L’energia del Teatro rivive “U VACCINU”, libera rielaborazione de “U Contra” di Nino Martoglio

Il Covid, per chi ha avuto la forza di credere che prima o poi   la rinascita potesse arrivare, non ha ucciso i sogni.

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Ed ecco che dopo mesi di angoscia ed incertezze legate al mostro invisibile chiamato Coronavirus, dopo un lungo percorso accidentato, la compagnia teatrale Fabbricateatro  mette in scena “U Vaccinu”, riadattamento della commedia del 1918 scritta dallo scrittore siciliano Nino Martoglio.

Lo spettacolo U VACCINU, nato dalla sapiente Regia di Elio Gimbo, ha visto la sua prima teatrale, Giovedì  30 Luglio nel Giardino Pippo Fava del Centro teatrale Fabbricateatro di Catania.

La rappresentazione, intensa, comica e dai ritmi incalzanti, rivaluta in modo ironico ed attento il capolavoro di drammaturgia “U Contra” di Nino Martoglio, sostituendo la paura, le incertezze e le leggende dettate dall’ignoranza popolare, sul sistema di contagio e la propagazione del colera, alle attuali dinamiche popolari sul contagio da Covid-19.

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Ne esce fuori un’esilarante commedia che in corso di rappresentazione, fa emergere diversi temi sociali di grande rilevanza, temi quali l’anti-mafia popolare, la disperazione che avvolge i cittadini nell’incertezza economica e sanitaria del proprio presente, la paura del contatto fisico tra esseri gli esseri umani, o ancora il disagio culturale dei ceti meno abbienti.

Lo spettacolo, ambientato a Catania nel quartiere popolare di San Cristoforo, risalta diversi elementi grotteschi di una Catania palesemente Naif e rocambolesca, dove le forze dell’ordine vengono sostituite da una giustizia Fai da te.

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Gli attori, bravi tutti, Savì Manna (Don Procopio), Cinzia Caminiti (Zia Saridda), Carmelo zuccaro (Don Cocimo Benati), Sabrina Tellico (Zia Ciccia), Daniele Scalia (Don Pietro), Marco Cambiano (Il dottore), Alessandro Chiaramonte (Peppino), Paola Collorafi (Donna Concetta), Francesca Coppolino (Agatella), Carmelo Incardona (Pippo), William Signorelli (Nitto) e Marilena Spartà (Betta), riescono grazie anche al “realismo dialettico”, a rendere comica un tragedia sociale, permettendo così agli spettatori di immedesimarsi o di identificare nei personaggi, un individuo realmente conosciuto o vissuto,  ora nel superlativo Don Procopio  ora nella risolutiva Zia Saridda.

U VACCINU andrà in scena, nel pieno rispetto delle misure anti-Covid, sino al 6 Settembre. Mai come adesso si ha la necessità di far rivivere il Teatro e di rivivere grazie ad esso.

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