L’Arcigay di Catania, supportata dall’Accademia di Belle Arti etnea, vince una grande battaglia

Il plauso del presidente Caravini all’Accademia di Belle Arti di Catania. «Rispetto per la libertà di espressione e grande esempio di civiltà».

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CATANIA. Pieni diritti e piena libertà di espressione, per esistere per come ci si sente di mostrarsi al mondo. L’Arcigay di Catania, supportata dall’Accademia di Belle Arti di Catania, vince una grande battaglia a tutela della libertà di espressione delle persone trans: in attesa della sentenza del Tribunale per la modifica dei dati identificati, a un ragazzo trans l’Accademia riconosce di fatto il pieno godimento dell’identità d’elezione dello studente.

«Sono estremamente orgoglioso del risultato ottenuto – dichiara il consigliere di Arcigay Catania, responsabile gruppo trans, Lele Russo– non soltanto nell’interesse del ragazzo, che abbiamo subito preso in carico, ma anche per l’importante passo in avanti che tale circostanza rappresenta in tema di diritti delle persone Transgender. La novità di rilievo consiste nel fatto che mentre fino ad oggi altre esperienze universitarie ed accademiche in Italia (compresa l’università di Catania) hanno previsto solo due possibili alternative, e cioè la prima con l’emissione di un doppio libretto o, in alternativa, una seconda con la predisposizione di una carriera alias, stavolta per la prima volta, il ragazzo avrà la possibilità di vedere riconosciuta la sua identità d’elezione per la durata del percorso accademico, mediante l’emissione di un solo singolo libretto e un solo e singolo tesserino, utili a svolgere le funzioni tipiche di identificazione dello studente durante la vita accademica, almeno fino all’ottenimento della sentenza del Tribunale per la rettifica dei dati anagrafici».

Per il Presidente dell’Accademia delle Belle Arti, Lina Scalisi, questa decisione è in linea con la filosofia di un’Istituzione che «ha sempre posto al centro le persone, il loro talento, le loro ambizione, e da sempre si è impegnata nell’essere un luogo sicuro e sereno, dove si potesse apprendere, coltivare la creatività, condividere idee e sogni. Per noi l’unica cosa che importa sono gli individui e le loro idee. Le etichette non hanno alcuna importanza». Dello stesso parere il Direttore Enzo Tromba che ribadisce come «per l’Accademia di Belle Arti di Catania non esistono uomini e donne, maschi e femmine, ma soltanto individui, intesi come esseri umani che sperimentano la ricerca artistica e la creazione intellettuale, che coltivano un giardino dove crescono l’armonia, il bello, l’arte, la creatività. La nostra volontà è far sì che tutto ciò avvenga nella massima libertà di espressione, senza vincoli o pregiudizi di alcun genere».

«Faccio i complimenti all’Accademia di Belle Arti di Catania – afferma il presidente di Arcigay Catania, Armando Caravini – per avere dimostrato sensibilità e creato un luogo formativo e di crescita che diventa sempre più spazio di libertà e rispetto per le persone, tutte. Spero che questa iniziativa costituisca un esempio per tutti gli atenei perché la libertà e la civiltà passano specialmente dalle università, che creano la persona del domani. I miei complimenti anche al consigliere di questo Comitato Arcigay, Lele Russo, per l’ottimo lavoro svolto sempre con puntualità, tenacia e serietà e a cui va il ringraziamento mio, di Arcigay e di tutta la comunità».

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