Messina-Catania, Lucarelli contro Petrone: licenza di…vincere

Gara che, giorno dopo giorno, assume un’importanza sempre più pressante. Entrambe alla ricerca di una vittoria fondamentale, che faccia da buon viatico per il raggiungimento dei rispettivi obiettivi.

L’attesa, la voglia, la speranza. Da questi tre capisaldi passa la partita di domani tra Messina e Catania. L’attesa di misurarsi l’uno contro l’altro, al termine di una settimana fatta di parole (tante) e novità (specie in riva allo Stretto). La voglia di scendere in campo per capire il proprio reale valore, per comprendere quante possibilità ci siano, ancora, di spiccare il volo e quanta fatica serva per raggiungere i propri obiettivi da qui alla fine. La speranza di vedere nel “derby”, che lo si voglia o meno chiamare così, uno spot per il calcio siciliano, anche se di Lega Pro, e speranza, altresì consistente, di trovare nei 90′ domenicali la svolta psicologica di una stagione che finora ha viaggiato, da ambo le parti, sui binari dell’incompiutezza, per motivi ovviamente diversi. Messina-Catania è anche Lucarelli contro Petrone. L’ex attaccante del Livorno ed ex tecnico della Pistoiese siede ormai sulla panchina peloritana dallo scorso 23 ottobre. Non invenzioni tattiche da far girar la testa, non idee di gioco particolarmente rivoluzionarie, ma tanta, tantissima “garra“, come direbbero in Argentina. Instaurare nella mente dei suoi giocatori un senso d’apparenza fuori dal comune, proporsi, infine, come condottiero in mezzo alla tempesta, questi i diktat dell’allenatore toscano. Petrone, in terra etnea, milita da poco più di una settimana. Quello di domani, per certi versi, sarà il suo primo banco di prova.

Nel bel mezzo dell’uragano societario, Lucarelli ha provato, con risultati discreti, a dare un’identità tattica ai suoi. Non un singolo sistema di gioco su cui fossilizzarsi, meglio una squadra versatile, poliedrica, che possa trovare soluzioni positive in diversi modi, in diversi contesti, contro diversi avversari. Il vero volto del Messina da analizzare, però, non è quello visto sin dall’esordio di Lucarelli, bensì la versione, per così dire, “definitiva” consegnata da un mercato di gennaio in cui “si è fatto ciò che si è potuto”. Tre le partite disputate dopo la chiusura della campagna trasferimenti, una vittoria, preziosissima, contro il Catanzaro al “San Filippo”, due sconfitte, entrambe in trasferta, contro Foggia e Paganese. Un ruolino di marcia, quello recente, che evidenzia un Messina positivo tra le proprie mura ed ai limiti del disastroso lontano da casa. 4-3-3 o 4-3-1-2? Su questo dilemma riflette Lucarelli. Con il primo “modulo” si è battuto il Catanzaro, con il secondo si è scivolati sulla “buccia di banana” di Pagani. Dal punto di vista generale, però, non ci sono copiose differenze. Col primo sistema si punterebbe su una mediana di grande qualità, con Silva, Musacci e Mancini a dare fosforo, ma poca copertura, e con un tridente offensivo fondato sulla fantasia di Sanseverino e Milinkovic e sulla concretezza di Anastasi. Con la seconda versione, Sanseverino verrebbe arretrato a centrocampo, con Mancini avanzato sulla trequarti dietro i due dirimpettai offensivi. Insomma, la ricetta è semplice: qualità da vendere, nel limite delle proprie possibilità, ed una bocca di fuoco ben precisa.

Il secondo Catania di Petrone, invece, dovrebbe, almeno momentaneamente, abbandonare l’ipotesi dei tre trequartisti dietro la punta centrale. Spazio alla coppia di “ex” Tavares e Pozzebon, panchina all’orizzonte per uno tra Russotto e Mazzarani (il secondo sembra il maggiore indiziato) ed un sistema di gioco che, in certi frangenti, potrebbe mutare in un inedito 4-4-2. D’altronde, Di Grazia, Russotto e Mazzarani possono, senza dubbio, interpretare al meglio il ruolo di esterni di centrocampo con licenza d’offendere, che agiscono ai lati della coppia Biagianti-Scoppa (o Biagianti-Bucolo). L’incognita sta nella capacità degli esterni di cui sopra di contribuire alla fase difensiva: su Di Grazia pochi dubbi, sugli altri due più di qualche perplessità, specie per la loro tendenza a “tirarsi fuori dalla partita” in alcuni frangenti. Se Petrone non dovesse essere convinto da questa opzione, si potrebbe confermare il 4-2-3-1 visto contro il Taranto, con l’unica differenza di Tavares in luogo di uno tra Russotto e Mazzarani. Per ciò che riguarda l’assetto difensivo, certa la presenza di Parisi, in contumacia Di Cecco e Baldanzeddu, e Bergamelli. Più curiosità sull’identità degli altri due interpreti: Gil in panchina con Marchese titolare al centro e Djordjevic terzino a sinistra? O Marchese titolare a sinistra con Gil confermato al centro e Djordjevic a godere di un turno di riposo? Anche su questo Petrone dovrà decidere.

Una gara che sarà, comunque, fondata sulla qualità mediana di due squadre ben fornite sotto questo punto di vista. Poi, la differenza la farà, come sempre, l’atteggiamento con cui le due compagini scenderanno in campo. Palla a Lucarelli, a Petrone ed al campo. Un “derby” da 007, licenza di “vincere”.

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