Il 22 marzo 2017 ci ha lasciato, a Miami, Tomas Milian. Ha recitato per Lattuada, passando per Visconti, fino a Maselli per essere poi tradito da Vanzina.
È morto il 22 marzo, a Miami, Tomas Milian (nome d’arte di Tomás Quintín Rodríguez Milián).
L’attore era nato a Cuba, (L’Avana) il 3 marzo 1933 e viveva da molti anni negli Usa.
Tomas Milian cresce nel piccolo villaggio di Cutono in una famiglia della ricca borghesia cattolica. Suo padre è il generale Emiliano Rodríguez al servizio del dittatore Gerardo Machado. Sua madre è nipote di un cardinale dell’Avana. A 16 anni l’attore intraprende la carriera artistica e lascia Cuba per New York dove frequenta l’Actor’s Studio. Da lavapiatti a benzinaio, si, ma anche posteggiatore. Insomma, Milian è disposto a intraprendere qualunque lavoro pur di mantenersi. E la sua tenacia è presto premiata. L’attore in erba viene infatti scritturato dalla NBC per la serie televisiva ‘Decoy’ (Michael Gordon), il suo trampolino di lancio.
Famoso in Italia, dove ha recitato per Lattuada, passando per Visconti, fino a Maselli, Milian era diventato popolare per la sua partecipazione in western e nei film polizieschi dove impersonava l’ispettore Nico Giraldi- romano dai modi poco garbati, ma efficaci, che conosce bene gli ambienti malavitosi avendone fatto parte in gioventù col soprannome de “er Pirata”- creato dallo sceneggiatore Mario Amendola e dal regista Bruno Corbucci e interpretato dallo stesso Milián- e il poco onesto e romanaccio Sergio Marazzi, detto ‘Er Monnezza’, ladruncolo romano.
Ma non solo. L’attore, che si è spento all’età di 84 anni, ha recitato anche per Pier Paolo Pasolini, e poi ci sono i ruoli interpretati con Claudia Cardinale, in opere quali “I delfini” e “Il bell’Antonio” del 1960, “Gli indifferenti” del 1964, e “Ruba al prossimo tuo” di Francesco Maselli del 1968.
Nel 1967, dopo il buon successo di “The Bounty Killer” è protagonista di “La resa dei conti, spaghetti-western” (la trilogia di Sergio Sollima).
Famosi, infatti, i suoi personaggi western di “Cuchillo” e di “Chaco” (nello spaghetti-western iperviolento “I quattro dell’apocalisse”, Lucio Fulci).
Ma il successo per Milian arriva negli anni Settanta anche grazie al doppiaggio di Ferruccio Amendola, con film polizieschi all’italiana.
Per l’attore, un colpo basso nel 2005 direttamente da Carlo Vanzina che dirige ‘Il ritorno del Monnezza’, ma con protagonista Claudio Amendola.
Tradimento, questo, che Milian non gradisce raccontando il suo disappunto:- «Lo ammetto: è stato un colpo al cuore. Come se avessero rapito mio figlio. Non mi hanno contattato e direi una bugia se negassi di essere dispiaciuto. Non è nel mio stile ingannare la gente. Se io fossi morto, d’accordo. Ma sono vivo e continuo a lavorare! Almeno un cameo ci stava, o no?».
Adesso che Milian non c’è più, non si sa ancora nulla dei suoi funerali ma sembra che l’attore avesse lasciato disposizioni di essere cremato.
Milian lascia il figlio Tommaso che vive a New York.