MARIO VENUTI EMOZIONA I CATANESI IN UN CONCERTO MEMORABILE IN CHIAVE TROPICALISTA

Sabato scorso, al Teatro Massimo Bellini, grazie all’organizzazione di Puntoeacapo.

Un concerto caratterizzato da colori forti e vivaci, un’opera d’arte unica, un grande tributo al movimento tropicalista grazie alla rilettura delle canzoni più popolari e del proprio repertorio. Mario Venuti si diverte a giocare, strizzando l’occhio a quel mondo che ha sempre caratterizzato il suo stile: grazie al grande lavoro di Tony Canto, plasma e conferisce nuova forma ad alcuni brani di conclamato successo della canzone italiana, spaziando tra generi diversi tra loro e decenni lontani e più vicini, restituendo ai brani prescelti originalità e continuità tra la canzone italiana e i tropici. Tra i jazz club ed i teatri più prestigiosi d’Italia, anche il “Massimo Bellini”, tempio della musica catanese, ha accolto il proprio figlio Mario Venuti e la sua band, che, insieme, hanno presentato il loro concerto nell’ennesima tappa del TROPITALIA TOUR, dal nome dell’ultimo disco, “Tropitalia”, appunto. Come già successo e come ancora avverrà, Mario Venuti a Catania ha ritrovato il proprio pubblico, regalando emozioni anche grazie al talento innato del suo produttore artistico Tony Canto (chitarra ed ukulele), e di Vincenzo Virgillito al contrabbasso, Neilton Dos Santos alle percussioni e Manola Micalizzi (musicista e voce dei catanesi “Babil on Suite”) alle percussioni e cori. Una lunga scaletta di sedici brani, ulteriormente corroborata da ben tre “bis”, ha estasiato il pubblico presente, accorso per applaudire il proprio beniamino. Mario racconta della sua scommessa sull’idea da realizzare, felice di avercela comunque fatta, e subito attacca con Tutto questo mare, ben associando i tropici all’idea di viaggio raccontata dai protagonisti cantati nel brano. È la volta, poi, di Vivere, un brano del 1937 cantato negli anni dai più grandi interpreti italiani, anche moderni.

Lo stesso Mario si compiace del risultato ottenuto, traghettando la musica leggera di consumo alla versione tropicale. Il pubblico accoglie con un’ovazione le prime note di Crudele, il refrain si sposa bene con il sound fresco e ritmato. Arriva il momento di Quella carezza della sera, cantato da tutti per via della notorietà del brano portato al successo dai New Trolls. Nuovamente il cantante introduce il successivo brano, definendolo “motivazionale”, Il più bravo del reame, ricordando di quando, arrivato a Milano, era dura emergere e mettere in mostra il proprio talento. Due grandissimi della musica leggera, Lucio Dalla e Gianni Morandi, ispirano il successivo successo, Vita. Mette via la fedele chitarra Mario per intonare Adesso con chi stai? e alla fine del brano lascia il palco, passando la scena a Tony Canto che, accompagnato dal solo contrabasso, esegue la sofisticata ed elegantissima Moltiplicato – Brasil. Lo stesso Tony Canto attacca con Parlami d’amore Mariù, altro storico brano anni ’30, ma Venuti rientra sul palco e duetta con lui, con un risultato di indubbio effetto. Spettacolo puro, in chiave brasiliana già dalle origini, Niña Morena, un cavallo di battaglia vero e proprio. Altro brano popolarissimo, intonato all’unisono dal pubblico, il successo di Adriano Celentano Una carezza in un pugno, con sonorità e sfumature davvero indovinate. Non ci si ferma più e anche in questo caso i fans accompagnano Mario Venuti in ogni strofa: Il cuore è uno zingaro di Nada coinvolge ancora di più nella sua nuova veste in chiave tropicalista. Altro pezzo originale, che denota pienamente l’orientamento musicale del cantante è Fortuna. Il ritmo sale d’intensità e l’esecuzione è perfetta, simbiosi assoluta tra musica, percussioni e canto, c’è tanta partecipazione al momento di Xdono, il grande successo di Tiziano Ferro. Ma non meno coinvolgente ed eccitante, raffinato ed elegante, è il pezzo successivo, cavallo di battaglia di Alan Sorrenti negli anni ’70 Figli delle stelle. Il tema delle stelle in comune, non poteva mancare Mario di agganciare alla precedente la propria Caduto dalle stelle. Ancora Nada, nel grande successo che la lanciò nel ’69, Ma che freddo fa, in una raffinata versione solo canto ed ukulele. Si chiude con quest’ultima hit la scaletta di Mario Venuti, che non manca di ripresentarsi alla canonica richiesta di bis invocata a gran voce dal pubblico, dalla platea alla galleria. L’artista e la sua band regalano a tutti un altro grande momento di musica, eseguendo in progressione Maledetta primavera, Veramente e Nel blu dipinto di blu, a tutti nota come Volare, in portoghese. Alla fine, gli artisti salutano il pubblico tenendosi per mano al centro del palco, alla maniera degli attori, tra autentiche ovazioni e grandi apprezzamenti.

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