Presentata giovedì la “Sarabanda di Fiabe”

Conferenza stampa di presentazione  della XIII edizione della rassegna; Le fiabe arricchiscono la vita del bambino e le danno un carattere magico Teatro Vittorio Emanuele di Messina 2

Giovedì alle ore 11 si è tenuta, presso la Sala Sinopoli, la conferenza stampa di presentazione della rassegna “Sarabanda di fiabe” alla presenza del Presidente Luciano Fiorino, del Direttore artistico della sezione Prosa, Simona Celi e del regista Gianni Fortunato Pisani.

Nel presentare il calendario degli incontri ci si è soffermati sulla valenza culturale del linguaggio contrapposta alla visione digitale del mondo odierno. Gianni Fortunato, che da anni investe idee ed energie in questo progetto, sottolinea non solo il valore pedagogico ma anche il senso di aggregazione che lega genitori e figli a ritrovarsi insieme in teatro con il medesimo coinvolgimento. Un progetto che il Teatro di Messina sostiene con continuità nell’idea che, non solo questo sia destinato alla formazione di un giovane pubblico ma nella visione che il Teatro sia mezzo primario per la circolazione delle idee, per l’educazione alla cultura, alla parola, a sentirsi parte di un meccanismo che non prevede diversità sociali, fisiche o ideologiche ma che è strumento primario in cui una civiltà si riconosce e cresce insieme. Un progetto fondamentale e primario per un Ente attentissimo al valore sociale ed inclusivo del Teatro.

“L’importanza delle fiabe” di Gianni Fortunato Pisani

Se speriamo di vivere non semplicemente di momento in momento ma realmente coscienti della nostra esistenza, la necessità più forte e l’impresa più difficile per noi consistono nel trovare un significato alla nostra vita.

Oggi, come in passato, il compito più importante e anche il più difficile che si pone a chi alleva un bambino è quello di aiutarlo a trovare un significato alla vita.

La fiaba, la favola, mentre intrattiene il bambino, gli permette di conoscersi, e favorisce lo sviluppo della sua personalità. Essa offre significato a livelli così diversi, e arricchisce l’esistenza del bambino in tanti modi diversi.

Il piacere che proviamo quando ci lasciamo coinvolgere da una fiaba, l’incanto che avvertiamo, proviene non dal significato psicologico di una storia (benché anch’esso abbia il suo peso ) ma dalle sue qualità letterarie: dalla fiaba come opera d’arte. La fiaba non potrebbe esercitare il suo impatto psicologico sul bambino se non fosse in primo luogo e soprattutto un’opera d’arte.

E come avviene con tutta la grande arte, il significato più profondo della fiaba è diverso per ciascuna persona, e diverso per la stessa persona in momenti differenti della sua vita.

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Le fiabe hanno un grande significato psicologico per bambini di tutte le età, sia femmine sia maschi, indipendentemente dall’età e dal sesso dell’eroe della storia. Dalle fiabe viene ricavato un ricco significato personale perché facilitano dei mutamenti in fatto d’identificazione man mano che il bambino si occupa di problemi diversi, uno alla volta.

Molti sono i modi, si diceva, di arricchimento. Per esempio, – il nostro retaggio culturale trova espressione nelle fiabe, e per loro tramite viene comunicato alla mente del bambino;

– le fiabe possono dare all’educazione morale del bambino un contributo impareggiabile;

– le fiabe abbondano anche di motivi religiosi (Le novelle delle Mille e una notte ne sono l’esempio più lampante, ma anche moltissime storie dei fratelli Grimm);

– le fiabe vanno infine solo ascoltate, lasciandosi incantare. Le interpretazioni degli adulti, per quanto corrette possano essere, privano il bambino della possibilità di avvertire una sensazione: quella di aver affrontato, da solo e con successo, dopo aver ascoltato la storia e meditato su di essa, una difficile situazione.

Noi cresciamo e troviamo significato nella vita e sicurezza in noi stessi perché abbiamo compreso e risolto dei problemi personali da soli, non perché altri ce li abbiano spiegati.

Le fiabe arricchiscono la vita del bambino e le danno un carattere magico perché egli non sa con esattezza come abbiano fatto queste storie a operare in lui la loro magia.

Leggere una storia non equivale a farsela raccontare, perché leggendola da solo il bambino può pensare che un estraneo – l’autore o il curatore del libro – racconti cose da non approvare.

Ma quando sono i suoi genitori o una persona fidata a raccontargli la storia, un bambino può essere sicuro che essi lo approvano quando nella sua fantasia si lascia cullare, incantare e coinvolgere dal racconto.

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