Omelia – S.E. Mons. Gristina – Anniversario traslazione Reliquie S.Agata a Catania

Mons. Salvatore Gristina: “Anche la festa di Sant’Agata d’agosto risente delle difficoltà che stiamo attraversando a causa del Coronavirus.”

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“L’andamento dell’epidemia continua ad imporre modifiche nel nostro comportamento personale, familiare e comunitario, sia civile che ecclesiale.

Per noi devoti costituisce certamente un sacrificio restare privi dell’abituale incontro estivo con la Santa Patrona. Abbiamo atteso, abbiamo anche sperato che sarebbe stato possibile celebrare la traslazione delle reliquie di Sant’Agata pur in forma ridotta, ma sempre con la presenza di tanti fedeli: purtroppo non è possibile. Noi vogliamo essere veri devoti che si qualificano e si comportano come cittadini esemplari e, quindi, osservanti di tutte le disposizioni che favoriscono l’autentico bene comune della comunità. E certamente il comportamento prudente per la salvaguardia della propria e dell’altrui salute rappresenta un ambito importante del bene comune.

  1. Eccoci dunque a celebrare Sant’Agata d’agosto in modo diverso dal solito, ma vogliamo farlo rispettando il significato primo e più importante della festa.

Questo significato comprende, anzitutto, la gioia che Catania prova ringraziando il Signore perché ha conservato alla nostra venerazione il corpo di Sant’Agata vergine e martire. Infatti, come ben sappiamo, esso era stato trasportato a Costantinopoli nel 1040 dal generale bizantino Giorgio Maniace. Fu motivo di grande sofferenza per i catanesi di allora restare privi, per ben 86 anni, della presenza dell’amata concittadina e patrona. Il dolore si trasformò in esultanza popolare, quando, il 17 agosto 1126, Gisliberto e Goselino, riconsegnarono al Vescovo Maurizio e all’intera comunità catanese, le sacre spoglie che con tanto coraggio ed altrettanta devozione riportavano in Città.

Oggi, come negli anni passati, e come certamente accadrà nel futuro, noi con la Celebrazione Eucaristica ringraziamo il Signore per questo dono.

  1. Il ringraziamento più bello che possiamo e dobbiamo fare anche in questo tempo di coronavirus, consiste, come ci ha ricordato la Colletta, nel nostro impegno di “crescere come tempio vivo dello Spirito per risorgere con Cristo a vita nuova”.

E così, fratelli e sorelle, il Signore con questo dono ci chiede di trasformare la nostra devozione in imitazione di Agata. Lei fu davvero “tempio vivo dello Spirito”. Per Agata la presenza di Dio nella sua vita era una gioiosa esperienza quotidiana. E ci teneva tanto alla presenza e all’amicizia con Gesù, da respingere ogni assalto di Quinziano che la voleva distogliere dal santo proposito di essere discepola innamorata e coraggiosa del Suo Signore. Questa bella realtà vogliono indicare i titoli con cui qualifichiamo Sant’Agata: vergine e martire, tutta di Gesù e per sempre.

  1. Possiamo perciò dire che Agata prese sul serio le affermazioni di Gesù riportate nella pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato (Lc 9, 23-26).

Agata era giovane, bella e ricca, ma soprattutto autentica innamorata di Gesù. Volendo seguire Gesù, Agata portò la sua croce ogni giorno fino a perdere la sua vita. In verità, comportandosi così, Agata si salvò. Comprese che possedere il mondo intero, ma senza avere Gesù, non costituiva un vero guadagno. Scelse la vera ricchezza, non si vergognò di tale scelta e cercò di convincerne lo stesso Quinziano.

  1. Nella prima lettura (Gc 1, 2-4.12) l’Apostolo Giacomo ci ha esortato a considerare perfetta letizia le prove che continuamente dobbiamo fronteggiare. Invece e spesso, noi, come prima reazione, siamo soliti dire “che male ho fatto?”, “perché capita proprio a me?” e, persino, “perché il Signore ce l’ha con me?”.
  2. foto Messa S.Agata 17 agosto 2020 Cattedrale Catania - S.E. Mons. Gristina (3)

L’Apostolo del Signore ci suggerisce un comportamento ben diverso. Infatti, se siamo credenti, comprendiamo che la fede cresce veramente nelle difficoltà e nelle prove che ci rendono sempre più forti e pazienti. Vivendo così riceveremo la “corona della vita” che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.

Agata ci dice con la sua vita e la sua testimonianza che queste non sono belle parole, ma esperienza che tutti possiamo fare.

Il suo corpo che subì ogni genere di prove è custodito in questa nostra Chiesa Cattedrale per ricordarci tutto questo.

  1. La vera devozione agatina, cioè la imitazione della nostra Santa Patrona, costituisce il titolo più bello per rivolgerci con tanta fiducia a Sant’Agata.

Lo faccio anche a nome vostro, fratelli e sorelle che seguite questa celebrazione, come pure a nome di tutte le persone che soprattutto in questo tempo di coronavirus affrontano ogni genere di prove e difficoltà.

A Lei rinnovo alcune invocazioni che Le presentavo lo scorso 21 marzo.

“O amata nostra Sant’Agata, tu che hai sperimentato l’assistenza del Signore durante le sofferenze del martirio, ottienici abbondanza di fede e di speranza per poter pregare sempre, e particolarmente in questo tempo di speciali difficoltà, Gesù Buon Pastore con le parole del Salmo “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me” (23,4).

Ti invochiamo per le nostre famiglie, le persone anziane, i bambini e i giovani della nostra Città e del territorio che tante volte hanno sperimentato il tuo potente patrocinio. Aiutaci a stare vicini, anche con i mezzi di comunicazione, a tutti e particolarmente alle persone che soffrono per la solitudine o che si sentono abbandonate.

Assisti coloro che coraggiosamente e generosamente svolgono l’attività di medici, infermieri, operatori sanitari. Rendi perseveranti i volontari che li collaborano e fiduciosi i ricercatori di adeguate soluzioni mediche. Rendi prezioso il loro servizio anche con la cessazione del nefasto contagio e la completa guarigione delle persone già colpite.

Ottieni saggezza e lungimiranza per coloro che ci governano con la responsabilità di decisioni per tutta la comunità civile e per coloro che hanno particolari compiti per la promozione del bene comune e per la tutela dell’ordine pubblico, come pure per la salvaguardia del lavoro e delle varie attività economiche.

Fa’ che tutti noi ci mostriamo cittadini premurosi e attenti continuando ad osservare le indicazioni e le prescrizioni che ci vengono date dalle competenti Autorità.

Allontana il flagello dello spaccio e dell’uso della droga che, a causa degli illeciti e vergognosi traffici che li caratterizzano, seminano violenze e morte attorno a noi.

Aiutaci a rendere la nostra Città e i nostri quartieri ambienti sempre più sani, dove tutti e particolarmente le nuove generazioni possano crescere con serenità ed accompagnate da bravi e lungimiranti educatori.

Ti diamo il nostro devoto ed affettuoso arrivederci a febbraio con la speranza di poterti onorare meglio di come ci è possibile farlo oggi.

Così sia per tutti noi.”

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