Natale in laboratorio – decorazioni con le muffe

Neve? No, muffa – Natale in laboratorio
Come ti addobbo l’Albero di Natale con le decorazioni fungine

 

Una ricercatrice del J.Craig Venter Institute si è divertita a creare pupazzi di neve e alberi natalizi a base di questi funghi pluricellulari. 
Questo sorridente omino non è un pupazzo di neve come tutti gli altri: è fatto tutto di muffa.

La “creazione” vivente è opera di Stephanie Mounaud, una ricercatrice esperta di malattie infettive del J.Craig Venter Institute (JCVI) di Rockville, nel Maryland. 
Nel corso degli ultimi natali, Mounaud ha utilizzato vari ceppi di muffe (funghi pluricellulari) con cui lavora per creare queste particolari decorazioni.
Il pupazzo di neve nella foto combina varie specie fungine, alcune molto diffuse come Aspergillus niger e altre più rare come Penicillium marneffei.

La parte più difficile è riuscire a trovare i colori giusti e farli crescere sul posto desiderato. Ad esempio, “I colori che si vedono sul pupazzo sono dati dalle spore“, le cellule riproduttrici dei funghi, spiega Mounaud.
Per indurre le muffe a produrle, Mounaud ha utilizzato una base povera di nutrienti. “Quando li si pone in questa condizione, i funghi producono spore in modo da disperdersi e sopravvivere“, spiega la ricercatrice. 

L’albero addobbato

Un albero natalizio con tanto di decorazioni fa bella mostra su un disco di Petri
Per creare ogni pezzo, Mounaud ha cominciato con il disegnare la sagoma su un pezzo di carta e poi l’ha fissata sul retro del disco con del nastro adesivo, in modo da avere una traccia su dove far crescere le muffe. Poi ha scelto vari tipi di muffe a secondo del colore e dell’effetto da creare. 
Sembra una cosa complicata, ma i funghi sono davvero il mio pane quotidiano, quindi non ci è voluto molto“, dice la studiosa. “Mi sono divertita“.

Il Cappello di Babbo Natale

Anche per creare questo cappello da Babbo Natale e il messaggio d’auguri Mounaud ha messo assieme diverse specie di muffe.
Data la diversità di tassi di crescita delle varie specie, di solito le creazioni di Mounaud non durano a lungo. 
Ad esempio, A. flavus, utilizzata per fare la scritta,  cresce molto rapidamente. “Il giorno dopo, non c’era più scritto ‘Ho Ho Ho’, ma ‘bla bla bla‘”, dice Mounaud.
Realizzare il cappello però è stato più difficile. La muffa usata per crearlo “cresce diversamente a secondo della temperatura. La colorazione richiedeva temperatura ambiente, ma il tipo di crescita che mi serviva vuole temperature più elevate“, spiega Mounaud.
Inoltre, non tutte le muffe vanno d’accordo. Nel cappello per esempio, “N. fischeri [il bordo e il pon pon] non amano la compagnia di P. marneffei [la parte rossa] … quindi sono rimasti un po’ distanziate l’una dall’altra“.

(Fotografie Stephanie Mounaud, J. Craig Venter Institute – National Geographic Italia)

I commenti sono chiusi.

a Cognita Design production
Torna in alto