Opere portali del tempo e rimodulazione stilistica. “Ecce homo” battuto all’asta attraverso la critica della scrittrice Melinda Miceli.
ECCE HOMO-L’INGANNO, opera esposta a Roma e battuta alle Aste d’Arte di Gastone Raniero Indoni di Urbis&Artis presso la sua Galleria PULCHERRIMA di Roma, insieme alla recensione del critico Melinda Miceli sulla pittrice esoterica di Palermo, Marisa Falbo.
Sulla Falbo scrive la Miceli
Nell’arte pittorica della grande pittrice palermitana Marisa Falbo, che vede come protagonista la mitologia, contemporaneamente al surrealismo e alle geometrie sacre, tramite un lavoro onirico, svolto dal sistema intrapsichico, avviene la trasfigurazione di significati psicologici reali e latenti di un sogno, in contenuti manifesti carichi di significati alchemici. Il pensiero dell’artista si solleva alla sfera della vita quotidiana e come un ponte verticale si eleva attraverso tutti i mondi raggiungendo un piano più alto, vicino alla divinità, riuscendo a percorrerne l’intera gerarchia passando di piolo in piolo.
L’influenza del maestro spirituale Drunvalo Melchizedek, si manifesta nella comparsa del simbolo antichissimo del fiore della vita, inserito dall’artista con una finezza e sensibilità prodigiose. I suoi lavori presentano un esteso spessore culturale e un’espressività affidata ai contrasti cromatici e ad un metissage compositivo variato e ibridato che delinea un perimetro interiore immane dal quale si dipana un filo che collega epoche ed ere. I dipinti attingono immagini e fascinazioni da un’inesauribile enciclopedia nella quale si compendiano ariostescamente tutte le forme dell’universo. La sua fabula ideativa interiorizzata dalla ripresa dello studio iconologico e immaginario genera un ordito concettuale ricco di configurazioni estranee al tempo presente e strutturate su molteplici coordinate spaziali e temporali.
In lavori come La “Signora del Tempo” rivela una capacità incredibile di trasmettere messaggi profondi dal suo mondo incantato, centro segreto da cui si declinano messaggi esoterici di epurazione. Vera sintesi tra classico e moderno, il lungo percorso artistico e culturale si esprime in una pittura le cui tecniche riflettono la sua poliedrica preparazione ed il suo formidabile talento che fonde luce e colore per dilatarsi nell’universo alla ricerca dell’infinito e dell’immortalità. Queste opere d’arte, portali del tempo racchiudono profondi significati esoterici tipici della tradizione iniziatica, intrise di surrealismo colto e supportate dalla tecnica dell’ “osmografia” da lei creata, intese a inscenare il sogno nonché a decifrare la complessità dell’universo, trasmettono spiritualità e un incessante e originalissimo processo creativo guidato da un’intelligenza superiore.
Nell’ultima produzione artistica dedicata agli inganni, opere come l’Ecce Homo, Il Corteggiamento o l’Inganno Materiale, l’Inganno di Leda, avviene una rimodulazione in chiave di transizione stilistica epocale che focalizza soggetti sacri di provenienze diverse in un dialogo interreligioso attualizzandoli con la tecnica della filigrana della banconota attraverso la quale si può ripercorrere parallelamente al soggetto, le vicende di un periodo storico difficile che arriva fino ai momenti più drammatici dell’oggi.
Nell’Ecce Homo, la Falbo racconta con stile grafico pop che trabocca di nuances indaco e rosse e sfarzo di contrasti cromatici eterici, l’Ecce Homo, ovvero il Cristo così nominato da Pilato sangiunante, con una corona di spine, un mantello purpureo, “punito” e successivamente crocifisso. La sua ingiusta passione per trapasso ed iganno lo spoglia dello Scettro di Dio riducendolo a uomo, in senso biblico, per liberare gli umani dai peccati. La storia conferma che così non fu e che si tratta dell’inganno sacro più doloroso compiuto nell’eternita’ dello spazio e del tempo.
Dopo aver notato la sofferenza del Cristo tra l’elaborata maglia grafica e multitonale del dipinto, la flagellazione di Falbo, pone chiare le esigenze estreme del pensiero dell’Artista che ne esaspera i termini dell’accusa e dell’affermazione; fra l’altro è l’America, e soprattutto lo spirito dell’Impero a essere additato tramite il dollaro, simbolo del materialismo, che inserito a cornice per virulenza e acutezza è stato elaborato dietro la drasticità della formulazione, dietro il grandioso gesto teatrale e pittorico che regge il tutto.
La dottoressa Erika Eramo direttrice della nota rivista “La vetrina dell’arte” di Urbis et Artis dove questa recensione fu pubblicata per accompagnare le opere e il genio di Marisa così si esprime: “Onorata di avere alla Galleria Pulcherrima di Roma il nome di Marisa Falbo che sempre a stupirci. Basti pensare che l’opera “Ecce Homo – L’Inganno”, è stato battuto all’asta dal critico Gastone Raniero Indoni e venduto a un colosso come Panella“.