Nino Cantone, storia di un condottiero rossazzurro

VECCHIE GLORIE. I ricordi del centrocampista catanese protagonista nelle squadre di Capelli e Di Bella e ancora innamorato della sua squadra

«Nel catania sono cresciuto, ho fatto tutto il percoso giovanile: Allievi e Primavera, poi sono andato un anno a Paternò per farmi le ossa. Nel ‘73 ‘74 l’esordio in prima squadra, quando i rossazzurri disputavano la Serie B con Mazzetti allenatore. Che c’era in quel Catania? Gente che i tifosi di allora certamente non hanno mai dimenticato e che sono rimasti nel cuore di tutti. In squadra c’erano Spagnolo, Ciceri, Morra, Panizza, Barlassina, Petrovic, Ceccarini, Labrocca. Insomma un Catania che sapeva entusiasmare,che giocava bene, che aveva coraggio e spirito di lotta. Sempre». Nino Cantone è uno dei più autorevoli testimoni della storia del Catania degli Anni Settanta e Ottanta. Lo rivedi in redazione dopo anni e lo ritrovi quasi quasi in forma… campionato, sul piano fisico e su quello dialettico.Oggi Nino Cantone è animato anche dalla novità che da qui a qualche ora prenderà piede e a cui ha lavorato per mesi: «E’ nata la scuola calcio Nino Cantone al centro sportivo Sportitalia via s. Sofia alle spalle dello stadio». A lavorare al progetto ci sono pure Mimmo Ventura e Melo Russo, altre due firme storiche rossazzurre: «Ci legano stima e amicizia. Educheremo bimbi dai 5 ai 12 anni. Sabato è previsto l’open day alle 16.30 e, successivamente, l’inaugurazione con alcuni ospiti d’onore che mi farà piacere riabbracciare: parlo di Claudio Ciceri e Giampaolo Spagnolo, di Aldo Cantarutti e forse anche Italo Cucci. Vuole essere qualcosa di particolare, un progetto prima di tutto che parte dall’attenzione per i più piccoli, l’insegnamento dei fondamentali del  pallone. Roba che, purtroppo, vedo che si insegna sempre meno». Il Catania di oggi, Cantone lo tiene d’occhio con mentalità propositiva ma pure critica: «Ho visto le prime partite in tv, su Telecolor, penso che questa squadra sia nettamente una spanna sopra alle altre concorrenti. Credo che sia superiore sul piano tecnico e tattico, non dovrebbe avere problemi a salire di categoria». Cantone dice quello che pensano molti tifosi rossazzurri, ma che non esternano perchè ancora scottati dagli episodi di fine giugno.

Ma l’ex capitano rossazzurro insiste: «Questa squadra ha un sistema di gioco diverso rispetto ad altre formazioni di Lega Pro. Lo scriva letteralmente, molte delle avversario fanno… piangere, osservo lanciare la palla in tribuna e poi noto le differenze con i rossazzurri. Mi auguro che i ragazzi allenati da Pancaro riescano a eliminare l’handi-cap con cui sono stati costretti a partire». 

Il discorso si fa fitto fitto e Cantone si riscalda: «Loro, i dirigenti e i tecnici rossazzurri, dicono giustamente che giocheranno per la salvezza, io dico ok è vero, ma questo Catania arriverà almeno ai play off. Nonostante ci siano squadre attrezzate che non stanno ottenendo i risultati sperati, il Catania è stato regolare, con due vittorie esterne  e il 4-2 rifilato all’Ischia adesso potrebbe volare sulle ali dell’entusiasmo». Il ritorno al Massimino del grande pubblico non è passato inosservato: «Questa scelta non fa che bene all’ambiente, i tifosi si stanno riavvicinando. Giusto che siano arrabbiati, ma amano sempre la maglia e questo concetto non è mai venuto meno».Lo dice un ex capitano: «Ho avuto l’onore di indossare la fascia in Serie C agli ordini dei tecnici Capelli e Di Bella. Essere capitano a Catania è come fare gol ogni giorno e i gol li ho fatti, specie contro il Palermo.: ricordo un 1-1 finale molto combattutto. Ricordi gli avversari più celebri, ne nomino uno solo perchè stato l’essenza del calcio. Incontrai Gaetano Scirea quando vestiva la maglia dell’Atalanta e io quella del Catania. Un grande calciatore, un vero signore». Adesso Cantone comincia una nuova avventura: è stato al top del calcio etneo vestendo, profeta in patria, la maglia della squadra più amata. Riparte dalla base per trasmettere ai giovani i veri valori dello sport.

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