Lakers vs Heat: stanotte Orlando si accende con le Finals NBA

Stanotte inizierà la prima delle Finals NBA. Los Angeles Lakers vs Miami Heat, Lebron vs Butler, Davis vs Adebayo. Due sistemi di gioco differenti a tratti quasi opposti.lakers-vs-heat

 

Da una parte gli Heat, gli “underdogs” la squadra senza stelle che ha fatto del gruppo e della collettività il punto di forza, tutto attorno all’allenatore Spoelstra, vera mente dell’impenetrabile difesa degli Heat. Dall’altra,la squadra guidata da due delle stelle più luminose del firmamento NBA, LeBron James che giocherà la sua nona finale negli ultimi dieci anni e Anthony Davis, che dopo anni di delusioni ai Pelicans a ventisette anni giocherà finalmente la sua prima finale.

Gli Heat, veri outsider di questi playoff, hanno totalmente sbaragliato al primo turno i Pacers in sole quattro gare (con la rivalità tra Butler-Warren al limite del ridicolo). Poi, da sfavoriti, hanno battuto in gara 5 i Bucks, arrivati primi nella regular season nella Eastern Conference. Ancora sempre da sfavoriti nelle Conference Finals, contro l’altro vero eccezionale collettivo NBA i Boston Celtics. Sono infatti riusciti a spuntarla in sole 6 gare anche con loro. Gli Heat sono arrivati dove non sarebbero mai dovuti arrivare, con un Dragic che nell’inverno della sua carriera ha mostrato tutto quello che ha ancora da dare con 22.2 punti di media, 4,5 rimbalzi e 4,5 assist. Un Adebayo come vero perno difensivo e non solo, come dimostratasi in gara 5 contro i Celtics facendo la miglior prestazione della sua carriera, per lui: 32 punti, 14 rimbalzi, 5 assist, 11/15 al tiro. E poi Butler che ha dimostrato come, se messo in un contesto competitivo e per lui adatto, può davvero far male su ambo i lati del campo. Herro, il ragazzino di 20 anni che ha deciso di essere il rookie più determinante dall’epoca di un certo Magic Johnson, che sostituì Abdul-Jabbar come centro. Il tutto coadiuvato dai veterani Haslem e Iguodala che è alla sua sesta finale consecutiva. Questi Heat, meritano davvero il titolo di “Underdogs”:
Bam Adebayo: 13esima scelta
Tyler Herro: 14esima scelta
Jimmy Butler: 30esima scelta
Jae Crawder: 34esima scelta
Goran Dragic: 45esima scelta
Duncan Robinson: undrafted (non-scelti)
Kendrick Nunn: undrafted (non-scelti)
Derrick Jones: undrafted (non-scelti)
Una storia romantica di gente quasi senza credito né aspettative, che aiutate da un anziano Pat Riley e uno Spoelstra eccelso, che dimostra come è davvero un allenatore da “Coach of the year”, sono alle Finals dall’epoca James-Wade-Bosh.

Jimmy-Butler-Bam-Adebayo-Goran-Dragic-Andre-Iguodala-Jae-Crowder-Tyler-Herro-Derrick-Jones-Jr.-Kelly-Olynyk-Miami-Heat

Dall’altra parte i favoriti, i Los Angeles Lakers. Se negli anni ’90 abbiamo visto il celeberrimo “Stockton to Malone“, ecco come in chiave moderna abbiamo oggi un “James to Davis”. LeBron ancora capace a 35 anni di fare triple doppie ai playoff, di segnare, di impostare la fase offensiva, di andare a rimbalzo, è davvero un super-uomo. Davis come vero finalizzatore, un centro moderno, capace di muoversi in post, di tirare dall’arco o dal mid-range. Howard e McGee come rimbalzisti e difensori d’area. Ciliegina sulla torta Rondo che ha dimostrato in questi playoff, nonostante l’età, di poter ancora fare la differenza quando entra “in the zone“. Poi, Caruso, Green, Cadwell-Pope e Kuzma come sempre ottimi supporti. Erano i favoriti prima del lockdown e anche ora dentro la bolla d’Orlando, hanno dimostrato come possono riuscire a dominare qualsiasi squadra, dai Portland, agli Houston con la loro “small-ball”, così con Denver e Jokic, il centro più versatile di tutta NBA. Hanno davvero tutte le carte in regola per avere il loro 17° titolo, portandosi a pari con i Boston Celtics, dall’altra parte gli “underdogs”  già abituati a partire da sfavoriti e possono ancora far vedere cosa sono in grado di fare, quando non hanno nulla da dimostrare.Immagine

Davis-Adebayo, James- Butler ( o ancora meglio Iguodala), sono alcuni degli scontri che vedremo, una cosa è certa: coloro i quali dicevano che questa stagione avrebbe dovuto avere l’asterisco accanto al nome del vincitore si sbaglia; sono stati ottimi playoff e sì, il lockdown ha certamente influito sulla stagione (vedi Paul George) ma non credo che, partendo da James finendo per Mitchell, il vincitore di questa inaspettata stagione lo sia “meno” per questo. Comunque vada sarà uno spettacolo vedere queste due squadre, questi due modi di intendere la palla a spicchi, lottare per ogni possesso, per  ogni palla, per ogni canestro.

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