L’11 agosto del 2014 ci lasciava Robin Williams

Robin Williams, ad un anno dalla scomparsa, vogliamo ricordarlo così

Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare...

Queste parole sono rimaste nella mente di molti di coloro che hanno visto, almeno una volta nella vita, il film “L’Attimo Fuggente“.

Il professore John Keating, colui che spronava i suoi alunni al “Carpe Diem” (cogli l’attimo), era interpretato da una delle icone americane del cinema: il poliedrico, istrionico e malinconico Robin Williams, che ci ha lasciato esattamente un anno fa, l’11 agosto del 2014, in un modo che nessuno immaginava. Sembra infatti che il famosissimo e amatissimo attore di Hoollywood si sia suicidato nella sua stessa casa a causa, si vocifera, di una grave depressione.

Chi non ricorda  il Peter Pan di “Hook -Capitano Uncino”? La simpatica e pasticciona Mrs. Doubtfire o Alan, l’eroe di Jumanji o il più recente “Una notte al museo”, dove Robert ha interpretato il Presidente Theodore Roosvelt?

Tutti personaggi che ci hanno sempre emozionato, divertito e che sono rimasti nel cuore di tutti gli spettatori di ogni età e nazione, che ancora si chiedono il perché di quell’incredibile gesto.

Ha sconvolto tutti la notizia della sua morte, dai colleghi ai familiari, dal pubblico ai fan più accaniti, perché Robin era così, entrava pian piano negli animi della gente, con i suoi penetranti occhi azzurri  e il suo modo di fare discreto e ironico.

Attore eclettico, capace di passare da un personaggio comico come  Mork della serie tv Mork e Mindy a quello del medico-pagliaccio Patch Adams ad, ancora, quello dello strano e profondo Henry Sagan “Parry” de “La leggenda del re pescatore” o il robot capace di provare sentimenti de “L’uomo bicentenario“, che hanno sempre ricevuto grande approvazione da parte del  pubblico e della critica.

Cosa spinse questo famosissimo attore a compiere l’estremo gesto ancora non è dato saperlo, anche se la moglie ha dichiarato che l’attore aveva da poco scoperto di essere affetto dal Morbo di Parkinson, sappiamo però che ha lasciato un terribile vuoto sulle scene di Hollywood. A noi però  piace pensarlo sulle nuvole a creare giochi come in “Toys” per far felici gli altri e a dispensare sorrisi salutando tutti a modo suo, esclamando “Nano, nano!”.

a Cognita Design production
Torna in alto