L’urna di S. Filippo di Agira sarà esposta per altre due domeniche

AGIRA (EN) – San Filippo di Agira, detto anche San Filippo siriaco, nacque in Tracia, regione sudorientale della penisola balcanica allora provincia romana, ai tempi di Arcadio, imperatore romano d’Oriente (395-408), e fu un sacerdote che nel V secolo venne a evangelizzare le zone interne della Sicilia centro-orientale, stabilendosi ad Agira dove fu edificata una chiesa e in seguito un monastero. Il simbolo della sua venerazione è la pregevole urna, opera d’arte dell’argenteria siciliana tardo rinascimentale e barocca. La cassa delle reliquie è tornata a splendere e l’urna è esposta e  lo sarà per altre due domeniche durante la messa vespertina della domenica, dopo un accurato restauro voluto dal parroco Giuseppe La Giusa, su progetto dell’arch. Rosario Sanfilippo e finanziamento parziale della Provincia regionale di Enna, effettuato sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Culturali di Enna, dalla ditta G. E. Alagna di Marsala in collaborazione della ditta A. Amato di Palermo.

Costituita da una struttura lignea in pioppo a forma  di parallelepipedo con coperchio a forma di capanna, ricoperta di lastre di argento finemente cesellate e fuse in un laboratorio siciliano alla fine del Cinquecento e nei primi decenni del Seicento. I suoi lati presentano l’alternarsi di colonne tuscaniche e nicchie nelle quali sino incastonate le statuette delle virtù teologali Fede Speranza e Carità provenienti da altra opera, di differente epoca sono le statue in ottone applicate sulle toppe delle antiche firmature poste sul coperchio. Al centro del coperchio è stata reimpiantata una statuetta del Santo Esorcista in sostituzione di quella rubata.

L’urna, protagonista nei suoi quasi quattrocento anni di storia, di tantissime “cadute” miracolose che hanno prodotto ammaccature e danni, ritorna felicemente ad essere esposto. Nell’11 maggio del 1644, alla fine della “Processione delle reliquie”, la caduta della cassa, coincise con il ritorno della parola che aveva perso diciotto anni, allo spiritato Vito di Vanni di Regalbuto. La sua esposizione è auspicio di eventi altamente spirituali e miracolosi.

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