Musica, ascolto multidisciplinare con Chant d’Automne 2018

Domenica 2 dicembre, alle ore 19.30, nel Museo Diocesano di Catania si conclude la rassegna “Chant d’Automne”, organizzata dalla Camerata Polifonica Siciliana 

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Si conclude all’insegna delle contaminazioni la rassegna “Chant d’Automne” organizzata dalla Camerata Polifonica Siciliana, di cui è direttore artistico il M° Giovanni Ferrauto, al Museo Diocesano di Catania. Domenica 2 dicembre alle ore 19.30 sarà proposto “Spazio. Gesto. Colore. Parola. Suono”. Un percorso tra le differenti modalità d’ascolto e di relazione tra la musica e le altre forme d’espressione a cui farà da filo conduttore la musica dei compositori del Novecento eseguita dal New Music Consort, con la voce recitante di Andrea A. Maccarrone, e che sarà introdotto e guidato da Alessandro Mastropietro, ricercatore di Musicologia e Storia della musica. Il concerto, itinerante nelle varie sale del Museo Diocesano, prende spunto dalla sperimentazione musicale del secondo dopoguerra che si è messa alla prova nel rinnovare l’esperienza dell’ascolto.

Alessandro Mastropietro
Alessandro Mastropietro

«”Spazio. Gesto. Colore. Parola. Suono” vuole essere un attraversamento delle diverse possibilità di vivere l’ascolto musicale e delle interazioni della musica con altri piani dell’espressione – spiega Alessandro Mastropietro –. Si partirà e terminerà con un’esecuzione concertistica, ma ci si muoverà in diversi spazi del Museo Diocesano, per viaggiare nelle differenti modalità con le quali il suono musicale può offrirsi: musica come pittura, ascolto ‘radiofonico’, ascolto dello e nello spazio, parole intorno alla musica, parole (anche cantate) dentro la musica, simultaneità di suono e videoproiezione. I contenuti girano attorno ad alcuni focus: uno è quello degli autori siciliani che, nella generazione ormai matura e consolidata di Giovanni Sollima e Giovanni Ferrauto, proseguono una tradizione novecentesca importante e connotata dalla sintesi di apertura internazionale e specificità culturale dell’Isola. Francesco Pennisi, acese vissuto perlopiù a Roma, erede di una tradizione insieme mitico-mediterranea e scettico-metafisica, fine pittore-disegnatore e squisito scrittore oltre che personalissimo compositore, ne è un esponente di altissimo livello, e il bel radiodramma Aci, il fiume lavoro emblematico. Gli altri focus sono legati alle ricerche che sto conducendo sul teatro musicale sperimentale a Roma e in Sicilia a partire dagli anni Sessanta – continua – e sulla mutazione del concetto di “opera musicale” nell’ultimo secolo: Claude Debussy, di cui ricorre il 100° della morte, ne è uno snodo inevitabile; ma con Giacinto Scelsi, che riflette sulla musica del francese mentre inventa una nuova modalità di generare testi sonori, ci si avvicina di nuovo alla Sicilia. Guaccero, Bussotti e Panni hanno avuto molte importanti première alle Settimane Nuova Musica di Palermo, un’iniziativa “di rottura” fondamentale negli anni Sessanta: i profondi Cinque Canti dal Tasso sono invece tratti da uno spettacolo realizzato per il Teatro dell’Opera di Roma intorno alla Gerusalemme Liberata. Coeur pour batteur, per un percussionista, tratta la notazione musicale come un quadro, e viceversa, Farben propone un video scenico dell’artista pop-art Gianfranco Baruchello (realizzato per un allestimento del Teatro dell’Opera della regista Franca Valeri, 1971), modificato nei colori, parallelamente a un successivo lavoro pianistico (1991) che gli è legato, pur rimanendo comunque autonomo – conclude».

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