“Laboratorio delle Professioni”: progetto anti – crisi

CATANIA – Il presidente degli Architetti ha riunito attorno a un tavolo i presidenti delle principali professioni tecniche. Dagli Ordini di Catania un modello virtuoso di reazione alla crisi, un esempio di “best practice”

Un solo interlocutore: competente, credibile, chiaro e rappresentativo. Un “laboratorio” delle professioni, messo in piedi dai presidenti delle principali categorie tecniche che avanzi proposte e soluzioni, in alternativa alle proteste, alle polemiche, agli slogan silenti e, sempre più spesso, inascoltati dai vertici.

Parte da Catania un modello virtuoso, un esempio di best practice, che vede insieme Architetti, Ingegneri, Geologi, Periti industriali, Geometri, Periti agrari, Chimici, dottori Agronomi: l’obiettivo è quello di unire le forze, o meglio le voci, per crearne una unica, che dia parola allo stato di emergenza sociale e umana palpabile quotidianamente, che trasformi gli ostacoli della professione in istanze, cercando risposte a domande divenute ormai impellenti, come dimostrano gli epiloghi drammatici e luttuosi degli ultimi giorni, che risuonano come un campanello d’allarme.

Azioni coordinate che facciano capo ad una cabina di regia, proposte da portare sul tavolo delle Istituzioni, della politica (regionale e nazionale), del sistema ordinistico e, specialmente, all’attenzione dell’opinione pubblica: «Siamo impantanati in una logica di sistema che non considera più la professione come un servizio, quale in effetti è. Da qui l’emergenza di fare qualcosa e di farlo insieme: non possiamo stare a guardare, non possiamo aspettare che qualcosa cambi se non interveniamo all’interno del nostro contesto territoriale, dove è tangibile uno stato di disagio, scoraggiamento e di “scollamento” dai riferimenti nazionali, che non possiamo di certo ignorare. Perciò ho voluto riunire tutti i presidenti provinciali delle categorie chiamate in causa, perché è nostro preciso dovere fare fronte comune e rompere il muro di un silenzio e di un’indifferenza che sta uccidendo il nostro futuro e quello delle nostre famiglie».

Parole accorate quelle di Giuseppe Scannella, presidente degli Architetti etnei, che dal giorno dell’evento luttuoso che ha colpito la categoria e scosso la comunità ha messo in atto una serie di azioni derivanti dal mandato conferitogli per individuare un percorso efficace e puntuale volto al superamento dell’attuale stato di crisi.

Al suo appello, riuniti attorno allo stesso tavolo, hanno risposto tutti: per gli Ingegneri il presidente dell’Ordine Santi Maria Cascone e i consiglieri Giuseppe Marano e Giuseppe D’Urso; per gli Architetti era presente anche il vicepresidente dell’Ordine Salvo Fiorito; il vicepresidente Scuola Superiore di Formazione professionale per l’Ingegneria e consigliere delegato alla consulta regionale Ingegneri Carmelo Maria Grasso; per i Periti Industriali il presidente del Collegio di Catania Nicolò Vitale; per i Geometri e Geometri laureati il presidente del Collegio di Catania Paolo Nicolosi; per gli Agronomi e Forestali il presidente dell’Ordine di Catania e della Federazione Regionale Corrado Vigo; per i Chimici il presidente dell’Ordine di Catania Claudio Torrisi; per i Geologi il componente della Consulta provinciale di Catania Marco Neri e il segretario regionale dell’Ordine dei Geologi Sicilia Francesco Geremia.

Alla base di questo nuovo percorso c’è sicuramente l’unione di intenti, la comunanza di esigenze e di obiettivi, la volontà di dare il giusto valore etico, deontologico e di mercato alle professioni: «Un impegno non indifferente quello preso dai presidenti – conclude Scannella – che comporterà la necessità di dedicarvi tempo e intelligenza, se confluite nella giusta direzione, potranno finalmente dare risposte a chi il disagio lo vive quotidianamente e si aspetta una mano tesa per risalire dal fondo».

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