“La badante” l’ultima fatica letteraria di Matteo Collura a Trecastagni

Un pubblico partecipe e caloroso nella suggestiva piazza Abate Ferrara.

È stato un viaggio letterario e culturale appassionante la presentazione del romanzo La Badante di Matteo Collura a Trecastagni il 17 agosto scorso. Nella suggestiva piazza Abate Ferrara, lo scrittore di origine siciliana, lombardo d’adozione, introdotto dalla professoressa Norma Viscusi, ha discusso della sua ultima fatica letteraria dialogando con il direttore del periodico l’Alba Pino Pesce.

A dare il benvenuto agli ospiti e al pubblico sono stati il sindaco Giovanni  Barbagallo e l’assessore alla cultura Maria Elena Donzuso. Il primo cittadino di Trecastagni ha sottolineato l’importanza degli eventi culturali e letterari per la promozione e la valorizzazione del territorio. Il legame tra letteratura e territorio è il punto di partenza per una riscoperta del nostro patrimonio artistico, basti pensare alla rievocazione della Catania Barocca di Federico De Roberto, ad Acitrezza, terra dei Malavoglia di Verga o a Girgenti (Agrigento) di Luigi Pirandello.

Lo stesso Matteo Collura in diverse opere ha indagato questo rapporto: da L’Isola senza ponte a Sicilia, Fabbrica del Mito.  Ne La badante, invece, i luoghi della vicenda hanno un’importanza marginale. Si riconosce una città italiana che potrebbe essere Roma, Milano o Catania, ma è inequivocabilmente nella contemporaneità che si staglia la storia
di Italo Gorini, un professore di Lettere ultraottantenne in pensione, vedovo e disabile con un figlio di trentacinque anni laureato e disoccupato. Italo vive accudito da una badante straniera di cui si innamora e accompagnato dalla presenza della sorella Maddalena e della cognata Giorgina.  Ma un colpo di scena (in realtà facilmente intuibile dopo la lettura delle prime pagine) esplode da un lontano passato e sconvolge i rapporti tra l’anziano invalido e la badante, mettendo in crisi i delicati equilibri dell’intera famiglia. 

La Badante è un romanzo che, partendo da una linea narrativa semplice sviluppa riflessioni profonde e ramificate.  Si rievoca un passato recente: gli anni ’70. Dopo la colonizzazione della Libia, nel primo Novecento, si apre una nuova età. Italo Gorini era figlio della quarta sponda: era naturale all’epoca pensare, da Italiani, che quel pezzo di terra, oltre il Mediterraneo, potesse essere sfruttato impunemente, salvo poi fare i conti con un certo Gheddafi. Ma si parla anche di un presente, in cui i figli e i nipoti di quella generazione vivono un’eterna adolescenza costretti all’immobilismo da una crisi e una disoccupazione che hanno tarpato desideri e ambizioni, come Desiderio, figlio trentacinquenne di Italo Gorini, laureato e disoccupato, arrivato quando “il banchetto ovvero il boom economico era già finito”.

Vi è una riflessione profonda ed articolata sulla famiglia, dal legame ambiguo tra Italo e la sorella Maddalena, rimasta nubile, forse per un amore eccessivo ed egoistico dei familiari, che aveva passato la vita ad accudire la madre ed ora il fratello,  ai nuovi scenari che si aprono con l’ingresso nel nuovo nucleo familiare della badante. Famiglie dominate dalla presenza di anziani che si fatica a percepire come tali, poiché l’allungarsi della vita porta ad una revisione della concezione delle varie fasi dell’esistenza. Infine, l’intero romanzo è percorso dal tema della felicità, si propugna il dovere dell’uomo ad essere felice, perché anche da una prospettiva laica la vita rimane sempre il dono più
grande, ma si afferma anche lucidamente che “La felicità ha un prezzo, e a pagarlo sono gli altri, specie quando la felicità viene raggiunta a spese loro”.

A scandagliare il romanzo con grande professionalità il professore Pino Pesce che ha, tra le altre cose, sottolineato l’importanza delle citazioni presenti nel testo  da Cioran a Tolstoj, emblemi di un nichilismo (specie nel primo) radicale, passando per il nostro Manzoni, suggeritore in particolare di acquerelli ritrattistici,  e dei dipinti che fanno da sfondo alla narrazione: L’attesa di Richard Oelze, C’est fini di Oscar Rex, L’isola dei morti di Arnold Böcklin e Pollice Verso di Jean-Leon Gérome. La professoressa Norma Viscusi ha, invece, evidenziato l’attualità dei personaggi della vicenda, in particolare di Maddalena, sorella nubile del professore Gorini, vittima forse di un amore eccessivo ed egoistico, e delle badanti spesso straniere a cui affidiamo la cura e l’assistenza degli anziani ma non sempre riservando loro la giusta considerazione.  La lettura di alcuni passi significativi del romanzo è stata realizzata dall’attore Mario Opinato con l’omaggio musicale del Maestro Chitarrista Daniele Ferlito.

 

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