Un “no” alla guerra in danza, musica e parola
Giardino della Kolymbetra, Agrigento – lunedì 5 agosto ore 21.30
AGRIGENTO – Lo spettacolo “Studio per Ecuba “ che la compagnia Mda Produzioni Danza metterà in scena al Giardino della Kolymbetra di Agrigento lunedì 5 agosto ore 21.30 per Teatri di Pietra, nasce dalla raccolta dei materiali elaborati per la messa in scena dell’ Ecuba euripidea.
Ne è scaturito un lavoro inedito‚ sia per la fattura della messa in scena (che vede in scena Cinzia Maccagnano e Aurelio Gatti – che firma anche regia e coreografie – con le danzatrici Luna Marongiu, Carlotta Bruni, Rosa Merlino) che per i temi suscitati dall’approfondimento del personaggio Ecuba: madre di cento figli‚ regina di Ilio‚ testimone della mattanza che investirà tutta la sua famiglia sino allo sterminio.
In questo spettacolo Ecuba è anche l’estrema difesa dell’identità e della storia‚ donna – prima ancora che regina – che cerca strenuamente di “salvare” la memoria di una razza‚ di un popolo e di una discendenza.
Regale e regina nelle Triane e in tutta la prima parte dell’Ecuba, fino alla scoperta dell’uccisione del piccolo Polidoro. La distruzione sistematica di Troia‚ dei suoi palazzi‚ delle sue mura e delle genti troiane sino ad allora è “sopportabile” nella speranza segreta che memoria e progenia potessero essere salve presso l’alleato e amico Polimestore.
La cagna/Ecuba nasce dalla consapevolezza dell’annullamento di una stirpe‚ di una città e della sua civiltà.
Lo spettacolo utilizza tre lingue differenti – la danza‚ la musica e la parola– per inviare un unico messaggio: ogni guerra è un immane misfatto dell’uomo‚ qualunque ne sia la causa; è un male terribile per tutti‚ vincitori e vinti; il cuore femminile‚ più di quello maschile‚ ne è travolto e grida‚ con tutta la forza della passione e dell’amore‚ fuori da ogni canone e da ogni ambiguo sofisma; insanabile è la lacerazione di una madre‚ di una sposa‚ di una sorella o di una figlia‚ insostenibile la loro sofferenza‚ irrefrenabili la loro maledizione e la loro vendetta. Il teatro tragico greco è‚ in tal modo‚ rimesso al centro della scena fosca e insanguinata della nostra epoca; è riproposto come sintesi di tutti tempi degli uomini‚ devastati sempre dalla brama di potere che genera la guerra‚ e sempre sopravvissuti grazie allo stesso dolore, all’incrollabile volontà di espungerlo‚ volta per volta‚ dal proprio grembo. In Ecuba non c’è il fascino misterioso e romantico dell’irrazionale‚ quanto la coscienza agghiacciante dell’annullamento della sua esistenza come parte di una vita‚ di un popolo e della sua storia. La rassegna, ideata da Capua Antica Festival e diretta da Aurelio Gatti, quest’anno è promossa direttamente dai Comuni coinvolti con il sostegno dall’Associazione Teatri di Pietra Sicilia e Capua Antica Festival, in collaborazione con numerosi enti e organismi culturali di pregio come la Fondazione Whitaker, il FAI di Agrigento e il Polo Museale Pepoli di Trapani. Lo spettacolo “Studio per Ecuba” replicherà l’8 agosto a Mothia.