Piero Rattalino presenterà al Bellini il suo nuovo libro “Il Galempio, ovvero fauna e flora del teatro lirico”

A seguire, alle 20,30 il musicologo introdurrà il recital pianistico della moglie Ilia Kim, interamente dedicato a Liszt

Rattalino, Pavarotti, Bombace
A Piero Rattalino è legata una delle più felici stagioni artistiche del Teatro Massimo Bellini di Catania, segnata dal Premio Abbiati della Critica, da prime esecuzioni, dall’integrale Ring wagneriano e dalle tournée in Russia e Giappone. Cresce perciò l’attesa per il musicologo piemontese, che torna nel teatro da lui diretto per ben dodici anni, dal 1994 al 2006, per un duplice evento che si svolgerà quasi senza soluzione di continuità. Sabato 23 febbraio,  alle ore 19, nel Foyer del Teatro, il maestro presenterà infatti il suo nuovo libro Il Galempio, ovvero fauna e flora del teatro lirico, che contiene tra l’altro un capitolo dedicato ad Alberto Bombace, per lunghi anni compianto e illuminato sovrintendente del Bellini.
Ad accogliere Rattalino saranno il sovrintendente Roberto Grossi e il direttore artistico Francesco Nicolosi, mentre il coordinamento dell’incontro sarà affidato alla giornalista Caterina Andò,  responsabile della comunicazione  del Teatro.
A seguire, alle 20,30 Rattalino salirà  sul palcoscenico del Bellini per introdurre il recital pianistico della moglie Ilia Kim, un programa monografico interamente dedicato a Franz Liszt.
Ma torniamo al libro, dato alle stampe nel 2018 per i tipi di Zecchini Editore, e cominciamo a svelare il non-significato del termine “galempio”, che non esiste nella lingua italiana, ma nasce da una errata lettura delle parole “colga l’empio” che si trovano nel grande concertato finale del primo atto del Macbeth di Verdi. I coristi prendono il fiato dopo “col” e quindi cantano “col galempio”. Forse – e senza forse – convinti che tale misterioso oggetto esista davvero.
“Questo – sottolinea Rattalino – è uno degli innumerevoli casi di patenti assurdità in cui incappano i direttori artistici ai quali i dipendenti più coscienziosi chiedono lumi. La vita del teatro musicale è fatta di una infinità di questioni che risultano incomprensibili per chi non è del mestiere, o anche semplicemente per chi, ragionando con il comune buon senso, di fronte a cose insensate prova un rifiuto, una repulsione di principio. Chi fa invece di mestiere il dirigente in un teatro lirico deve prendere pazientemente in carico anche le assurdità, che sono però controbilanciate dalla possibilità di sviluppare nel lavoro, malgrado tutte le trappole, una forte creatività”.
copertina Il galempio
Docente di piano, musicologo, critico, e per lunghi anni illuminato organizzatore musicale, per una volta Rattalino non si concentra sull’universo del pianoforte di cui è massimo esperto. Il sottotitolo – “Fauna e flora del teatro lirico” – suggerisce il percorso del libro che ripropone figure che hanno segnato la storia del teatro italiano e che l’autore rievoca da grande affabulatore qual è. Personalità con le quali Rattalino ha collaborato come docente e come consulente e direttore artistico a Bologna, Catania, Genova, Parma, Roma, Torino. Si procede per “quartetti” o meglio celebri quaterne: i direttori d’orchestra Celibidache, Del’man, Gavazzeni accostati al compositore e concertatore Stockausen; i sovrintendenti: Badini, Adamoli, Erba e il nostro Bombace; i presidenti di importanti enti musicali Fortuna, Orizio, Borri, Agnello. Nomi che per gli appassionati di lirica e concertistica non hanno bisogno di presentazione.
Nel sommario anche due divertenti intermezzi: il primo sulle incongruenze dei libretti d’opera e i relativi fraintendimenti lessicali; l’altro sui sopracuti tenorili oggetto di accese discussioni dagli esperti della vocalità come dagli inflessibili loggionisti.
Il libro non tocca solo gli aspetti bizzarri della vita del teatro lirico, né si limita ad una godibilissima raccolta di aneddoti curiosi che coinvolge un’appassionante galleria di personaggi. È invece una riflessione su come la musica colta, lirica e concertistica, è stata gestita nel mezzo secolo abbondante che è trascorso dalla promulgazione della Legge n. 800 del 1967, che in Italia per la prima volta affrontò il problema di dare alle attività musicali una disciplina gestionale, una saldezza economica, una finalità sociale. Il bilancio, purtroppo, si chiude in perdita e la politica non è stata finora in grado, pur con tutti i ritocchi che la Legge n. 800 ha avuto, di raddrizzare la barra. Si naviga ancora a vista, e fra gli scogli, e i passeggeri non fanno a gara nell’accedere alla crociera. Urgerebbe una riforma, suggerisce Rattalino, e soprattutto urgerebbe un cambio di mentalità. Aspettiamo di vedere se avverrà, auspica l’acuto studioso e operatore culturale, protagonista per cinquant’anni della vita musicale non solo italiana.
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