Il personaggio rossazzurro: Davide Di Stefano, beata gioventù

In questo appuntamento della nostra rubrica vi parliamo del giovane talentino rossazzurro che, nel corso del disastro contro il Cosenza, ha esordito ed è stato tra i più positivi del Catania

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Uno degli aspetti più belli e invidiati della gioventù è la spensieratezza. La mancanza di doveri e la leggerezza di non aver vissuto momenti o esperienze dure rende tutto più facile e da adulti ognuno di noi si rende conto di ciò che magari non riusciva davvero ad apprezzare prima, spinto da quell’irrefrenabile voglia di sentirsi grandi. Chi anagraficamente e calcisticamente è molto giovane è Davide Di Stefano che però, a dispetto dell’età, nel corso di questa stagione è stato numerose volte aggregato alla prima squadra.

Catanese, classe 1999 il giovane centrocampista è uno dei pilastri della Berretti etnea che, a differenza della prima squadra, tante soddisfazioni ha dato in questa annata. Lo conosce molto bene inevitabilmente quindi Giovanni Pulvirenti che nella debacle dell’ultimo turno contro il Cosenza ha chiamato in causa, dalla panchina, anche il talentino rossazzurro regalandogli poco più di 20 minuti di gioco. Una chiamata che è stata ben ripagata perché, in un momento in cui i calciatori del Catania sembravano spaesati e demotivati, il ragazzo ha fatto volere la sua grinta e la sua voglia di sfruttare al massimo la sua grande chance, regalando sprazzi di vivacità ad un centrocampo fino ad allora praticamente morto e andando al tiro, con risultati più o meno discreti se si considerano gli sterili tentativi della squadra nell’ultimo turno, due volte. La tecnica o le caratteristiche, in gare come quella di sabato scorso, lasciano il tempo che trovano, ciò che Di Stefano ha fatto vedere è forse ciò che più serviva anche agli altri 10 in campo con la maglia rossazzurra: la personalità.

Parlavamo però della spensieratezza e della sfrontatezza della gioventù perché tutto ciò è avvenuto nel corso di una delle più brutte prestazioni della squadra rossazzurra in stagione e in un periodo veramente buio per gli etnei che sembrano ormai fare il conto alla rovescia per la fine del campionato in modo da poter ripartire magari in modi migliori. Poco importa, il ragazzo ha voglia di mettersi in mostra e lo ha dimostrato, consapevole del fatto che certe possibilità devono essere colte senza “se” e senza “ma”. Il fatto che poi Pulvirenti abbia portato tanti giovani dalla Berretti in panchina può essere attribuibile sia al grande solco creato dalla situazione infortuni in casa Catania sia dalla volontà del tecnico (e della società) di dare spazio e fiducia ai “suoi” ragazzi che forse hanno qualcosa in più da chiedere a questo finale di stagione.

Tre gare più eventuali play-off alla fine dei giochi. Di Stefano con i suoi 17 anni di stagioni ne avrà ancora tante davanti, magari in maglia rossazzurra e magari, si spera, non tristi come questa. Intanto il primo passo è stato compiuto, si è rotta la timidezza iniziale ed è entrato nel “mondo dei grandi”. Certo, potevano esserci giorni migliori per farlo ma che importa. A quell’età ciò che conto sono quella maglia e quel pallone che hai visto per tanto tempo calciare dai grandi con ammirazione e ora anche tu sei chiamato in causa. Di Stefano forse non lo sa, ma sabato è diventato grande. E si spera che possa continuare a esserlo anche nel (prossimo) futuro.

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