Laboratorio di “magia” teatrale TEATREMOZIONE diretto da Aldo Lo Castro

Aldo Lo Castro  si rimette in gioco. Ad un anno dalle dimissioni dal Teatro degli Specchi – da lui fondato negli anni ’70 e diretto fino al 2012 – si appresta nuovamente a guidare quanti – giovani e non – intendano accostarsi al Teatro

Sotto l’egida del Centro Ricerche “Aulos” di Catania, nasce così “Teatremozione”, Laboratorio di ”magia teatrale”.
Il Laboratorio che avrà sede al Teatro Grotta Smeralda, prevede un’offerta didattica che spazia dal Canto alla Dizione, al Movimento corporeo; l’attività principale, tuttavia, è la Recitazione, affidata ad Aldo Lo Castro che così si esprime presentando il suo metodo d’insegnamento:
“V’è stato un momento – lungo il mio percorso umano e professionale – in cui ho preso piena coscienza della vacuità di “formule” e slogans – spacciati per autentiche gemme di saggezza – e dell’arroganza di mode e atteggiamenti che esaltano il “presto” e il futile. Il nostro vivere è lastricato da vuoti stereotipi che appiattiscono le intelligenze e sottraggono energia vitale.
Cosicché l’uomo – microcosmo perennemente in conflitto con se stesso e con le leggi dell’armonia naturale – si nutre di etichette, non di regole; di false verità, non di valori.
Una china disumanizzante, senza ritorno se non ci si arresta in tempo. Se non si ha la forza di una conversione di rotta e – aggiungo – l’umiltà di recuperare la propria umanità dimenticata.
Nei miei Laboratori, l’incipit da cui si dipana il mio metodo  è esattamente questo: la riconquista del proprio “respiro ancestrale”. Un  percorso di natura quasi “alchemica”  al quale, da tempo (fin da quando dirigevo il Laboratorio del Teatro degli Specchi), ho affidato il mio progetto didattico.
Non scopro davvero nulla di nuovo. Prima di me, i padri del Teatro moderno – da Stanisla-vskij a Grotowskj, Artaud, Barba – e perfino Freud, intuirono la necessità di lavorare sull’uomo prima che sull’attore.
Recuperare la nostra umanità, dunque e con essa le nostre fragilità e perfino le paure.
Ricondurre alla luce quella parte di noi che abbiamo a lungo nascosto negli anfratti bui della coscienza: per ignavia, per viltà o per pudore. Riscoprire, in definitiva, il fascino delle “Emozioni”. E’ indispensabile penetrare la misteriosa Sfera delle Emozioni: vi troveremo, probabilmente, il demone che ci tormenterà ma anche l’angelo che ci colmerà di tenerezze. Angeli e demoni, certo.
Ma quel mondo va affrontato perché quel mondo racchiude il nostro passato e perché là troveremo le risorse per il nostro futuro. Nessuna strategia recitativa, nessuna tecnica potranno mai sostituirsi alla sincerità di una Emozione.
Ma dobbiamo imparare ad essere “sinceri”: con noi stessi, prima che con gli altri; nella vita, prima ancora che in teatro.
Il percorso che conduce all’Emozione e alla Sincerità non è, forse, del tutto agevole ma certamente ricco di fascino.
La tecnica attoriale si acquisisce con l’esercizio della mente razionale. L’Emozione si conquista con il travaglio dell’anima”.                           

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