“La Sicilia al femminile e non solo…” incontra l’Arte del Maestro siciliano Giuseppe Prinzi

La nostra rubrica nata per ospitare le varie voci della cultura della nostra Sicilia “al femminile e non solo…” si onora di incontrare il grande Maestro ceramista Giuseppe Prinzi e la sua poliedrica arte

“La Sicilia al femminile e non solo…” avvia gli incontri di questa calda estate con un’artista siciliano a tutto tondo il Maestro Giuseppe Prinzi pittore, scultore e ceramista, espressione, in particolare, della migliore tradizione della ceramica di Santo Stefano di Camastra.

Con Giuseppe Prinzi, personalità di forte valore artistico e di respiro internazionale, siamo onorati di aprire la pagina del “e non solo…” della rivista che è pensata come spazio di incontro con varie personalità non solo del mondo femminile ma, appunto come in questo caso, con le tante individualità della nostra Sicilia che, operando in diversificati ambiti socio-culturali, esprimono le proprie potenzialità offrendo, con le loro esperienze, dei validi spunti di riflessione.

La storia plurisecolare della nostra cultura, i colori e i profumi di una terra che non ha eguali nel mondo, un insieme quasi perfetto tra mito e storia, eros ed humor, spinta passionale, attenta riflessione e vulcaniche esplosioni di gioia come anche l’eterna  e quotidiana altalena tra il bene e il male… sono tutti elementi  presenti nell’ispirazione creativa di Giuseppe Prinzi e che, caparbiamente, vengono fuori per “prendere corpo” nel vero senso del termine.

Il Maestro Giuseppe Prinzi all’opera nel suo laboratorio

Ed è a questo punto che chiediamo:

D – Maestro da cosa nasce il suo sentire artistico?

R – Il mio sentire artistico nasce da qualcosa che sta dentro di me da sempre ed è una sensazione innata. Riesco ad introiettare, assorbire emozioni, suggestioni del mondo esterno, poi le faccio decantare dentro di me finché non sono mature per materializzarsi, trasfigurate e condensate, nell’opera d’arte.

D – Quanta parte della sua Sicilia è presente nelle sue forme d’arte?

R – Nelle mie opere, c’è tutta la mia visione del mondo, tutta la forza, la storia, la cultura, il mito e la tragedia della mia amata – odiata Sicilia, con tutte le sue contraddizioni. Io sono figlio di questa terra e ho assorbito sin da piccolo tutta la sua potenza vulcanica, tutta la sua grande energia prorompente, l’enigmaticità’ e la capacità di adattamento e di resistenza della sua gente.

D – Questo spazio lo abbiamo dedicato a “La Sicilia al femminile e non solo…” e allora, in quanto espressione dell’universo del “e non solo…”, le chiediamo: qual è l’elemento  del complesso mondo femminile che ispira le sue opere?

R – Da sempre sono stato attratto dalla figura femminile e non soltanto per la grazia, la bellezza estetica e l’armonia che la caratterizzano e la distinguono dai classici canoni maschili, ma soprattutto per quelle caratteristiche invisibili quali la sensibilità, l’entusiasmo, la capacità di sognare e di avere empatia nei confronti del prossimo. A pensarci bene, quasi tutte le persone che sono state importanti per me, per la mia attività artistica, e che mi hanno compreso veramente, sono donne. La prima è stata mia madre Angela che si è accorta della mia passione per il disegno e mi ha regalato, a undici anni, la mia prima cassetta di colori a olio, con alcuni cartoncini telati e dei pennelli di cui ricordo ancora l’odore. Poi le mie insegnanti di modellazione e di plastica Maria Rizzo e Giovanna Franco, la professoressa di storia dell’arte Maria Agnese Pottino, la Maestra ceramista, professoressa Jana Merlo, mi hanno stimolato molto a proseguire con determinazione nella ricerca artistica. Ma a sostenermi, incoraggiarmi e credere nelle mie potenzialità di artista è stata la mia futura moglie Dora, anche lei artista e pittrice, molto raffinata e brava. Come vede, mi sono trovato sempre bene con l’universo femminile, che rispetto e stimo molto.

D – Ha un ricordo in particolare che ci vuole condividere?

R – Ricordo la mia incredulità e il mio stupore quando, circa ventitré anni fa, si presentò nel mio studio d’arte un signore con pantaloncini e maglietta, un po’ trasandato che, mentre mangiava un panino, mi chiese se ero io mister Giuseppe Prinzi… dissi di si e allora lui mi rivelò che aveva visto a Los Angeles, in una Galleria, delle mie ceramiche che lo avevano impressionato molto, si era informato sull’autore ed era venuto dall’America per conoscermi e per acquistare alcune opere. Ne acquistò una trentina e dovetti spedirgliele nella sua casa di San Francisco in California. Sapete chi era quel signore? Era un notissimo allergologo di fama mondiale e anche un affermato fotografo. Era vestito in modo dimesso e, a prima vista, poco benestante, invece… l’apparenza inganna!

D – Interessante e pieno di significati questo ricordo ed è proprio prendendo spunto dal dualismo “dell’essere e dell’apparire” che le chiediamo: ci può parlare dell’ispirazione che proviene anche dalla visione pirandelliana dell’essere umano “tra il volto e la maschera” presente in alcune sue produzioni?

R – L’ispirazione è per me fondamentale per la creazione delle opere perché non si può fare arte in modo matematico, razionale e freddo. Devo essere turbato, toccato emotivamente da qualche forma, immagine o fantasia, che provenga dal mondo esterno o da quello interiore non importa, ma deve esserci questa magia, questa alchimia, quello che gli antichi chiamavano “sacro furore”. Però si devono creare le condizioni perché questo avvenga, non si può starsene inermi con le mani in mano, ma bisogna leggere, osservare, disegnare, avere la capacità introspettiva e non arrendersi mai. Devi andare incontro all’ispirazione, insomma, devi saperla cercare. Non voglio eludere il suo invito a parlare dell’ispirazione che mi e’ derivata dalla filosofia pirandelliana, costituita dalla molteplicità dei volti e delle maschere e dal conflitto perenne tra “forma” e “vita” e “persona” e “personaggio”. Da quando, adolescente, ho scoperto le novelle, i romanzi e il teatro di Luigi Pirandello, sono stato molto colpito dalla sua grandezza di drammaturgo, di scrittore, di poeta e del suo pensiero “irrazionalità” molto vicino alla psicanalisi di Sigmund Freud e alle teorie sull’inconscio, che hanno ispirato anche André Breton e la nascita del Surrealismo e, secondo me, pure dell’Astrattismo sia europeo che americano. Così mi è sembrato naturale, in occasione dei centocinquant’anni dalla nascita del grande siciliano Premio Nobel per la letteratura, omaggiarlo con una mostra che ho fatto a Palazzo Armao a Santo Stefano di Camastra nel dicembre del 2017, esponendo un trittico in ceramica e legno, che ha avuto un buon apprezzamento di critica, di visitatori e un interesse della stampa.

D – Qual è la prossima esperienza, o sfida artistica, che l’attende?

R – Adesso sto realizzando delle ceramiche e dei dipinti, che dovrò inviare in America, per una serie di mostre che ci saranno nel Wisconsin e nell’Illinois. Ma già sto pensando a una grande opera plastica che sarà una grande sfida anche a livello tecnico e formale.

Ben lieti di aver raccolto questa anticipazione su questa nuova “grande opera plastica” in cantiere, di cui non vediamo l’ora di esserne testimoni, ringraziamo il  Maestro Giuseppe Prinzi per questa bella chiacchierata e vi rinnoviamo l’invito al prossimo incontro, sempre su queste pagine, con “La Sicilia al femminile e non solo…”

Note biografiche:

Pittore, scultore e ceramista Giuseppe Prinzi nasce a Mistretta nel 1962. Sin da piccolo manifesta interesse per il disegno e la pittura cosa che, dopo le scuole dell’obbligo, lo porta a frequentare l’Istituto Regionale d’Arte Ceramica di Santo Stefano di Camastra dove, allievo di Ciro Esposito, consegue nel 1979 il diploma di maestro d’arte.

Compie alcuni viaggi dopo il diploma a Roma, Siena e Firenze. Visita gli Uffizi, i Musei Vaticani e la Cappella Sistina, studiando dal vero le opere dei grandi maestri del Rinascimento Italiano. I suoi interessi si estendono anche alle avanguardie storiche del ‘900: Cubismo, Futurismo, Surrealismo e anche alla Metafisica di Giorgio de Chirico.

Negli stessi anni frequenta con successo il corso per corrispondenza di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Roma e successivamente completa gli studi, nel 1981, conseguendo la maturità artistica. Nei primi anni Ottanta inizia a partecipare a mostre e manifestazioni, riscuotendo subito ampi riconoscimenti.

Dal 1983 in poi partecipa a 10 edizioni della “Mostra Internazionale della Ceramica” di Santo Stefano di Camastra.

Nel 1986 è secondo premio alla Mostra “Amastrata” di Mistretta, in provincia di Messina, alla quale partecipa con due ceramiche oggi facenti parte della collezione comunale.

Il 1987 lo vede esporre, nell’ambito della mostra itinerante organizzata dalla Regione Sicilia, a New York, Tokio, Singapore, Parigi, Londra, Sidney, Berlino e Hong Kong e nello stesso anno è invitato dall’Università di Messina per la grande mostra allestita nell’Aula Magna ed è presente, con due sculture ceramiche, all’XI Biennale della Ceramica di Caltagirone.

Nel 1988 il Presidente del Patronato Nazionale ACAI, On. Pavone, acquista un suo grande pannello in maiolica che verrà donato a Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita Pastorale a Patti e Tindari; l’opera è conservata a Cracovia, città natale del Pontefice.

Nel 1991 pubblica il catalogo “Maioliche d’Autore”.

Gli anni dal 1993 al ’96 lo vedono presentare le sue opere a Dallas, Tokio, Reykiavik e Los Angeles.

Nel 1996 espone diverse opere nella Galleria d’Arte “La Pergola” di Tindaro Pettignano, adiacente il suo notissimo ristorante di Los Angeles in Ventura BLD U.S.A. frequentato da star del cinema quali: Sylvester Stallone, Al Pacino, Robert de Niro e Robert Redford.

Nel 2004 è nuovamente presente alla Mostra Internazionale di Ceramica di Santo Stefano di Camastra e nello stesso anno riceve il premio “IGOR” per la ricerca artistica.

Nel 2014 realizza una tavellina in ceramica per l’Associazione culturale “Il Cielo d’Italia”, patrocinata dal Senato della Repubblica, che verrà esposta nel 2015 all’Expò di Milano e in seguito al “Parco della Scienza” di Teramo.

Nel 2015 è presente alla Mostra Concorso della Ceramica Mediterranea di Grottaglie e alla I Biennale di Ceramica Stefanese nello storico Palazzo Trabia a Santo Stefano in Camastra.

Nel 2016 realizza un grande murales ceramico raffigurante “Medusa” (cm. 240 x 240) esposto in occasione della manifestazione nazionale “Buongiorno Ceramica” e “all’Inceramicata Stefanese”.

Ne 2017, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Luigi Pirandello,espone a Palazzo Armao di Santo Stefano di Camastra un “trittico” di ceramica e legno, dedicato al grande drammaturgo siciliano.

Nel 2021 pubblica il catalogo “Oltre le apparenze”.

Nell’arco della sua carriera sono numerose anche le partecipazioni a mostre di pittura e scultura.

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