurra buongiorno amore, il gruntmmmm di mio figlio che tradotto significa “che sonno, posso tornare a letto invece di andare a scuola?”, un sorriso e un bacio sulla porta prima di uscire.

La mattina può passare inavvertita se stai già pensando con monotonia alle cose che devi affrontare, puoi perderti tutte queste piccole gioie se non dai importanza a tutto quello che la vita ti mette di fronte. Ci sono due modi di svegliarsi la mattina: uno è pensare che è solo un’altra mattina, il secondo è pensare che è la mattina.”

Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?

Charlie Chaplin:

Vivi con passione,

battiti con persuasione

Vinci osando

non aspettando

Perdi con classe

non gli altri incolpando

Il mondo appartiene

a chi osa la vita

a chi ha passione

Vivere è una parola

troppo bella

per essere insignificante

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