La rappresentazione de “LA CARCASSA”, nel pieno rispetto delle normative Covid19, ha ridato la speranza ad un settore in grande sofferenza.
Il Teatro Stabile di Catania, nonostante le mille avversità sociali e non solo, non si lascia abbattere, e come dalla sua risurrezione dall’incendio del gennaio del 1981, riprende vita intraprendendo un nuovo viaggio.
La sua stagione teatrale 2020/2021 riprende ossigeno, Domenica 18 Ottobre, , attraverso diverse iniziative. La prima si intitola Avanti Veloce , il primo progetto, visibile nel foyer della tribuna, nella saletta al primo piano dello Stabile ed in seguito sui canali on line del teatro, raggruppa cinque video, di cinque drammaturghi siciliani contemporanei, interpretati da cinque attori catanesi della durata ciascuno di 5 minuti.
Avanti Veloce– Della necessità ( o dell’inutilità) del teatro interpretato da Giovanni Arezzo,diretto da Silvio Laviano, con la regia video di Giovanna Mangiù scritto da Lina Prosa, è un quadro clinico lucido della nostra contemporaneità.
Il video scritto da Lina Prosa autrice, presentato nella rassegna il testo nel cassetto, (4 giornate dedicate a 4 autori siciliani ciascuno dei quali ha donato un testo ancora non rappresentato), racchiude e rappresenta egregiamente tutto il dramma storico che sta attraversando il mondo del teatro in ogni sua sfumatura, senza se e senza ma. Un video intenso, che immerge, ora d’impatto ora lentamente, lo spettatore nel buio che colora l’arte in questo momento storico.
La serata teatrale che ha visto, a seguire , La lettura del testo, “La Carcassa” ( testo conservato dalla stessa Lina,nel cassetto per più di dieci anni ), interpretato con il giusto pathos, da Gianmarco Arcadipane, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Luca Iacono, Rosario Minardi con la regia di Carmelo Alù, ha emozionato visibilmente anche la stessa autrice.
La carcassa, è quella di un’auto abbandonata intravista da due poliziotti in fondo ad un precipizio, che nel fitto buio della notte tra ricordi, nebbia, paura, nostalgie, irrequietudini, disillusioni ed elucubrazioni mentali, crea una serie di sinergie e di intrecci di vita che si palesano anche attraverso lo spettro del padre di un personaggio inquieto, forse triste che, che si rivela al cospetto delle due guardie.
La carcassa, seppur ferro vecchio, arrugginito, svela i segreti di coloro che la osservano, quasi fosse uno specchio della propria memoria.
Un’occasione di incontro con il pubblico. Al termine dello spettacolo, l’autrice Lina Prosa ha chiacchierato con Simona Scattina, ( ricercatrice di Discipline dello spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli studi di Catania) , e con il suo pubblico, generando una gradevole compenetrazione nella sua poetica, nel suo universo drammaturgico che l’ha resa conosciuta anche a livello internazionale.
Lina Prosa evidenzia’importanza del senso della parola stessa-
“Essere drammaturga oggi, significa dare alla parola un percorso che ha bisogno di una parola vissuta nel presente senza dimenticarne la sua origine”
L’importanza di assistere ad uno spettacolo, l’importanza di non far morire il teatro e tutta la sua filiera, ha reso la rappresentazione ancora più significativa. Un settore, quello del teatro che genera emozioni, che permette lo sviluppo di nuovi punti di riflessione, che insegna, che talvolta fa evadere dal peso della vita stessa, non può e non deve essere dimenticato, significherebbe far morire l’animo ed il cuore dell’uomo stesso, ancora prima di un eventuale contagio.
La rappresentazione della “LA CARCASSA”, nel pieno rispetto delle normative Covid19, ha ridato la speranza ad un settore in grande sofferenza.
Momenti di confronto e stimoli creativi di cui il Teatro ha follemente bisogno, adesso più che mai.
Vita al Teatro.