“La Sicilia al femminile e non solo…” incontra la scrittrice Graziella Lo Vano

Prende il via la rubrica online “La Sicilia al femminile e non solo…”, un appuntamento che periodicamente ospiterà le varie voci del panorama femminile (e non solo…) della nostra Sicilia, un’occasione in più per rilevare a tuttotondo il loro personale apporto nei vari ambiti culturali e sociali

Oggi, martedì 8 marzo 2022, si celebra come ogni anno la “Giornata internazionale dei diritti della donna” per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche e sia per non dimenticare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.

Al generale percorso di crescita dei valori positivi, che devono governare il vivere civile della collettività tutta, il nostro piccolo contributo vuole essere quello di avviare questo “spazio libero” con la rubrica “La Sicilia al femminile e non solo…” quale momento di incontro che, di volta in volta, ospiterà varie personalità del mondo femminile  (e non solo…) della nostra Sicilia che operano nei diversificati ambiti socio-culturali e che, in variegato modo, esprimono le loro potenzialità e, certamente, dalle loro esperienze possono offrire validi spunti di riflessione.

Siamo ben lieti quindi di ospitare la scrittrice e poetessa Graziella Lo Vano, una bella e qualificata espressione della nostra “Sicilia al femminile”, alla quale chiediamo:

D. Oggi è l’8 marzo, cosa rappresenta questa data per lei?

R. Otto marzo! Viene chiamata semplicemente “Festa delle Donne”. Ma è stato alto il prezzo che le donne hanno dovuto pagare per avere riconosciuto, almeno una volta l’anno, il loro “valore”.

Purtroppo questa “Festa”, o meglio questa commemorazione, nasce dalla tragedia consumatasi in realtà il 25 marzo del 1911, nella fabbrica di Triangle Factory, che produceva camicette per donna (cosiddette shirtwaist). L’incendio, scoppiato in quell’ambiente pieno di stoffe, le vide morire per l’incapacità di salvarsi, in quanto trovarono le porte d’uscita serrate. Da qui prende l’avvio la “festa dell’8 marzo”.

D. Come vede, oggi, la condizione delle donne?

R. Oggi, naturalmente, la situazione non è più quella iniziale del secolo scorso. La donna però, di fronte a determinati lavori o cariche, si trova sotto quello che viene chiamato “tetto di cristallo”, per cui ha difficoltà ad accedere nei posti dirigenziali.

Ma, alle condizioni sperequative nei confronti del femminile, possiamo aggiungere altri fattori che possiamo chiamare ancestrali: l’intelligenza delle donne fa paura agli uomini. E’ soprattutto la loro tenacia, la loro forza interiore, la proprietà di racchiudere nel loro grembo la vita che spaventa gli uomini.

Col Presidente della Società Internazionale “Dante Alighieri” di Roma

D. Vuole condividere qualcosa a riguardo, sulla sua esperienza umana e professionale?

R. Nel corso della mia carriera professionale, sono stata invitata alla Bethlehem University in Palestina, a tenere lezioni magistrali agli studenti, nel corso leadership, su “Ruolo della donna nella società odierna”. E lì ho potuto conoscere la grande forza delle donne arabe musulmane. E’ stata un’esperienza che mi ha dato la dimensione di quanti sforzi queste donne, anche se istruite e laureate, compiono nel vivere accanto a uomini fortemente radicati nelle loro tradizioni e convinzioni. Queste donne hanno visto in me la persona, proveniente da un’altra realtà sociale, con la quale potevano aprirsi e raccontare.

Alcune mi hanno confidato le difficoltà di non poter disporre della propria esistenza. Una donna, in particolare, mi spiegava che alla morte del marito era finita sottomessa al cognato il quale disponeva del suo patrimonio.

D. Nella sua produzione letteraria lei si sofferma su figure di uomini forti, privilegiando biografie al maschile, così leggiamo in “Da qui alla Merica” e ne “La laguna taceva”.

R. Scrivo indifferentemente di donne, uomini, ma anche di saghe familiari. In tutte e due le opere che ha citato, le donne hanno dei ruoli particolarmente significativi. Ne “Da qui alla Merica”, le donne di “casa”, costituiscono il perno dell’unione familiare; nella seconda opera, Giuseppina è la ragazza diciassettenne che sfida il nemico issando la bandiera tricolore sul campanile della chiesa.

In tutte e due i casi, ho dato il meritato risalto a queste figure femminili, volitive e coraggiose: la prima proveniente da un minuscolo paese della Sicilia, la seconda friulana; donne vissute proprio quando il ruolo della donna era di sottomissione all’uomo.

D. A proposito di Sicilia, cosa si porterà sempre dentro della nostra Sicilia?

R. Considero un privilegio vivere in Sicilia, in una delle regioni più ricche di storia e di arte, di sole e di mare. I suoi profumi, i suoi girotondi di luce abbagliante mi hanno ispirato e aiutato nel mio percorso di scrittrice e di poetessa, nel darmi emozioni e un’impronta specifica. Anche nelle liriche, le metafore che uso hanno senz’altro degli agganci con la terra che amo, ed è la Sicilia, la cornice, anzi sarebbe meglio dire “l’essenza” della mia creatività.

Graziella Lo Vano con la contessa Mina, figlia dell’ammiraglio Luigi Rizzo

D. La sua ultima fatica letteraria dal titolo “La laguna taceva”, tratta della vita di un personaggio Luigi Rizzo, nostro conterraneo. Che significato ha parlare ancora oggi di questo eroe della prima guerra mondiale?

R. Le guerre, non insegnano niente agli uomini. I colloqui con la contessa Mina, la figlia dell’ammiraglio Rizzo, mi hanno fornito un “altro punto di vista”. Ho così conosciuto un altro aspetto della figura del combattente Rizzo ed è la statura morale dell’eroe; il suo essere sempre attento nell’esercizio del dovere, non soltanto con la sua lealtà nei confronti della Patria, ma anche nei confronti del nemico che ”deve essere trattato sempre con rispetto anche se in una posizione opposta alla nostra” E inoltre soleva ripetere che alla fine di un conflitto: “Anche chi vince ha perduto”, perché la guerra è sempre fonte di calamità per tutti.

Purtroppo, alla luce degli ultimi avvenimenti internazionali, gli assunti di Rizzo, insigne eroe della prima guerra mondiale, dovrebbero servire da monito.

D. Quali segnali pensa che sia opportuno dare alle nuove generazioni?

R. I giovani, oggi, sono attratti da modelli altamente negativi, anche i social, alcuni programmi televisivi, hanno contribuito triturando i sentimenti, la cosiddetta buona creanza, la prevaricazione nei confronti dell’altro e spesso l’orrido, il truculento, diventa il modello al quale ispirarsi. Ecco il motivo per il quale, nei miei racconti, scrivo di personaggi veri che non dobbiamo dimenticare e che costituiscono le nostre radici; che hanno faticato, lavorato, combattuto, con tenacia e senso del dovere.

Proprio la stessa Direttrice e giornalista RAI, Giuseppina Paterniti, così conclude nella prefazione che gentilmente ha redatto nel testo “La laguna Taceva”:  “… Un’opera che aiuterà i più giovani a conoscere la storia da una prospettiva nuova”.

Ringraziamo Graziella Lo Vano per il prezioso contributo e per la disponibilità al nostro invito dandovi appuntamento su queste pagine per il prossimo incontro su  “La Sicilia al femminile e non solo…”

Note biografiche:

Graziella Lo Vano, laureata in Scienze Politiche, è docente di Sociologia ed Etica in corsi di qualificazione aziendali. La sua attività si è espletata anche colloquiando nelle scuole con i ragazzi degli Istituti Scolastici. Ha partecipato a Convegni Internazionali in qualità di relatrice su tematiche di carattere storico/artistico/sociale; inoltre collabora col “Magazine” di New York di “America Oggi” e con il settimanale “Confidenze” della casa editrice Mondadori.

Le sue opere sono state pubblicate anche in Sud America, in Argentina, oltre che in antologie su tesi di laurea; premiata inoltre, in diversi concorsi letterari nazionali e internazionali di poesia e narrativa. Tra gli altri a Moena: 1° Premio per il racconto “26 Maggio 1915” e consegna diploma della Società Intern. Dante Alighieri di Bolzano; a Messina, A.S.A.S.: 1° Premio con il romanzo “Da qui alla Merica”.

Ha pubblicato tra i suoi romanzi e sillogi di poesie: “Giorno di Sole”, “Cannibale della parola” – con traduzioni in arabo, francese e inglese. Il romanzo “Da qui alla Merica”, tradotto in inglese è stato acquistato da un Agente Cinematografico. L’opera é stata inserita inoltre nella Biblioteca del Museo dell’Emigrazione del “Vittoriano” a Roma, nell’Archivio del Ministero Beni culturali della Soprintendenza Archivistica, oltre che presso il Centro Internazionale di Etnostoria, tabellato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali di Palermo.

La sua attività culturale si esprime anche con la regia di rappresentazioni artistiche, nel far parte di una compagnia teatrale e, inoltre, nella pittura.

Per la sua produzione letteraria è stata ospite nella trasmissione di Rai Uno “L’Appuntamento” di Gigi Marzullo e in quella radiofonica “L’uomo della notte” di Maurizio Costanzo che l’ha inserita inoltre nella raccolta antologica “Poetando”.

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