Polo Sud, Antartide: addio ad A68, l’iceberg più grande del mondo

Quello che non si sperava, purtroppo è accaduto: A68, l’iceberg che si trovava in Antartide, con un’area complessiva di seimila metri quadrati e con un peso di quasi un miliardo di tonnellate, si è sciolto.

Dalla lunga vita dei ghiacciai dipende il futuro del nostro Pianeta. In questi anni, si sta assistendo al tragico scioglimento dei ghiacciai, che avanza in maniera inesorabile. È il turno di A68, il ghiacciaio più imponente dell’Antartide, nonché del mondo. A riportarlo è stata la BBC, la quale ha comunicato nella giornata di ieri, che esso si è letteralmente frantumato in piccoli pezzi. Si venne a conoscenza della sua esistenza nel 2007, quando ancora integro si dirigeva lentamente verso la South Georgia (territorio appartenente alla Gran Bretagna), con il timore che si potesse appunto schiantare. L’aumento delle temperature delle acque dell’Oceano Atlantico e le onde, hanno inevitabilmente provocato il suo scioglimento. A68 apparteneva alla piattaforma  di ghiaccio Larsen e gli scienziati della NASA sono convinti che la sua apertura sia cominciata nel novembre del 2016.

Nel 2020 si è registrato un aumento di temperatura pari a 1,2 gradi in più rispetto a quella registrata a partire dal 1850 fino il 1900. Ciò preoccupa sempre di più i ricercatori, i quali sostengono che probabilmente si raggiungeranno 1,5 gradi in più fra il 2030 e il 2052. Dichiarano: «Il riscaldamento da emissioni umane dal periodo pre-industriale ad oggi  persisterà per secoli e millenni e continuerà a causare ulteriori cambiamenti di lungo periodo sul clima, come l’innalzamento del livello dei mari, con gli impatti relativi, ma queste emissioni da sole è improbabile che causino un riscaldamento globale di 1,5 gradi». 

Gli impatti che sta provocando il surriscaldamento globale sono devastanti, basterebbe pensare all’innalzamento dei mari, all’aumento di calamità naturali come uragani, alluvioni e siccità, quest’ultima anche causa di denutrizione, poiché il terreno non è fertile a sufficienza per garantire cibo a milioni di persone, soprattutto quelle che vivono nei Paesi più poveri. Molte specie animali, habitat ed ecosistemi sono in grave pericolo. Ovviamente, anche l’inquinamento è parte di tutto ciò, accompagnato dalla deforestazione, eccessiva produzione di anidride carbonica a causa di trasporti, allevamenti e industrie e infine lo sfruttamento dei combustibili fossili.

Nel Polo Nord si registrano ogni anno 300 miliardi di tonnellate di ghiacciai sciolti, mentre nel Polo Sud, circa 130 miliardi. Questi non sono i numeri definitivi, in quanto vengono presi in considerazione pure i ghiacciai di montagna. Rimangono, così, circa 3,82 milioni di chilometri di ghiaccio nell’Artico.

Cosa succederebbe, invece, se tutti i ghiacciai si sciogliessero? Tra alcuni migliaia di anni, gli scenari sarebbero a dir poco inimmaginabili. Molte città nel mondo, come Shanghai, San Francisco, Calcutta e altre, verrebbero inghiottite totalmente dai mari.

L’ESA (European Space Agency), infatti, definisce l’indebolimento dei ghiacciai come “il primo passo verso la loro disgregazione e l’innalzamento del livello del mare”. La perdita di essi può essere paragonata a 17 volte la grandezza dell’Italia. I dati vengono analizzati anche dalla NASA e dall’Agenzia Europea giapponese. Occorre senz’altro pensare al nostro presente, per scongiurare future conseguenze irreparabili.

In che modo si può intervenire? Prendersi cura dell’ambiente è fondamentale, anche con piccoli gesti, ad esempio favorendo il riciclo dei materiali, promuovendo le energie rinnovabili e usando quanto meno possibile le auto tradizionali. Le auto elettriche sono considerate un’ottima alternativa. SAVE ENVIRONMENT, SAVE EARTH!

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