La chiesetta ‘impacchettata’ da Vezzoli sequestrata prima del viaggio oltremare

Gioia Tauro – Sequestrata la “chiesetta impacchettata della discordia” di Vezzoli: “è un bene culturale locale e non va da nessuna parte!”

Chiesetta in un container…Avranno visto male? Direi proprio di no!

Chi mai avrebbe immaginato che aprendo dei container in partenza dal porto di Gioia Tauro si sarebbero trovati dei pezzi di una antica chiesa? Stiamo parlando della chiesetta di Montegiordano, smontata, impacchetta e pronta ad andare “oltre oceano”. L’operazione dei carabinieri del Patrimonio Tutela Culturale della Calabria, diretta dal maggiore Raffaele Giovinazzo, ha impedito che questi reperti lasciassero ‘illegalmente’ il suolo italiano. Certo la destinazione non era la villa di qualche facoltoso amante dell’arte come successo con tanti reperti archeologici e opere d’arte.

La Chiesa della Madonna del Carmine di Montegiordano, piccolo centro dello jonio cosentino (in provincia di Cosenza), costruita tra l’XI-XIII secolo,  “riedificata” negli anni ‘50, è stata ora smontata per emigrare all’estero, ma, grazie al cielo, prima di partire su una nave è stata sequestrata dai Carabinieri.

Sconsacrata, in forte stato di abbandono, il proprietario l’ha venduta on line.

Sarebbe stata installata nel prestigioso museo Moma Ps1 di New York, Museo d’Arte Moderna per antonomasia. L’idea è stata dell’artista bresciano Francesco Vezzoli, artista di spessore internazionale, che, tramite internet, ha acquistato da un privato il terreno su cui era stata costruita la chiesetta di fine ottocento, da tempo sconsacrata e abbandonata. Nelle scorse settimane l’artista è arrivato in Calabria e ha cominciato a “smontare la cappella” – togliendola dalla collina dove si trovava – con cura, pezzo dopo pezzo. L’ha imballata e trasferita a Gioia Tauro. Qui il prezioso ed originale carico era stato sistemato in ben 11 container, ma immediatamente sono scattate le indagini. La procura di Palmi, competente sul porto, ha emesso il provvedimento di sequestro e cosi i carabinieri sono entrati nello scalo, hanno individuato i container, hanno riscontrato che in effetti all’interno c’erano i pezzi della chiesa e hanno apposto i sigilli su ciò che rimaneva della chiesetta a Montegiordano. Il reato ipotizzato dal procuratore di Palmi è “tentata esportazione illecita di beni culturali”, a seguito di un esposto di un cittadino di Montegiordano: ‘la chiesetta è un bene culturale d’interesse locale’ – ha dichiarato.

Art.9 della Costituzione subito tirato in ballo, “per la conservazione dei monumenti e la tutela del paesaggio”. Ma, a fianco della nata protesta, si aggiunge subito un interrogativo: se quel rudere è davvero un bene culturale, come mai nessuno si era premurato di vincolarlo? A quale interesse locale ci si riferisce, se nessuno mai si era occupato di prendersene cura? L’interesse di Vezzoli, invece, si che l’avrebbe valorizzata, portandola in un museo che vanta circa 3 milioni di visitatori l’anno. L’artista, una volta ristrutturata, l’avrebbe poi riporta indietro, offrendo al Sud una vetrina senza eguali.

Intanto la Madonna del Carmelo di Montegiordano è finita sulle pagine del New York Times, invece che nelle sale espositive del museo d’arte moderna più famoso al mondo. Almeno per ora…! 

Smontare una chiesa in Calabria e ricostruirla a New York

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