L’università di Catania ci mette il “Cuore”

L’Università di Catania, unico ateneo in Italia, aderisce al progetto ‘Cuore’: controlli di prevenzione per docenti e dipendenti over 35  In Italia un soggetto su 2 colpito da malattie cardiovascolari, uno su 3 muore. In Sicilia 50 mila persone con scompensi cardiaci

progettoCuoreUnict

“L’adesione dell’Università di Catania al progetto rientra tra le iniziative di questa amministrazione finalizzate a migliorare il clima dell’ateneo partendo dalla risorsa più importante, ovvero il suo personale. Per raggiungere questo obiettivo è necessario migliorare la componente del benessere del dipendente, un aspetto fondamentale e di particolare importanza per la nostra Università che, anche con questo progetto, intende prendersi cura del personale docente e tecnico amministrativo”. Con queste parole il rettore Giacomo Pignataro, ha evidenziato i motivi dell’adesione dell’Università di Catania, unico ateneo in Italia, al progetto nazionale  “Cuore. Epidemiologia e prevenzione delle malattie ischemiche del cuore”, promosso dall’Istituto superiore di Sanità e finalizzato proprio alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

“La prevenzione ricopre un ruolo fondamentale nel campo delle malattie cardiovascolari perché un intervento preventivo consente di non far comparire il danno; dopo, quando il fatto è compiuto, i danni possono infatti essere irreversibili – ha spiegato il prof. Corrado Tamburino, cardiologo dell’azienda universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania, nel corso dell’incontro con i giornalisti che si è tenuto questa mattina al Palazzo centrale –. Basti pensare che, da recenti studi sulla popolazione italiana, è emerso che un soggetto su 2 si ammala di malattie cardiovascolari e uno su 3 muore. In Sicilia esistono 50 mila soggetti con scompensi cardiaci. Sono numeri che devono far riflettere”.

“Conoscere il proprio indice di rischio cardiovascolare, sulla base del punteggio individuale e della carta dei rischi – ha aggiunto il prof. Tamburino -, significa avere la possibilità di prevenire, nel medio e lungo periodo, molte malattie cardiache. E’ indispensabile, quindi, una prevenzione primaria ed una secondaria (successiva all’evento cardiovascolare) per approntare le terapie atte migliorare lo stato di salute o addirittura salvare la vita del paziente e, al tempo stesso, ad abbattere i costi sanitari e quindi sociali”.

Sui dettagli del progetto si sono soffermati il medico competente dell’Ateneo di Catania Carlo Sciacchitano e il responsabile dell’unità operativa “Servizio prevenzione e protezione” dell’Università di Catania Antonio Gulisano alla presenza dei componenti dell’Ufficio medico competente Cristina Colonna, Luca La Manna e Leonardo Serafino. “A partire dal mese di settembre, su prenotazione, nei locali dell’Ufficio del medico competente (Corpo “A” del comparto 10 in via Santa Sofia 87, di fronte il “Policlinico”), i docenti e il personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo – di età compresa tra i 35 e i 65 anni – potranno effettuare una valutazione preliminare del proprio stato di salute cardiaca, attraverso un’anamnesi effettuata dal medico competente e un prelievo di sangue” ha spiegato l’ing. Gulisano.

 “Gli esami saranno eseguiti con uno speciale apparecchio concesso in dotazione gratuita dall’Avis di Catania – ha aggiunto il dott. Sciacchitano, presidente dell’associazione di donatori – saranno presi in considerazione otto fattori di rischio (parametri come età, sesso, diabete, soggetto fumatore, pressione arteriosa, colesterolo totale e Hdl, terapia antiipertensiva). Grazie a tali controlli sarà possibile conoscere il proprio indice di rischio cardiovascolare che indicherà la percentuale di contrarre una malattia cardiaca nei prossimi dieci anni. Sulla base del “rischio” il soggetto sarà monitorato: se superiore o uguale al 20% ogni 6 mesi; tra il 5% e il 20% ogni anno; se inferiore al 5% ogni 5 anni. I soggetti con indice di rischio uguale o superiore al 10% saranno sottoposti ad ulteriori accertamenti (Ecg basale, Doppler dei tronchi sopraortici, ecocardiogramma, prova da sforzo) condotti dallo staff del prof. Tamburino. Tra gli obiettivi del progetto, oltre a monitorare lo stato di salute del dipendente, anche quelli di migliorare lo stile di vita, sensibilizzare la comunità sulle malattie cardiovascolari e promuovere la donazione di sangue”.

 

 

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