Le relazioni internazionali chiavi di lettura della storia!

Il professor François Brizay, maître de conférences presso l’Università di Angers, ha tenuto una lezione sulle relazioni tra Cristianità e Islam in età moderna

Entrare nella storia con le chiavi di lettura giuste per comprendere gli intrecci delle relazioni internazionali fra i popoli. Questo è stato l’oggetto di una prolusione del prof. François Brizay: maître de conférences presso l’Università di Angers, che ha intrattenuto gli studenti universitari del dipartimento di Scienze della Formazione  sul tema dei rapporti tra l’Impero ottomano e i Paesi europei in epoca moderna ed il riscatto dei ‘captivi’ crisitiani in Africa del nord in età moderna.

L’iniziativa è stata organizzata dal docente Roberto Tufano della Cattedra di Storia Moderna del Dipartimento di Scienze della Formazione. Il prof. François Brizay, studioso delle relazioni internazionali e culturali tra l’Impero Ottomano e i Paesi d’Europa nei secoli XVII e XVIII ha  illustrato le relazioni di natura politica, commerciale, culturale e religiosa che i cristiani d’Europa intrattennero con i musulmani ottomani, che ancora oggi suscitano l’interesse di numerosi studiosi del mondo ottomano, stimolarono l’interesse degli stessi contemporanei agli eventi sin dal primo affacciarsi dell’Islam nel Mediterraneo nell’VII secolo. La difesa della Cristianità di fronte all’impetuosa minaccia, territoriale e religiosa, dell’Islam. L’affermazione degli interessi politici ed economici in Levante. Sono temi che ancor oggi l’Occidente si pone di fronte alle incursioni, seppur pacifiche,  delle popolazioni islamiche. Voltandosi indietro nella storia il prof. F. Brizay, nella sua disamina sulla storiografia francese, ha invertito la rotta, proponendo l’esempio emblematico della Francia di Francesco I che, per esterndere i confini su zone che suscitavano interessi commerciali nel Mediterraneo orientale, stipulò nel 1535 con il sultano Solimano il Magnifico le Capitolazioni che sancirono ufficialmente la presenza francese nei territori dell’Impero ottomano. La commistione fra le due civiltà ha  dato vita ad una vasta letteratura suscitato dalla necessità di spiegare, se non giustificare, l’alleanza di un re cristianissimo con un sultano musulmano. La necessità di justifier l’injustifiable è ancor più forte quando ci si sposta nelle acque dell’Africa del Nord, in cui i pirati barbareschi, sovvenzionati, incitati e protetti dalla cristianissima Francia, colpivano, riducendoli in schiavitù, i corsari cristiani.

Il riscatto di questi ultimi sarà un altro tema trattato dal prof. F. Brizay nella sua esposizione sulle relazioni tra Cristianità e Islam in età moderna. Lo studioso francese ha trasportato gli studenti fra i flutti del Mediterraneo dove le navi cariche di merci solcavano i mari e si imbattevano nei parati, mostrando le classifiche sulle popolazioni più abili nei commerci: Inglesi, francesi e olandesi; le guerre sante e la lotta per la sopravvivenza,  la guerra turca nel cinquecento e nel seicento, l’atteggiamento del papa; lo svanire progressivo della mediazione pontificia a il rovescio della politica pontificia, per poi approdare allo sviluppo dell’attività marittima dei maghrebini con il flusso delle navi che arrivavano ogni anno, in media, dal Maghreb a Marsiglia e la cattura delle navi dei corsari di Algeri che diedero luogo al fenomeno della  schiavitù descritto con dovizia di particolari dal cattedratico. La relazione è stata integrata dall’intervento della dottoranda di Ricerca presso l’Università degli Studi della Basilicata, Angela De Maia, allieva del prof. Tufano e prof. Brizay che ha illustrato la ricerca effettuata al CADN (Centre des Archives diplomatiques de Nantes) e a Parigi al MAE (Ministère des Affaires étrangères) sulle relazioni politico-diplomatiche, religiose e culturali tra l’Impero Ottomano e la Francia, nel periodo compreso tra la Pace di Karlowitz (1699) e quella di Belgrado (1739).

I lavori sono stati coordinati dal Prof. Tufano  che ha concluso il seminario con una disamina d’insieme su quanto detto in precedenza approfondendo su un ulteriore tema fondamentale nel quadro delle relazioni tra Impero Ottomano e Francia, ossia la pratica dell’inoculazione per la petite vérole ( malattia contagiosa dei bambini) introdotta a Costantinopoli dall’Inghilterra da Lady Mary Montagu nei primi anni del XVIII secolo e diffusa poi in Francia, divenendo uno dei ‘casi’ importanti del Settecento illuminista.

a Cognita Design production
Torna in alto