Venezia: il nudo di Scarlett Johansson non convince la stampa

Alla settantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica non mancano le polemiche: è quello che è successo con la superstar Scarlett Johansson, fischiata per  la sua interpretazione in ‘Under the Skin’ dell’inglese Jonathan Glazer

La bellissima attrice, in questo film, interpreta un’aliena chiusa in se stessa e di poche parole, che si ritrova in un’autostrada scozzese seducendo uomini per poi divorarseli.

L’attrice, che, ricordiamo, esordì tanti anni fa con un memorabile spot in cui l’orlo del vestito aderente di maglina si sfilava lentamente mostrando le sue rotondità, questa volta non convince. E’, infatti, troppo concentrata su se stessa e sul ruolo da interpretare che finisce col non essere credibile: è come se ripetesse ai telespettatori ‘Eh avete capito, io sono un’aliena’. Ma i dialoghi sono aridi e scadono nel ridicolo. A fine proiezione stampa pochi sono stati gli applausi e molti i fischi per la Johansson che nel film mostra il suo corpo nudo, unici momenti apprezzati da parte del pubblico maschile.

Altra presenza femminile del tutto diversa è quella dell’attrice teatrale Elena Cotta (Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile), nel ruolo silenzioso di Samira. Un’anziana vedova siciliana di origine albanese per ‘Via Castellana Bandiera’ della regista, scrittrice, autrice teatrale ed attrice palermitana, Emma Dante. Due automobili l’una di fronte l’altra come due carri armati, una sfida all’ultimo sangue tra due testarde e bellicose guidatrici, tanto agguerrite da addirittura ‘sfidarsi con le urine’. Elena Cotta, senza dire una parola durante l’intero film, riesce col suo viso scavato dalle rughe e rinchiuso in un silenzio di pietra, a esprimere un piglio ai limiti della pazzia. ‘Questo premio ha un impatto forte su di me, – dichiara emozionata la Cotta – mi ringiovanisce come se avessi quindici anni: gli applausi, i miei spettatori, e tutti coloro che mi sostengono e accorrono alle mie performance rappresentano per me una cura terapeutica’. 

Primo debutto dietro la macchina da presa, salvo una lontana eccezione tanti anni fa in Australia con Greta Scacchi: ‘Il cinema, dice lei, ‘Ritiene maggiormente l’espressione e l’intensità degli occhi. La macchina da presa, questa ‘scatola magica’ aiuta l’attore se il personaggio è ben digerito’.    

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