Lo smartphone come “portafoglio digitale”

Cresce l’uso del pagamento elettronico “in mobilita’ “

 

CATANIA – Il telefono cellulare, ormai sempre più nelle vesti di “smartphone”, mira a diventare tra i principali strumenti di pagamento digitale, complementare o addirittura sostitutivo delle usuali carte di credito e prepagate, diventando a tutti gli effetti un “borsellino elettronico”. Quante e quali sono le tecnologie esistenti? Ma soprattutto, sono sicure? A questi interrogativi si è data risposta ieri pomeriggio (7 marzo) nel corso del convegno “La sicurezza digitale: pagamenti elettronici ed identità digitale, evoluzioni future nell’ era internet”, organizzato dall’ Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri della provincia di Catania.

È stato approfondito in particolar modo il tema del “Mobile Proximity Payment”, ovvero dei casi di vicinanza fisica tra l’acquirente e il prodotto o servizio da comprare, come, ad esempio, il pagamento del parcheggio auto o dei mezzi di trasporto pubblici, e l’acquisto presso distributori automatici. «È un mercato destinato a crescere nel prossimo futuro; l’ingegnere dell’informazione ha un ruolo centrale in questo processo evolutivo del sistema. Occorre pertanto intensificare le attività formative per dotarsi di conoscenze e specificità tecniche sempre più attuali. L’Ordine di Catania vuole cogliere fin da subito questa sfida per permettere ai nostri iscritti di affrontarla con preparazione e professionalità» ha commentato il presidente Santi Maria Cascone.

L’universo delle nuove tecnologie è davvero vasto, al punto che «in uno scenario evolutivo che digitalizza sempre più le informazioni, è sentita l’esigenza di rendere più certa e tracciabile l’identificazione degli individui nell’immancabile rispetto della privacy personale» ha aggiunto il presidente della Fondazione Aldo Abate. Durante l’incontro – moderato dal delegato dell’Ordine alla Commissione Telecomunicazioni e Informatica Fabio Filippino – è stato approfondito infatti anche il tema dell’identità digitale, necessaria da certificare e tutelare affinché i cittadini possano utilizzare in tutta sicurezza i servizi pubblici offerti nella rete web.

«I sistemi digitali sono tendenzialmente protetti, con percentuali che superano il 90%. Non si possono escludere in assoluto i furti di dati, ma d’altronde anche nella realtà “non virtuale” non si può scartare l’ipotesi di rapina in caso di transazioni di denaro. I dispositivi di pagamento installati nei circuiti commerciali o gli stessi telefonini sono sottoposti a continue e necessarie modifiche proprio per introdurre nuovi aggiornamenti in materia di sicurezza dei dati» ha affermato Aurelio La Corte, docente al Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica dell’Università etnea, che è stato relatore del convegno insieme al dirigente di Data Management Vincenzo Passanisi, e ai liberi professionisti Angelo Cavallaro e Andrea Tanasi.

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