Messina-Catania, l’analisi: la rivolta degli ex

La prima vittoria di Petrone combacia anche con un ritorno ai tre punti lontano dal ‘Massimino’: una partita che ha visto gli ex protagonisti

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Alla fine il secondo tentativo è quello giusto. “Secondo” sia come Petrone, secondo tecnico rossazzurro dopo Pino Rigoli, sia se si parla delle partite dell’ex Ascoli come guida tecnica della compagine etnea. Dopo il deludente pareggio contro il Taranto tra le mura amiche dello stadio “Angelo Massimino”, arrivano i primi tre punti firmati dall’allenatore campano. Tre punti pesantissimi perché arrivano in trasferta (vero e proprio tallone d’Achille dei rossazzurri), perché arrivano contro il Messina e perché vengono conquistati al termine di una settimana fatta di polemiche e frecciatine da una parte e dall’altra, figlie anche del cambio ai vertici della società giallorossa.

Tre punti che, come dicevamo, arrivano al fischio finale di una gara combattuta e rocambolesca che per gli ospiti inizia subito in salita: nelle prime battute della gara infatti il brasiliano Drausio atterra l’ex Anastasi da ultimo uomo, strappando così inevitabilmente un cartellino rosso. Catania in 10 e inevitabilmente vittima e preda di un Messina che cavalca l’onda dell’entusiasmo. Al 58esimo arriva il vantaggio dei padroni di casa: Russotto atterra un Anastasi lontano dal pallone dentro l’area, l’arbitro non ha dubbi e assegna il calcio di rigore. Dagli undici metri va Milinkovic che non si lascia ipnotizzare da Pisseri e insacca. Il destino a volte però è beffardo: se una vecchia conoscenza etnea (Anastasi) aveva dato la superiorità numerica al Messina (per il fallo fatto da Drausio), un altro ex rossastro (Silva) viene espulso, ristabilendo la parità degli uomini in campo. E’ la spinta che serve al Catania. Lo capisce bene Petrone che mette in campo Barisic al posto di Bucolo e lancia la squadra in attacco. Ma è una partita nel segno degli ex, lo si era già capito e il finale di gara lo conferma: Pozzebon, che fino al 31 gennaio vestiva l’altra maglia, segna di testa al 74esimo ristabilendo il pareggio e sbaglia 10 minuti dopo un calcio di rigore che sarebbe valso un clamoroso vantaggio. Poco male però perché ci pensa un altro ex: è infatti il subentrato Barisic a battere Berardi e a regalare i primi tre punti a Mario Petrone e una gioia immensa a tutti i tifosi del Catania.

Una vittoria nel segno degli ex, che approva per certi versi le scelte fatte dalla società (anche se solo il tempo potrà effettivamente dire se sarà così). Un Catania che ha, ancora una volta, mostrato tanti limiti che non possono certamente appartenere ad una squadra che punta a traguardi importanti, ma che è riuscito a riprendere in mano una gara che sembrava sin dall’inizio diventare l’ennesimo film horror che ogni tifoso rossazzurro conosce bene ma che ogni weekend teme. Oltre ai punti, che rappresentano comunque una bella spinta in avanti per la corsa ai playoff, e alla soddisfazione di aver sconfitto un’altra siciliana, la gioia più grande è sicuramente quella di aver portato a casa la seconda vittoria (la prima a Cosenza) stagionale lontano dal ‘Massimino’. Nella speranza che possa essere solo l’inizio di una nuova (seconda) storia del Catania, tutta diversa.

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