Intervista a Simona Tardi, storico d’arte palermitana

Chiacchierata riguardo le opere dei tre pittori protagonsiti della mostra alla Ex Real Fonderia di Palermo

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Palermitana di nascita la dottoressa vive e lavora  all’estero. Di recente ha collaborato con importanti eventi di cultura che si sono svolti a Palermo

 

A lei chiediamo un parere sulle opere dei tre pittori che di  recente hanno esposto alla Ex Real Fonderia a Palermo.La mostra dal titolo ” Angeli a Palermo tra arte sacra e spazi vitali consapevolezza dell’essere umani, tre pittori si raccontano”.

Protagonisti i pittori Titti Ferlisi, Gabriella Di Girolamo e Roberto Pizzo.

“Le pennellate fluide e la preponderanza di colori primari quali il rosso, il blu, il verde conferiscono alle opere di Titti Ferlisi un’aurea spirituale,  ed al contempo rimandano alle origini della vita umana attraverso l’ancestrale immagine della donna ” genetrix” ed il suo profondo  legame con la natura.

L’immagine della  donna può’ assumere diverse forme  intrise ora di elegante femminilità ora di spirituale religiosità. Sullo stesso tema ci offre un’interpretazione dal sapore mediterraneo Gabrielle Di Girolamo da un lato attraverso lo sguardo ipnotico di una Madonna nera con bambino dai grandi occhi a mandorla, che recuperano una lunga  tradizione iconografica orientalizzante, dall’altro attraverso il profumo del frutteto siciliano in cui è immersa una donna dal volto di porcellana. Roberto Pizzo ci offre invece una rappresentazione dell’essere umano nella sua  più umana, caduca, essenza di essere mortale, soggetto alla sofferenza tanto fisica che spirituale.

Il realismo con cui rappresenta la figura umana, una macchina esausta perennemente in funzione, contrasta con lo sfondo neutro dorato dalle reminiscenze bizantine, provocando nello spettatore smarrimento, sconcerto, ricordandogli i limiti terreni della propria condizione umana.”

Perchè ama così tanto l’arte?

“Il mondo senza l’arte non funzionerebbe.Rappresenta tutto ciò di cui un individuo ha bisogno per crescere e relazionarsi con la collettività: memoria storica, identità’ culturale e territoriale, strumento di riflessione, introspezione ed espressione di se’ e degli altri e, infine, strumento di comunicazione il tutto espresso attraverso il linguaggio primordiale e infantile di forme e colori.Cosa c’è di più straordinario!”

Chi o cosa l’ha portata a lavorare all’estero?

“Dopo aver studiato un anno in Spagna, ho deciso di stabilirmi a Valencia. Adoro questa città fin da subito mi sono sentita a casa. Valencia  per me è stata ed è tutt’ora, fonte di ispirazione. Ammiro l’attenzione con cui, in generale , le persone svolgono il proprio lavoro, con allegria e nel rispetto del prossimo. Valencia è una città ricca di eventi culturali, rappresentando un ambiente molto stimolante per la mia crescita professionale e personale e al tempo stesso mi piacerebbe conoscere nuove realtà, nuove culture, motivo per cui ho gia’ in programma un progetto che per scaramanzia non svelero’. Dirò soltanto che sara’ un progetto di diffusione culturale che mi permettera’ di riavvicinarmi all’Italia e di valorizzarne il patrimonio culturale”

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I suoi titoli quali sono? Ha ricevuto dei premi per il suo impegno nel mondo nell’arte?

“Sono dottoressa in beni culturali e in storia dell’arte. Il premio ricevuto in occasione della mia partecipazione  e all’intervento critico  che ho fatto  sulle opere dei maestri Ivan Spano ‘e  Carmelo Spinella presso la Ex Real Fonderia a Palermo nei mesi scorsi; evento organizzato dalla dottoressa Chiara Fici. Questo riconoscimento ha rappresentato un importante incipit della mia carriera lavorativa in campo storico artistico e spero di poter continuare a contribuire alla valorizzazione e diffusione di artisti  e oper di cosi’ grande valore”

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