L’astronomo Miccoli insegna ai ciechi a vedere il cielo

Sta per partire nell’agropontino il primo Corso di astronomia per non vedenti e ipovedenti

“Insegno ai ciechi a vedere il cielo. Toccando la Terra con le mani. Tutto qui”. È un’affermazione secca, detta con estrema semplicità, quella dell’astronomo non professionista Andrea Miccoli, esperto di equinozi e solstizi dell’Unione Astorofili Italiani, ex maggiore dell’Aeronautica e Vicepresidente dell’Associazione Pontina di Astronomia. Poche parole per anticipare all’ADNKRONOS che sta per partire nell’agropontino, alle porte di Roma, il primo Corso di astronomia elementare per non vedenti e ipovedenti, “Watch the Earth”. Un progetto sperimentale, il primo in Italia e in Europa, spiega Miccoli, che partirà il 22 gennaio prossimo, con l’I.Ri.fo.R. Provinciale, l’Istituto per la Ricerca e la Formazione e la Riabilitazione dei ciechi.

Programmato in sei incontri, di due ore ciascuno e per otto persone, il corso si volgerà fino al 12 marzo prossimo presso la Sede Provinciale Unione Italiana Ciechi di Latina. “Far vedere il cielo ai ciechi è possibile. Loro vedono con le mani. Tutto qui” dice l’astrofilo. Per questo obiettivo, spiega Miccoli, “servono solo strumenti adatti a portare in quelle mani il nostro pianeta e gli astri celesti”. E siccome strumenti così non ne ha trovati, Miccoli quegli strumenti li ha costruiti personalmente perché, racconta, “non ne ho visti da nessuna parte nel mondo. Neanche dopo aver navigato per ore su Internet”.

L’idea, continua l’astrofilo, “è nata a conclusione dell’Anno dell’Astronomia dell’Onu che si è chiuso a dicembre scorso. Durante queste celebrazioni ho visto tanti libri di astronomia per ciechi, ma nessun libro è in grado di far vedere le cose. Sono parole. Solo parole”. Da qui è arrivato al suo progetto, “solo apparentemente impossibile”. Miccoli, infatti, ha costruito un mappamondo, un rotogeo, un eliogiro a misura di non vedente. Strumenti da mettere nelle mani di chi non ha più la vista perché, dice, “attraverso il contatto con le mani, anche un cieco può vedere il Sole, la Terra”. Poi ha steso un bel progetto didattico e ha trovato porte aperte nell’Unione Italiana Ciechi. Il Corso è nato così. Ed ha già tutti gli iscritti. 

Animato solo di esperienza e passione, per dare corpo alla sua “mission impossibile” Miccoli ha quindi realizzato un mappamondo di 25 cm di diametro con tutti gli elementi in rilievo. “Con le dita – spiega l’ex maggiore dell’Aeronautica, esperto di missili e radar- si possono “vedere” i bordi di tutti i continenti, delle penisole, delle isole, dei due Tropici differenti tra loro al tatto, e così pure i due Circoli Polari, l’Equatore, la Linea del Cambio di Data, il Meridiano Fondamentale di Greenwich ed alcuni meridiani minori”.

Su questo mappamondo da toccare “tutta la fascia della latitudine dell’Italia, dal Brennero a Lampedusa, è stata evidenziata per tutti i 360° del globo terraqueo” continua Miccoli, sottolineando che “su ogni linea in rilievo, parallelo o meridiano, sono state apposte più targhette, per trovarle facilmente, su cui è scritto in Braille il nome della linea”. E non solo. “Questo mappamondo -continua- è parte di uno strumento più completo chiamato Rotogeo, composto da un piano di legno circolare, di circa 70 cm di diametro, e che ruota intorno al suo centro grazie a dei cuscinetti”.

“Su questo piano circolare -prosegue- sono montati la Terra, cioè il mappamondo di cui sopra, che sta sul bordo, ed il Sole, rappresentato da una pallina da cui fuoriesce un raggio metallico, al centro del piano. Tutto il piano del Rotogeo, che ruota a sua volta, rappresenta il piano dell’orbita della Terra. Questo strumento serve a far conoscere la Terra dal punto di vista astronomico”. E al Rotogeo si aggiunge anche un Eliogiro, un disco di 40 cm che rappresenta l’orizzonte di un osservatore che può trovarsi in qualunque punto della Terra, tra il Polo Nord e l’Equatore. E ancora.

“Intorno a questo orizzonte, che è l’unica parte di Terra visibile ad ogni persona, -dice ancora Miccoli- viene fatto “sorgere e tramontare” a mano il Sole, per dimostrare la diversa lunghezza del dì e della notte e la diversa incidenza dei raggi del Sole sull’orizzonte nelle diverse stagioni dell’anno”. “Solo con questo strumento si può veramente ‘toccare con mano il fenomeno per cui ai poli il giorno e la notte sono lunghi sei mesi” aggiunge l’astrofilo. E non è cosa da poco per chi, come un cieco, vive in una lunga notte senza fine.

Tanti ancora sono gli speciali strumenti per far capire l’astronomia ad un non vedente. È il caso del cosidetto “fascio di raggi paralleli”, un fascio di raggi solari, o stellari, paralleli tra loro, che investono una Terra di 12 cm di diametro. “Questo fascio -spiega Miccoli – è cilindrico con un diametro di 12 cm costruito con cannucce di plastica lunghe circa 40cm”. Con questi strumenti, sottolinea l’astrofilo, iniziamo, in questi primi incontri, come dice il titolo, a studiare l’Astronomia legata al Pianeta Terra, dalla nascita come pianeta del sistema solare alla conoscenza di tutti gli elementi del mappamondo, necessari per la comprensione dei fenomeni astronomici terrestri”.

“Studiamo così -dice ancora- il moto diurno, l’inclinazione dell’asse di rotazione, il moto annuo, le stagioni, l’orbita con i suoi punti notevoli, il movimento di Precessione, la Polare, l’equatore celeste, l’eclittica. Insomma si tratta dei primi passi nell’astronomia e li facciamo aiutati da strumenti che possano aiutare un cieco a vedere quello che sta ascoltando”. “Questi strumenti sono importanti perché aiutano a capire dove siamo e da cosa siamo circondati” taglia corto Miccoli. E per lui è un buon inizio per toccare il cielo con dito.

(Fonte: Adnkronos)

 

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