Lega Pro, Messina: sull’orlo del precipizio

La situazione in riva allo Stretto diviene sempre più caotica, minuto dopo minuto. La gara di Pagani, in programma domani, non dovrebbe essere a rischio, ma i calciatori sono in aperta protesta con Natale Stracuzzi.

messinanelpallone.it
messinanelpallone.it

Ci sarebbe molto da dire, eppure si fa fatica a trovare le parole giuste. Spesso e volentieri il mestiere del “calciatore” è etichettato come sempliciotto, come nazional-popolare, vituperato per il giro di denaro che provoca, avvelenato da polemiche di ogni sorta. Ma ci sono storie, ci sono casi, in cui il “calciatore” è semplicemente un uomo, magari padre e marito, che cerca di far valere i propri, sacrosanti, diritti. Quanto sta accadendo a Messina ha un non so che di surreale, di paradossale, una commedia degna del miglior Pirandello. Per capire tutto appieno bisogna fare un passo indietro abbastanza consistente. 15 novembre 2015, allo stadio “San Filippo”, si disputa l’attesissimo derby tra Messina e Catania. Per l’occasione, il comune, in accordo con la società peloritana, decide di aprire settori dell’impianto normalmente chiusi. E’ una festa di sport, mancano i tifosi etnei, ma il calore del popolo giallorosso si percepisce anche solo con un battito di ciglia. Prima del fischio iniziale prende la parola il presidente dei padroni di casa Natale Stracuzzi. E’ ovazione. Cori a suo favore, apprezzamento tangibile, come se il popolo messinese fosse riconoscente a quanto fatto dal massimo dirigente, capace di risollevare le sorti di una compagine caduta in disgrazia (e tornata in serie D). E’ passato meno di un anno e mezzo e l’orizzonte è completamente diverso, l’atmosfera non più pacifica. 

Natale Stracuzzi, oggi, è l’uomo meno amato in riva allo Stretto. Non solo da parte dei tifosi, ma anche, cosa ancor più grave, dai suoi giocatori stessi. Sin dall’inizio di questa stagione il futuro del Messina è apparso nebuloso. Non era sorprendente sapere che Stracuzzi aveva il chiaro obiettivo di passare la mano. Tante le ipotesi circolate, tanti i nomi, tante le cordate, alcune anche straniere. Ma di passi in avanti nemmeno l’ombra. Ed intanto la società cominciava ad avere problemi di liquidità. Mesi fatti di rivoluzioni e contro rivoluzioni. Limite che, man mano, appariva sempre più visibile. Fino agli ultimi giorni quando, nonostante i positivi risultati della squadra sul campo, condotta da uno straordinario Cristiano Lucarelli, allenatore, ma anche fratello maggiore dei propri giocatori, il caos ha raggiunto picchi insostenibili. Sembrava fatta per il passaggio delle quote societarie ad una cordata calabrese, sembrava che qualcosa di positivo stesse per prendere vita, quando all’improvviso è arrivato il dietrofront dei potenziali acquirenti. La motivazione? Condizioni non conformi a quanto dettoci. Questo è quanto spiegato da Pasquale Gerace, esponente principale del gruppo in questione. In pratica, la “proprietà Stracuzzi” aveva assicurato l’esistenza di un credito che la Lega avrebbe dovuto versare a breve nelle casse del Messina. Somma che, in realtà, fu già versata mesi addietro. Bugia, menzogna, nessuna intenzione di proseguire il dialogo, situazione di nuovo in stallo.

Quando la depressione aveva cominciato a farsi largo in modo semi-definitivo, ecco una nuova piccola luce di speranza. Proprio sul gong del 16 febbraio, giorno in cui si sarebbero dovuti pagare stipendi più contributi ai giocatori, a farsi avanti è Franco Proto, già interessato all’acquisto nel Messina negli ultimi mesi del 2016. Che sia finalmente giunto il momento di poter ben pensare? “Ovviamente” no. A bloccare tutto è Stracuzzi. Quest’ultimo, infatti, non ha firmato le carte del caso, bensì ha chiesto di potersi sedere nel CdA con la possibilità di mantenere la massima autonomia gestionale fino al 30 giugno. Insomma, ulteriori ostacoli che hanno avuto un effetto mai visto prima. I giocatori, infatti, insieme con Cristiano Lucarelli, hanno deciso di recarsi al cantiere navale Dea, di proprietà di Stracuzzi ai fini di ottenere spiegazioni. Proteste, discussioni animate tra il difensore giallorosso Maccarone e la moglie di Stracuzzi e situazione quanto mai problematica.

I due punti di penalizzazione in classifica ormai sono realtà, essendo ormai passato il 16 febbraio. In più, pare che la fideiussione presentata qualche settimana fa sia “inesatta” e ciò potrebbe portare ad ulteriori punti di penalità. Ma più che al probabile segno meno in classifica, si pensa al futuro. La gara di Pagani di domani dovrebbe giocarsi, non è detto che lo si faccia la prossima settimana, quando sarà in programma Messina-Catania. Come non è detto che si termini la stagione. Un epilogo infelice, triste. Perché a volte il calcio diventa qualcosa di più di un semplice sport, a volte questo tanto criticato e vituperato gioco del pallone può dare spunti su cui riflettere. E riflettere per davvero.

a Cognita Design production
Torna in alto