La Via: “Un segnale forte a difesa dei consumatori europei”

“Sono molto soddisfatto del voto di oggi” dichiara Giovanni La Via (Ap\Ppe), Presidente della Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza alimentare del Parlamento europeo. “Abbiamo dato un segnale forte, a difesa dei consumatori europei, per dare loro informazioni complete e chiare circa l’origine di molti prodotti alimentari”.

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Dopo il voto del marzo scorso in sede Envi, (aperto con un minuto di silenzio, lo ricordiamo, visti i tragici fatti che si erano da poco verificati proprio quella mattina, con i due attentati terroristici) oggi in plenaria si è votato in via definitiva sull’indicazione di origine e provenienza obbligatoria di determinati cibi tra cui latte, carne, prodotti trasformati (come ragù, lasagne, tortellini) o con un ingrediente prevalente come (la pasta). Prendendo atto dell’orientamento espresso – 422 voti a favore, 159 contrari e 68 astenuti – la Commissione europea dovrà ora presentare proposte legislative ad hoc.

Si tratta di un passaggio fondamentale che risponde alla necessità di trasparenza per i consumatori, spesso destinatari di vere e proprie frodi alimentari, con tutti i rischi e le insidie per la salute, che queste nascondono.  “Trasparenza” e “Responsabilità”, dunque, parole d’ordine – già nell’interrogazione   dell’eurodeputato del Ppe a nome della Commissione Envi, – che caratterizzano le istanze volte a garantire i consumatori, ultimo anello della filiera, soprattutto dopo gli scandali che hanno interessato il territorio europeo  e che si vorrebbe non si ripetessero più.

Un risultato, quello di oggi, che si propone anche un altro obiettivo, come spiega La Via: “Ritengo – tiene a sottolineare – che l’etichettatura obbligatoria rappresenti la migliore via da percorrere per valorizzare realmente il Made in Italy e la qualità dei prodotti europei”. La “tracciabilità” dunque rappresenterebbe l’unico modo per garantire la tutela dei prodotti, quindi dei destinatari degli stessi, salvaguardando la qualità delle produzioni locali e del nostro patrimonio alimentare, spesso confuso da prodotti di origine non specificata. Partendo dal presupposto che un sistema di etichettatura volontario non avrebbe la stessa efficacia in termini di risultato.

E a chi sostiene che le informazioni di origine non sono richieste dai consumatori per il costo eccessivo che determinerebbero sul prezzo finale dei prodotti, La Via risponde che “così non è”: “Secondo le stime della Commissione europea, il 90% dei consumatori desidera conoscere l’origine degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari trasformati, e la grande maggioranza di essi – informa –  sarebbe disposta a pagare un piccolo aumento di prezzo, pur di conoscere l’origine del prodotto. Anche i costi aggiuntivi per l’industria – spiega il presidente della commissione Ambiente –  non dovrebbero essere molto elevati, considerato che alcune ricerche ci indicano che  l’indicazione dell’origine delle carni sull’etichettatura di lasagne congelate costerebbe in media solo 0,015 euro in più e per un sugo alla bolognese solo 0,008 euro in più. E tali dati sono stati confermati dall’esperienza fatta in alcuni Paesi che hanno adottato tale etichettatura su base volontaria, dove non si sono riscontrati grandi aumenti di prezzi per i produttori e i consumatori.”

Da una parte dunque, una maggiore consapevolezza al momento della spesa, e la richiesta di informazioni trasparenti, dall’altra l’impegno a favorire le nuove esigenze a tutela del mercato e dei consumatori, senza costi eccessivi per le nostre imprese, e soprattutto per quelle medio piccole. Dall’allora caso della mucca pazza ai casi di carne equina, dunque, non si torna indietro. Sulla scorta della normativa che ha reso obbligatoria l’etichetta sulla carne fresca, oggi  il PE ha assunto una posizione chiara, riguardo ad altri prodotti alimentari, lungo un percorso di responsabilità. Dal produttore al consumatore.

 

 

 

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