Matematica e lettura… due sconosciute per i ragazzi!

 E’ quanto emerge dal rapporto pubblicato da Save the children “Illuminiamo il futuro 2030”.  La Matematica, insieme alla lettura, rappresenta“bestia nera” degli alunni. Al Sud e Isole, il 44,2% e il 42% di adolescenti non ha le competenze minime.

 Il 48,4% dei ragazzi italiani tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro l’anno scorso, il 69,4% non ha visitato un sito archeologico e il 55,2% un museo, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva. Quasi il 25% dei quindicenni è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura. I dati arrivano dal rapporto “Illuminiamo il futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa”, nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro” di Save The Children

   Matematica, in molti casi una ‘sconosciuta’ – Al Sud e nelle isole, la percentuale di adolescenti che non consegue le competenze minime in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%). In relazione al genere, le disuguaglianze colpiscono in modo particolare le ragazze per la matematica (il 23% delle alunne non raggiunge le competenze minime contro il 20% dei maschi), mentre i ragazzi sono meno competenti in lettura: il 23% risulta insufficiente contro l’11% delle coetanee. Le ragazze e i ragazzi meridionali sono maggiormente svantaggiati sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di genere si osservano anche per le attività ricreative e culturali: il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet. Altro fattore della povertà educativa è l’origine migrante dei genitori: tra i ragazzi migranti di prima generazione il 41% non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, incidenza che cala al 31% in matematica e al 29% in lettura per i quelli di seconda generazione.

   Edilizia scolastica – La qualità delle infrastrutture è fondamentale per lo sviluppo delle capacità di apprendimento ma in Italia il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico.

  Quanto alle scuole inadeguate dal punto di vista infrastrutturale, le differenze regionali sono marcate: se in Toscana, Campania, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto il 70% o più dei ragazzi frequenta scuole inadeguate, la percentuale cala a quasi un terzo nella Provincia Autonoma di Trento e Bolzano e in Valle d’Aosta. La qualità degli spazi fisici della scuola influenza – spiega il Rapporto – notevolmente le capacità di apprendimento da parte degli alunni ma la situazione italiana appare critica: sui circa 33 mila edifici censiti in modo completo dall’anagrafe scolastica, il 50% è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore della normativa sul collaudo statico degli edific1. La situazione di degrado in cui versa parte consistente dell’edilizia scolastica rappresenta un fattore essenziale della povertà educativa Italia, anche perché va a colpire soprattutto le fasce della popolazione minorile già di per se più svantaggiate.

   La qualità degli istituti – Il 60% degli alunni italiani di 15 anni frequenta scuole non adeguate a garantire la qualità dell’apprendimento. Secondo lo studio, anche le caratteristiche della scuola frequentata, come la qualità delle infrastrutture, la connessione ad internet, la partecipazione ad attività extracurriculari, sono correlate all’incidenza della povertà educativa. Il Rapporto rileva che il 45% dei ragazzi in condizioni socio-economiche svantaggiate che hanno aule con connessioni internet carenti, non raggiunge le competenze minime in matematica e il 41% in lettura, percentuale che scende a 43% e 28% se le scuole sono ben connesse. In diverse regioni la percentuale di aule non connesse supera il 30% (Basilicata, Piemonte, Veneto, Lazio, Friuli Venezia Giulia), con una punta di quasi il 40% in Calabria. Lo studio fornisce elaborazioni di dati Pisa-Ocse e lancia tre obiettivi, elaborati con il contributo di un Comitato Scientifico, per eliminare entro il 2030 in Italia la povertà economica ed educativa, sull’esempio dei nuovi obiettivi di Sviluppo Sostenibili indicati dalle Nazioni Unite: innanzitutto, tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni; tutti i minori devono poter avere accesso all’offerta educativa di qualità; infine va eliminata la povertà minorile per favorire la crescita educativa. Ogni obiettivo è declinato attraverso l’individuazione di target specifici e obiettivi intermedi. Per raggiungere il traguardo, Save the Children invita ad un’azione immediata tutti gli attori e istituzioni impegnati nella tutela dell’infanzia nel Paese e presenta una serie di proposte specifiche.

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