La rinascita di Nibali, dall’Inferno al Paradiso

Lo “squalo”, dopo un’annata tra alti e bassi, ora guarda al futuro e punta Rio: “Alle Olimpiadi voglio il podio”

Sembrava destinato a finire nel peggiore dei modi il 2015 di Vincenzo Nibali, soprattutto dopo l’episodio che l’ha visto protagonista, in negativo, durante la Vuelta. In molti ricorderanno; il ciclista messinese si attaccò alla macchina della sua squadra (Astana, ndr) per recuperare il terreno perso dal gruppo, con la conseguente esclusione dal resto della corsa. Il siciliano è però riuscito a uscire dall’incubo e lo ha fatto nel migliore dei modi vincendo prima il titolo tricolore e, per finire, il Giro di Lombardia. Conclusione perfetta per una stagione ai limiti del paradossale – tra catene saltate, forature e contrattempi vari – iniziata male ma finita con le braccia tese al cielo.

Bisogna fare i conti anche con questo tipo di problemi – spiega sorridendo Vincenzola ruota gira e magari questo era l’anno in cui andava tutto male. Diciamo che bisogna saper perdere, accettare le sconfitte e, proprio dalle sconfitte, trovare la forza di rinascere. L’importante è non perdersi d’animo. Alla Vuelta, per esempio, contro di me è stata applicata la massima pena, un altro non sarebbe stato escluso dalla corsa. Ma non me la sono presa più di tanto: per me è stato un punto di partenza. Ho lavorato a testa bassa, avevo degli obbiettivi e li ho conquistati. Non è stato semplice, ma ho ottenuto quello che volevo dalle gare in linea. L’indole mi porta a cercare il momento giusto per provarci: è così che ho vinto il Lombardia. Il ciclismo mi piace, perché ti regala un senso di libertà…”.

Una vera e propria liberazione per il messinese che ora si pone come prossimo obbiettivo i Giochi Olimpici di Rio l’anno prossimo, oltre ovviamente al desiderio di trionfare nuovamente nel Giro: “Ho scoperto la corsa rosa, tra qualche giorno scoprirò pure il Tour, ma c’è un obbiettivo irrinunciabile per me nel 2016: vincere una medaglia ai Giochi di Rio. Le Olimpiadi sono un evento importante che non racchiude solo il fatto sportivo, ma porta pure l’unione tra i paesi in guerra. È un evento unico, portare una medaglia da Rio sarebbe bellissimo”.

In attesa dell’estate brasiliana quindi ci godiamo il nuovo Nibali, con la speranza che possa tornare a essere lo Squalo che tutti abbiamo imparato a conoscere e, nel caso dei suoi avversari, a temere.

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