Lo sbarco sulla luna e la teoria del complotto

Lo sbarco dell’uomo sulla luna, fu uno degli eventi più importanti della storia. Nonostante le inconfutabili prove della NASA, la teoria del complotto lunare non ha mai cessato di esistere. Molti scettici sostengono sia stata tutta una messa in scena girata in studio. Da cosa nasce la teoria del complotto? Da chi è stata resa nota?

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Il 20 luglio del 1969, alle ore 20:18, ebbe inizio la missione Apollo 11, grazie alla quale ci fu il primo sbarco sulla luna. I primi a mettere piede sulla superficie lunare furono gli astronauti americani Neil Armstrong e Buzz Aldrin, che piantarono su di essa una bandiera degli Stati Uniti e raccolsero 21,5 kg di rocce lunari. Il terzo membro della missione, Michael Collins rimase in orbita in attesa di riportare i due astronauti sulla Terra. Secondo molti scettici, questo evento non è mai accaduto e si ipotizza che tutto fosse stato falsificato dalla NASA e dal governo degli Stati Uniti per questioni politiche e per potersi appropriare di questa importantissima missione.

La teoria del complotto dell’allunaggio venne resa nota per la prima volta nel 1976, con la pubblicazione del libro We Never Went To The Moon (non siamo mai andati sulla luna), scritto da Billy Kaysing e Rendy Reid. Esso spiega che l’allunaggio non sarebbe mai potuto essere fattibile, per via della scarsa tecnologia degli anni sessanta e che il motivo della messa in scena sarebbe stato di natura economica. Il tutto avrebbe avuto luogo all’interno di uno studio, con l’aiuto di effetti speciali.

Kaysing sosteneva che i filmati fossero stati girati alla Norton Air Force Base di San Bernardino e che fossero stati opera del regista Stanley Kubrick, il quale girò nel 1968 il film 2001: Odissea nello spazio, ricco di effetti speciali. Secondo le dichiarazioni della figlia di Kubrick, il padre non avrebbe mai girato nessun filmato in studio e ha definito la teoria del Kaysing “una menzogna grottesca”. Andrew Chaikin autore del libro A man On The Moon del 1994, era invece convinto che il complotto esistesse già dalla missione Apollo 8 del 1968. La teoria è stata smontata più volte grazie a delle prove inconfutabili. Sulla luna furono raccolti 382 kg di rocce, durante tutte le missioni Apollo. Queste rocce risalgono a 4,5 miliardi di anni e sono quindi molto più vecchie rispetto a quelle terrestri e simili a quelle recuperate dalla sonda durante il Programma Luna dell’Unione Sovietica. La datazione delle rocce è stata stabilita da dei ricercatori della Curtin University of Technology, in Australia. Un’altra prova che smonta la teoria del complotto, sono le immagini della NASA risalenti al 2009, riprese durante la missione Lunar Reconnaissance Orbiter, le quali mostrano i moduli di atterraggio sulla superficie della luna e le orme degli stivali di Armstrong.

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Anche se la missione è stata gestita dalla NASA, le immagini riprese dalla macchina fotografica (oltre 340 e di buona qualità) sono controllate da gruppi accademici, come il LROC Science Operations Center della Arizona State University. Le domande più comuni che si pongono i complottisti, riguardano la bandiera che sventola, nonostante non vi fosse vento sulla luna, il cielo non stellato, le impronte o la lettera C su una roccia. A tutte queste domande, vi è senza dubbio una spiegazione plausibile. La bandiera piantata sulla superficie, sembra esser mossa dal vento perché sorretta da una barra di alluminio che ha causato la vibrazione della stessa. Il cielo era privo di stelle in quanto le immagini furono scattate durante il giorno lunare, quindi il sole avrebbe oscurato quelle con la luce più debole. L’impronta non è visibile sulla roccia perché troppo dura, infatti quella di Armstrong è stata impressa sulla polvere ed è rimasta intatta per l’assenza di vento. La lettera C (molto simmetrica) sulla roccia, fu secondo la NASA uno scherzo architettato da chi ha sviluppato le foto, ma si sostiene anche che potrebbe esser stato un capello caduto sulla pellicola.

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