Obiettivo Povertà: lo spreco come risorsa

Al via il progetto di sensibilizzazione allo spreco food e non food delle ACLI di Messina avente per obiettivi il contrasto alla povertà e la riduzione degli sprechi per creare benessere

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A Messina, sabato 14 ottobre 2017 presso il Monte di Pietà, le ACLI di Messina hanno presentato il progetto “Obiettivo povertà: lo spreco come risorsa”, per la re-distribuzione delle eccedenze food e non food, che ha come obiettivi primari il contrasto alla povertà e la riduzione degli sprechi per creare benessere.

“Negli ultimi anni – specifica il presidente delle ACLI di Messina Antonio Gallovi è una crescente sensibilità delle persone nei confronti dell’alimentazione e, in particolare, al tema dello spreco alimentare. Numerosi studi ed organizzazioni governative hanno evidenziato come a casa, a scuola, nelle farmacie vi siano degli sprechi che generano perdite economiche. Sulla base di queste considerazioni, grazie alla mia associazione, posso affermare di avere uno sguardo d’insieme privilegiato, attraverso i nostri servizi e i nostri circoli, nei quali, sempre più spesso, assistiamo familiari e singoli cittadini al limite della povertà. Come ACLI, a livello nazionale, abbiamo iniziato a creare progetti che potessero essere realmente d’aiuto ai cittadini e alle fasce più deboli, per questo motivo abbiamo pensato di portare queste buone prassi anche all’interno del nostro territorio messinese. Considerando, inoltre, che in una società come quella messinese vediamo crescere la povertà soprattutto tra i minori, assistere ad uno spreco alimentare risulta inammissibile sul piano etico, ancor prima che sul piano economico. Vogliamo fare della lotta alla povertà una nostra priorità”.

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Alla fine del suo intervento, abbiamo chiesto al presidente Antonio Gallo:

Ci può spiegare più in dettaglio le vostre proposte per evitare lo spreco sia in campo alimentare che farmaceutico?

Noi vogliamo lavorare in questo senso, in questo progetto, grazie al contributo del 5×1000, perché, se si può attivare il progetto, è grazie ai donatori che nel ‘730 scrivono il codice fiscale delle Acli nazionali. Sul pane, poi, abbiamo altri progetti come quello delle Acli provinciali di Roma e cioè, con l’aiuto dei nostri volontari, andare a prendere nei panifici il pane che non viene più venduto, distribuirlo ai poveri e quando diciamo poveri intendiamo anche gli immigrati, per noi non ci sono differenze; per i farmaci la stessa cosa, i farmaci in scadenza li vogliamo ridistribuire ai poveri e a chi è in difficoltà.

Quindi una raccolta anche presso le farmacie?

Certo, anche una raccolta presso le farmacie e poi vogliamo attivare anche con l’aiuto di alcuni amici e con l’aiuto delle associazioni del terzo settore, tipo la comunità di Sant’Egidio, una sinergia anche per quel che riguarda la raccolta di vestiario. Quindi è un progetto ad ampio raggio, ci vogliamo rivolgere infine anche alla piccola e alla media distribuzione: supermercati, botteghe alimentari, per condividere questa iniziativa, questo progetto. Riusciamo, quindi, a raggiungere due obiettivi, da una parte l’aiuto nei confronti di chi è in difficoltà, dall’altra evitare lo spreco alimentare.

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Si spera quindi anche in un cambio di mentalità?

Speriamo che il nostro progetto riesca anche in questo.

Lei, e questo si vede, crede molto in questo progetto e allora le chiediamo, interiormente cosa la spinge in questa direzione?

Intanto non ci dobbiamo soltanto occupare, per carità, dei nostri problemi che riguardano il Patronato, il Caf, i servizi, ma dobbiamo guardare, se siamo le Acli, a chi è in difficoltà. E’ vero che siamo associazioni cristiane dei lavoratori italiani, secondo il nostro acronimo, ma è anche altrettanto vero che la nostra “mission” è anche quella di aiutare chi è in difficoltà, non soltanto associarci tra lavoratori e difendere quelle che sono le nostre giuste prerogative ma guardare all’esterno, guardare a chi è in difficoltà sempre secondo il nostro principio fondamentale che è la dottrina sociale della Chiesa.

All’intervento del Presidente Gallo ha fatto seguito quello del dott. Salvatore Feminò, esperto in agricoltura biologica e GAS, che ha evidenziato l’importanza dell’agricoltura biologica in una logica di riduzione dello spreco attraverso il riutilizzo delle risorse naturali. Antonino Scimone, vicepresidente vicario delle ACLI di Messina, con delega al Patronato, ha affermato, a sua volta, che, nella logica di riduzione dello spreco, è necessario creare un nuovo stile di vita: “pensare diversamente” per evitare l’accumulo dei prodotti sia farmaceutici che alimentari, cercando, in questo modo, di diminuire anche ulteriori spese per lo smaltimento dei prodotti stessi.

Al dott. Antonino Scimone abbiamo posto alcune domande:

Quali sono i principali aspetti della nuova normativa riguardo alla Legge 166/2016?

Si tratta di un intervento finalizzato a favorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici ed altri prodotti in favore di soggetti che operano senza scopo di lucro.

Ci può dire quali sono le priorità su cui è necessario intervenire?

Attivare interventi in un ottica preventiva e non solo riparativa. Questo significa agire contemporaneamente sui modelli di produzione, consumo e sugli stili di vita per promuovere un cambiamento orientato al raggiungimento di maggiori livelli di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Creare interventi di rete e buone prassi di economia civile coinvolgendo le imprese, affinché si impegnino fattivamente anche attraverso azioni di contrasto allo spreco alimentare, e le istituzioni affinché sostengano e promuovano i progetti di utilità sociale e lotta allo spreco. Educare, informare e formare i cittadini su queste tematiche promuovendo negli stessi il senso di responsabilità individuale alla produzione del Bene Comune.

Per concludere, ci può indicare altri obiettivi di questo progetto?

Alcuni tra gli obiettivi specifici sono: contrasto e riduzione dello spreco alimentare nei territori; realizzazione di un coordinamento territoriale coinvolgendo istituzioni locali ed aziende per il recupero delle eccedenze; una stimolazione delle aziende del territorio all’impegno diretto in un progetto sociale condiviso e, infine, la promozione nelle comunità coinvolte di un senso critico e di un impegno diretto nell’adozione di stili di vita sostenibili e responsabili.

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Il più giovane tra i relatori, Ivan Azzara, coordinatore provinciale dei Giovani delle ACLI di Messina, nel suo intervento, ha posto l’accento sull’importanza di partire ognuno dal suo “orticello” per arrivare a una realtà più grande prendendo esempio dalle buone pratiche già avviate in altre città. Presenti al Convegno, Ottavio Scimone, presidente dell’Unione Sportiva Acli Messina e responsabile provinciale Servizio Civile Acli Messina e Selene Schirru, componente presidenza provinciale Us Acli Messina e realizzatrice del convegno. Ha chiuso la presentazione il vicepresidente, con delega alla comunicazione, Antonio Tavilla, affermando l’importanza della pubblicità per portare avanti questi progetti a sostegno della collettività.

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