Lo sport? Antidoto unico contro le malattie. Ma attenzione agli accidenti cardiovascolari

Stop alla vita sedentaria e via allo sport. Continua la campagna “Non fare autogoal”

L’Associazione Nazionale Medici Cardiologi (Anmco), come ogni anno, con il suo presidente, il cardiologo catanese dr. Michele Gulizia, primario del Garibaldi, ha organizzato la Campagna coinvolgendo non solo settecento strutture cardiologiche sparse in tutto il territorio nazionale, ma anche la Federazione Gioco Calcio, quale testimonial, nonché quarantamila studenti di età compresa tra il 3^ e 5^ anno delle scuole secondarie, cui vengono impartite le varie nozioni da espandere ai compagni. Contestualmente è stata organizzata una sottoscrizione di fondi, che serva all’acquisto di centinaia di defibrillatori. Tali adempimenti, legati alla Campagna annuale da parte dell’Anmco, trovano piena attuazione in una rete di gazebo, montati sulle varie piazze, al cui interno una equipe di medici specialisti in Cardiologia e di paramedici, spiegando le strategie utili alla prevenzione dalla morte improvvisa e, fornendo anche utili consigli per il primo intervento: il tutto con l’ausilio di appositi manichini opportunamente manovrati. ‘È fondamentale, ai fini di una concreta prevenzione, non sottovalutare campanelli d’allarme come capogiri o perdite momentanee di coscienza: spesso non sono nulla di grave, ma occorre indagare. Per salvare la vita a chi è colpito da attacco cardiaco servono la rianimazione cardiopolmonare per ridurre i danni cerebrali da carenza d’ossigeno e defibrillatori in ogni campo sportivo o palestra pubblica, per dare la “scossa” al cuore e farlo ripartire’, afferma lo stesso dr. Gulizia.

Si tratta anche di un’aperta “lotta alla sedentarietà”, uno dei primari fattori di rischio per il cuore oltre che – come largamente documentato – per l’insorgenza e lo sviluppo di tumori. Ma al tempo stesso, nella pratica di qualsivoglia attività sportiva, adottare le giuste regole di prudenza, al fine di scongiurare quegli accidenti cardiaci che spesso sfociano nella morte improvvisa, anche nei giovani e nei giovanissimi. Obiettivo, quest’ultimo, che va raggiunto attraverso una preventiva visita di controllo cardiologico, con il supporto di un certificato redatto in prima battuta e con assoluto rigore dal medico di famiglia e supportato da un approfondimento specialistico, nei casi di attività agonistica. Oltretutto è prioritario ampliare la rete dei defibrillatori in dotazione alle varie associazioni e ai vari campi di gioco, allo scopo di fronteggiare un’eventuale aritmia, che va sotto il nome di fibrillazione ventricolare. Infine, insegnare ai componenti delle squadre, ivi compresi, naturalmente, gli istruttori e gli arbitri, le più elementari manovre di rianimazione cardiopolmonare da porre in atto nelle more dell’arrivo di un’ambulanza.

Altrettanto incisivo il monito sulla prevenzione dal cancro attraverso una “migliore qualità della vita”, monito che scaturisce dai vari incontri sul tema “Non fare autogoal”. Tali incontri, che si susseguono in tutta Italia, vantano in qualità di testimonial i più noti giocatori di calcio. In tale ambito, s’inserisce l’incontro svoltosi nel capoluogo etneo, nel salone del Liceo Galileo Galilei, tra gli studenti e l’amatissimo giocatore del Catania calcio, Nicola Legrottaglie. Occasione unica per accogliere il severo monito del calciatore rossozzurro, che ha detto ‘Un’adolescenza all’insegna della pigrizia: è così che trascorrono i loro anni migliori i giovani siciliani. L’attività fisica, infatti, è un abitudine settimanale solo per il 39% degli undicenni (contro una media nazionale del 42%), per il 35% dei 13enni (contro una media nazionale del 44%) e per il 32% dei 15enni (contro una media nazionale del 38%). Il risultato? Il 60% degli under 15 ha problemi di peso. Dati allarmanti, perché lo sport riduce le possibilità di sviluppare un cancro e le persone sedentarie hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Ecco perché diventa fondamentale la sensibilizzazione dei giovani a stili di vita sani, magari con la collaborazione dei campioni dello sport. È con grande piacere che ho accettato di partecipare nuovamente a un progetto così importante, rivolto agli adolescenti, i nostri primi tifosi. La scuola è il luogo dove spesso cominciano le cattive abitudini, ma gli adolescenti devono capire che uno stile di vita sbagliato alla loro età compromette la loro salute da adulti. L’attività fisica? Non posso pensare a ragazzi poltroni che preferiscono la tv o i videogiochi a una bella partita a calcio con gli amici!’.

Vogliamo far capire che la vera sfida contro il cancro inizia da giovani’, ha commentato il dr. Vincenzo Adamo, coordinatore regionale AIOM per la Sicilia, intervenuto insieme alla preside Gabriella Chisari. ‘L’importanza di un corretto stile di vita, fin da ragazzi, è ampiamente dimostrata nella prevenzione oncologica: il 40% dei decessi per tumore, infatti, è causato da fattori di rischio potenzialmente modificabili’. Ecco, il principale obiettivo della campagna “Non fare autogol’, che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare importanti valori e messaggi di salute, per renderli più incisivi. Al fianco di AIOM si sono schierati anche la presidenza del Consiglio dei ministri, il CONI e la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC). Un progetto innovativo, che – fino al termine del campionato – coinvolge tutte e 20 le squadre del calcio di Serie A. Un vero e proprio ‘Tour della prevenzione’ in 15 città, che può contare su un media partner d’eccezione: tutti gli incontri negli istituti, infatti, sono ripresi da Sky Sport, che manda in onda contributi video e interviste esclusive, all’interno di programmi dedicati e sul sito www.skysporthd.it.

Nel 2013 sono state registrate in Italia circa 366.000 nuove diagnosi di cancro (erano 364.000 nel 2012) – ha aggiunto Adamo. In Sicilia, nel 2010 si sono registrati 16.556 casi, con 10.025 decessi, mentre erano 96.063 le persone viventi colpite in passato da una neoplasia. Ma nel nostro Paese migliorano le percentuali di guarigione: il merito è da ricondurre ad una più alta adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, alla maggiore efficacia delle terapie e alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione, come proprio il progetto “Non fare autogol”.

Perché prevenire, è sempre meglio che curare (sempre che, poi, si possa curare..)!

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