La compagnia del Balletto di San Pietroburgo al Metropolitan di Catania

“Lo Schiaccianoci”, incantevole fiaba fra ballerini russi e musiche immortali

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Domenica scorsa, al Teatro Metropolitan di Catania, evento organizzato dalla Fondazione Teatro Lirico Siciliano, la compagnia del Balletto di San Pietroburgo ha rinnovato le premesse della favola a lieto fine che è “Lo Schiaccianoci”, accompagnando il numeroso pubblico presente (sold out ogni ordine di posti, ndr) all’atmosfera di festa tipica del periodo. Albero di Natale e dolciumi, soldatini e topi cattivi, fiocchi di neve e fiori, principe azzurro e fatina, elementi imprescindibili di un balletto che è anche fiaba, nello spettacolo più rappresentato nel mondo durante le festività natalizie, che ha valorizzato al massimo il racconto di E. T. A. Hoffmann. Sul palcoscenico, nelle scene dei due atti, un fascino semplice cattura bimbi e adulti di ogni età, incantandoli; il Balletto russo, con la partecipazione dei due ballerini Andrey Yakhnyuk e Maria Repetieva, si riconferma proporzionato e gioioso, la splendida coreografia e le intramontabili musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, su libretto di Marius Petipa, appagano le aspettative di chi non vuole perdersi l’evento che annuncia il Natale.

Le incantevoli scenografie e i ricchi costumi aumentano il piacere di godersi ­l’Ou­ver­tu­re, per non parlare del fiabesco sce­na­rio della sera del­la Vi­gi­lia che “abbraccia” il pubblico con l’Entrée des parents, l’andirivieni dei nobili amici e dei figli ospiti del borgomastro Stahlbaum nel salone dove sfavilla l’albero di Natale. Il testimone dell’attenzione passa poi al giocattolaio Dros­sel­meyer, zio di Clara e Fritz, che distribuisce i tanto attesi doni ai ragazzini, intrattenendoli con giochi di prestigio, fino a quando, dopo il Tempo di Grossvater, tutti salutano e Cla­ra si addormenta. La piccola sogna un mondo dove tutto cresce a dismisura, dal salone, all’albero (che nella scenografia si ingigantisce salendo realmente di parecchi metri, sino a toccare il punto più alto del palcoscenico stesso), aigiocattoli.

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Un’invasione di topi disturba la sua quiete: comandati da Re Topo, i roditori ingaggiano una battaglia cruenta contro i soldatini di Fritz, che accorrono in difesa dello Schiaccianoci che Clara ha ricevuto in dono dallo zio. La suspense che ne deriva è avvincente, la tensione cresce nel pubblico, tutto partecipe della scena militare studiata e interpretata magistralmente da soldatini e topi che combattono senza risparmiarsi; avanzano in riga con i fucili, e a cavallo, gli uni, rispondono con gli assalti gli altri. Lo Schiaccianoci sconfigge il Re Topo, colpendolo, e si trasforma in un Principe, Clara lo segue nella notte di luna piena; insieme entrano in una foresta di abeti innevati, fino al Castello Magico sulla Montagna dei Dolciumi, proscenio della splendida chiusura dell’atto con il sublime Valzer dei Fiocchi di Neve, in cui i cristalli di ghiaccio cadono seguendo il tempo della danza e accompagnando Clara e il suo principe.

Nel secondo atto il bal­let­to pro­se­gue, intenso e consecutivamente, nella sfilata delle leccornie più gustose di tutto il mondo ordinata dalla Fata Confetto. Tutti i cortigiani, nei tipici ricercati costumi, animano le danze che danno vita al Divertissement più famoso e conosciuto delle opere di Čajkovskij; i ballerini spagnoli sono il simbolo della cioccolata, le danzatrici arabe interpretano Il caffé, i cinesi dai passi sincopati sono ovviamente Il tè. Poi i danzatori russi danno vita al tipico Trepak, molto applaudito, e ancora tre danzatori in abiti settecenteschi eseguono il Pas de Trois al suono dei flauti. Il prezioso “cofanetto” di danze culmina nel famosissimo Valzer dei Fiori, opera fra le più popolari di Čajkovskij. Coreografie e musiche, al pari del Pas de Deux che segue e al Valzer Finale e Apoteosi, sugellano insieme la stretta dipendenza le une dalle altre, e si fondono con grande armonia. Così, quando la Fata Confetto e il Principe si esibiscono nel Pas de deux composto di entrata, due variazioni e coda, una slitta riporta Clara verso la realtà. E’ nella “coda” il momento clou del balletto, con la posa spettacolare dell’arabesque, molto apprezzata e applaudita. Il balletto si conclude con il Valzer Finale, l’Apoteosi che saluta tutte le figure del divertissement, mentre Clara, fattosi giorno, si risveglia con in grembo il suo Schiaccianoci; la ragazzina lo abbraccia, felice di aver vissuto questo magico sogno di Natale.

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