“O mamma, o Sindaco” il corpo delle donne e le scelte degli uomini

Le dichiarazioni di Bertolaso sulla candidatura di Giorgia Meloni a sindaco di Roma non smettono di far discutere e aprono un doveroso spazio di riflessione sull’essere donna oggi.

bertolaso

Il casus belli scoppia quando Guido Bertolaso a Fuori Onda su La7 afferma:”La Meloni deve fare la mamma, mi pare sia la cosa più bella che possa capitare ad una donna. Deve gestire questa pagina della sua vita. Non vedo perché qualcuno dovrebbe costringerla a fare una campagna elettorale feroce e, mentre allatta, ad occuparsi di buche, sporcizia…“.

Subito pronta la risposta della diretta interessata: “Io non voglio polemizzare. Dico solamente con garbo e orgoglio a Guido Bertolaso che sarò mamma comunque e spero di essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a conciliare impegni professionali e maternità. Lo dico soprattutto per rispetto loro“.

Bertolaso, replica cercando di smorzare i toni: “Poiché si continua a discutere in modo strumentale su una non-notizia, voglio precisare che non ho mai detto che Giorgia Meloni non può fare il sindaco in quanto incinta“, precisa l’ex capo della Protezione civile, “Ho semplicemente detto che il momento della maternità è unico e speciale e merita di essere vissuto appieno. E, questo, essendo padre e nonno, penso di avere tutto il diritto di affermarlo. Fa quasi tristezza vedere quanti stanno speculando sulle mie parole e soprattutto usando la maternità di Giorgia per un loro tornaconto politico”.

In realtà le parole di Bertolaso spingono ad una riflessione necessaria, al di là delle polemiche sul caso specifico, ma sulla condizione stessa di essere donna, madre, moglie, figlia.

A nessun uomo sarebbe mai stato detto “non candidarti perché è meglio fare il padre“, oppure “rinuncia ad un obiettivo professionale perché devi prenderti cura degli anziani genitori”; a nessun uomo dopo i 30 viene ossessivamente chiesto “ma quando fai un figlio?” come se fosse un appuntamento, una tappa obbligata: una donna deve essere madre. Una donna deve essere anche una moglie affettuosa, una figlia devota, e anche lavorare come e più di un uomo per poter dimostrare di potere essere tutto questo e anche un’eccellente professionista.

A trent’anni una donna deve essere nel punto di svolta della propria carriera dare il massimo per il successo, in un giro di anni brevissimo e irripetibile. Contemporaneamente persino i cookies di google ticchettano all’unisono con l’orologio biologico: devi fare un figlio non c’è più tempo!

Quindi la società ti pone ad un bivio dove in realtà la maternità diventa una scelta obbligata, conditio sine qua non per la felicità per la realizzazione personale. I sogni delle donne si devono incastrare con questa maternità, sacrificati all’altare della riproduzione e dell’amore incondizionato verso il proprio figlio. Poi, tanto, dopo la nascita di quel piccolo angelo, tutto diventa secondario. E forse è anche vero. Ma se ci hanno educato a fare tutto perché non essere madri e lavoratrici? Siamo figlie e nipoti  di donne che hanno sempre lavorato perché per noi dovrebbe essere diverso? Perché un uomo, in quanto padre e nonno, si deve sentire in diritto di consigliare o meno una collega a rinunciare ad un obiettivo?

Forse quando lui è diventato padre e nonno qualcuno ha detto “no, caro, la paternità è un momento bellissimo non diventare capo della protezione civile?”

La maternità, infine, vista come un periodo di “malattia”, da vivere nel privato, nel soggiorno di casa tra pantofole di pelouche e pigiami di flanella, come un’influenza. La maternità non è questo. Esistono, certamente gravidanze più complicate di altre, ma molte donne vogliono, possono, devono lavorare quasi fino al giorno prima del parto.

La frase, infelice, di Bertolaso scoperchia questo vaso di Pandora e porta indietro di quarant’anni la discussione sul corpo della donna.

Uomini che, in quanto padri e nonni, si sentono nel diritto e dovere di decidere sul corpo e sulle scelte delle donne.

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