“Le mariage: toute une histoire”: la manifestazione conclusiva del progetto Comenius

Importante esperienza con apprendimento delle lingue straniere, scambio culturale, savoirs faire, con matrimonio europeo fra tradizione, modernità, valori comuni e simbolo dell’unione dei nostri paesi.

Si è concluso il progetto Comenius in lingua francese “Le mariage: tuoute une histoire…”, promosso dall’Ipsseoa “Karol Wojtyla” di Catania, scuola ospitante, per un dialogo intergenerazionale e interculturale, creando strategie per l’acquisizione delle lingue straniere, che ha accolto le delegazioni di alunni e docenti provenienti da Francia, Spagna, Germania e Belgio accolta con calore e disponibilità, mettendo a disposizione locali e attrezzature, favorendo così la presa di coscienza dei valori culturali comune europei, al di là delle differenze.

Un percorso iniziato lo scorso febbraio, presso la scuola Cecs La Garenne di Charleroi, e le attività sono state coordinate entrambi gli anni dai docenti: Alessandra Costarella, lingua francese, Mario La Rosa, inglese, con il contributo di Claudia Cardone. Focus dell’incontro: il matrimonio, istituzione che riflette ogni singolo aspetto della società. Per l’occasione è stata organizzata una conferenza dall’Istituto “Karol Wojtyla”, passaggio importante del progetto Comenius, nell’aula magna del Convitto nazionale “Mario Cutelli”, Il matrimonio e le sue tradizioni. Storia, arte e società fra Ottocento ai giorni nostri; ha aperto il lavori il dirigente Daniela Di Piazza con un incisivo intervento e formulando i ringraziamenti al Dirigente Scolastico del Convitto Cutelli e ai docenti che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento.

A seguire l’interessante riflessione di Benedetto Caruso – Dirigente responsabile – Unità Operativa di Base – Beni demoetnoantropologici che ha presentato la sua équipe di lavoro. Notevoli e accurate relazioni storiche di Rosy Orlando e Giusy Gattuso, su Conoscenza, fidanzamento e matrimonio in Sicilia. Usi, costumi e tradizioni fra Ottocento e Novecento, ponendo l’accento su usi antichi legati al matrimonio. Tra le varie curiosità si è parlato dell’usanza diffusa tra le ragazze in età da marito,  di mettere tre fave sotto il cuscino per conoscere le condizioni economiche del futuro sposo (la fava intera era presagio di ricchezza, quella sbucciata di moderata agiatezza e quella vuota di indigenza).

In questo tipo di società l’educazione da impartire alle ragazze era affidata alle madri che avevano il compito di istruirle a dovere e farne ottime casalinghe. La sera precedente le nozze, lo sposo usava fare la serenata, la sposa poteva mostrarsi alla finestra dopo la terza canzone. L’ultimo rito prima delle nozze era quello del bagno, simbolo della purificazione. Il secondo intervento a cura di Maria Teresa Di Blasi, ha presentato una serie di foto e quadri di artisti siciliani e non, fra cui il pittore catanese Michele Rapisardi, con tema comune amore e matrimonio.

Con un fascinoso intermezzo artistico Eleonora Nicolaci dei principi di Villadorata con “Scene da un matrimonio principesco”, ha presentato quadri e foto d’autore introducendo la platea nella fantastica favola delle nozze, e raccontato la storia della propria famiglia, giunta in Sicilia nel ‘500, ricca ma priva di titoli nobiliari, acquisiti successivamente proprio grazie ai matrimoni con nobili decaduti.

L’ultimo intervento è stato curato da Alessandra Bentivoglio dell’agenzia “Destination Wedding” organizzatrice di matrimoni e lune di miele.

Al “Karol Wojtyla” di via Anfuso una settimana intensa di grandi preparativi per i matrimoni simulati delle cinque coppie che hanno rappresentato ognuna un’epoca diversa: Spagna matrimonio di fine ‘800, Italia inizi ‘900, Francia anni ’60, Germania matrimonio dei giorni nostri, quello del futuro il Belgio. Il corteo dopo la preparazione degli sposi, si è mosso in macchina con i docenti per giungere nei fastosi e incantevoli saloni di Palazzo Biscari dove si sono svolte le cerimonie nuziali, seguite dai rituali appartenenti ad ogni Paese: fotografie degli sposi, lancio dei bouquet e infine banchetto al ristorante “I 4 – 20” di Catania con danze folkloristiche spagnole, taglio della torta e ballo. Una serata che ha permesso un approccio alle diversità culturali europee coinvolgendo i giovani cittadini dai 15 ai 20 anni, provenienti da istituti scolastici molto diversi.

Hanno lavorato al progetto nell’arco di due anni e impegnati nell’organizzazione di questa settimana i docenti coordinatori stranieri: Françoise Quinet (Belgio), Heike Westphal (Germania), Tesniere Martine (Francia), Óscar Eugenio (Spagna); per il “Karol Wojtyla”: Alessandra Costarella coordinatrice del progetto e referente per i progetti europei insieme a Mario La Rosa, Teresa Ferlito, Graziella Guerrera, Paola Sciotto, Giuseppe Cutrona, Claudia Cardone, Giuseppe Fontanarosa, Calogero Matina, Giuseppe Floresta. E inoltre nella settimana clou si sono aggiunti: Francesca Liotta, Betty Di Mauro, Alfina Arezzi, Marika Restivo, Sergio Perricelli, Tonino Nicotra, Mauro Di Bella, Marilena Del Genio, Salvo Anello. Gli Assistenti di cucina di via Anfuso: Nuccio Principato e Tania Mascali.

Alunni che hanno partecipato, in qualità di sposi, al matrimonio simulato: Italia – Tomarchio Alessandra (4 O AT Via Anfuso), Yuri Pafumi (4 O AT Via Anfuso); Belgio – Gennaro Alessia, Francesco Siragusa (4 O EN Via Anfuso); Spagna – Joan Carles Simó, Victòria Canoves; Francia – Boisaubert Pauline, Daniele Castella (4 O AT via Anfuso); Germania – Sarah Matthieß, Martin Dao Duy. Docenti stranieri partecipanti: Kathalyne Lecomte, Lalmant Vanessa, Castellana Marianne (Belgio); Katrin Swiderski, Susann Todtenhöfer (Germania);  Quero SéverineLuna Jean LouisClement AurélieLanglois Agnès (Francia); Joan Carles Simó, Victòria CanovesCarlos Morales (Spagna).

Questo evento project ha permesso agli studenti di fare uno studio delle tradizioni e bilancio dell’istituzione matrimoniale europea sotto forma di giochi di ruolo, con esposizione di ritratti fotografici, bilanci statistici, e immortalandolo in un video inserito nel format televisivo dell’Ipsseoa “Hospitality school”.

 
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