La voglia, l’espulsione, il rammarico e l’eliminazione: addio playoff, arrivederci ad agosto Lega Pro

Era già un’impresa ardua di suo, poi le vicissitudini dei 90′ l’hanno resa improba. Il Catania saluta i playoff, sarà ancora Lega Pro.

Lega Pro

Forse per qualcuno era solo questione di tempo. Forse qualcun altro ci sperava veramente. Tra impresa improba e voglia di crederci, il Catania si apprestava alla trasferta di Castellammare di Stabia con la consapevolezza, brutale, di poter solo vincere. Già, la vittoria esterna, una chimera in questa ed in molte recenti stagioni rossoazzurre. Una montagna ripidissima da scalare, degna di un Giro d’Italia impegnativo, quale quello cui hanno partecipato gli etnei in quest’annata. Ad agosto, il Catania era il classico ciclista che, all’inizio di ogni grande corsa, si nascondeva, provava a celare il proprio valore, sperando di prendere alla sprovvista gli scalatori più rinomati. Col passare delle settimane, da nascosto, quel ciclista era diventato una mina vagante, capace di ottenere qualche vittoria di tappa di prestigio, puntando ad un piazzamento più che onorevole nella corsa alla maglia rosa. Poi, all’improvviso, eccola lì la crisi di fame, le gambe che si facevano pesanti e le ruote del gruppo che, pian piano, si allontanavano. La corsa alla serie B del Catania non finisce certo oggi, a Castellammare di Stabia. Termina mesi addietro, quando al vigore si è sostituita una pavidità impossibile da spiegare e da comprendere.

Eppure, il Catania la partita l’ha pure approcciata degnamente. Nulla di straordinario, sia chiaro, ma il minimo indispensabile per creare grattacapi all’avversario e fargli credere che il passaggio del turno non fosse, tutto sommato, cosa così scontata. Poi arriva l’episodio, a volte pende dalla tua parte, a volte ti colpisce e ti suona come il più famoso dei pugili. Parisi viene espulso alla mezz’ora. Doppio giallo, due falli tanto ingenui quanto simili sullo stesso giocatore, Lisi, che sin dal primo minuto aveva intuito l’imbarazzo del terzino rossoazzurro nel contenerlo. Un’ora in dieci, con la sola vittoria ad assumere valore, rendeva il pomeriggio da improbo a massacrante. Pulvirenti toglie Di Grazia ed inserisce De Rossi. In quel frangente il rammarico tocca picchi stellari. Il cugino del più famoso Daniele sfodera una prestazione eccezionale, annulla totalmente Lisi (sì, lo stesso che ha fatto ammattire Parisi) e fa sorgere il quesito dei quesiti: perché non lui titolare?

Pulvirenti glissa, non dà una risposta certa. Col senno di poi è semplice, ma il suo sguardo nel post-partita fa intuire che se avesse la possibilità di portare indietro le lancette dell’orologio non compierebbe la medesima scelta. L’inferiorità numerica non toglie mordente al Catania che, nonostante tutto, se la gioca, nei limiti del possibile. Certo, la Juve Stabia si divora l’indivorabile, Pisseri fa il superman, ma gli etnei danno prova di essere dentro la partita per tutto il suo corso. Se solo avessero giocato così per più dei 90′ odierni…se solo una prestazione del genere fosse stata messa in vetrina in trasferte come quelle di Monopoili, Catanzaro, Vibo Valentia e via discorrendo…con i se e con i ma la storia non si è mai fatta, ma il dubbio, al termine di quest’annata dall’andamento sinusoidale, sorge spontaneo.

Arrivederci ad agosto alla Lega Pro. Ancora serie C, per la terza stagione consecutiva. Ma all’orizzonte si intravede un campionato senza penalità, magari con l’obiettivo di vincere, stavolta davvero. Ma troppe volte le parole hanno ferito più della spada, meglio spegnere i fari, viaggiare tranquillamente, in attesa di qualcosa di nuovo, in attesa che, come dicono proprio in Campania, “la nottata passi”.

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