Intervista a Sebastiano Cosimo Auteri, il raffinato fotografo catanese

Documentarista di “emozioni” premiato con attestato di merito alla carriera.

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Secondo lei Sebastiano quale è il confine tra fotografia e pittura?

“Ho sempre pensato, ideologicamente, alla fotografia e alla pittura come due arti ben distinte tra loro, metaforicamente due parallele che viaggiano sulle infinite possibilità della creazione. Pur potendo affermare che esiste un confine, dato dai diversi strumenti che pittore e fotografo utilizzano, è innegabile che spesso il risultato finale di un’opera non è definito…alcuni scatti sembrano dipinti e viceversa. Se dovessimo dare un nome a questa assenza di confine, probabilmente, sarebbe: Iperrealismo. Ancor prima della nascita di questa corrente, la pittura di Caravaggio ci ha mostrato come la realtà, attraverso la luce, può essere viva con la pittura; così come il vedutismo ci ha raccontato paesaggi che ricordano la pittura. Il rapporto con il presente risiede nell’epoca della tecnologia dove i pixels la fanno da padrone e, nel talento artistico di ogni individuo”.

Ci parli del suo reportage in Sierra Leone ed in Perù?

“Sono stato in Sierra Leone per un incarico di lavoro e precisamente per la consegna tecnica di due macchine movimento terra, ciò mi ha permesso di venire in contatto con le persone del luogo e di conoscerle più intimamente, e sempre in ambito lavorativo ho formato competenze per un progetto umanitario arduo e di grande valore. La Sierra Leone è uno dei paesi del quarto mondo, un paese martoriato dalla guerra civile e poi decimato dall’Ebola è uno dei 10 paesi più poveri della terra, ma pieno di una grande forza di rinascita, che sta vivendo una nuova Genesi. Coinvolto emotivamente ho compreso come il progetto di cui, anche in modo marginale, sono stato partecipe andava documentato, in modo particolare in ciò che ho vissuto con stupore, attraverso i miei scatti fotografici cercando di trasmettere attraverso le foto quello che per me oggi è la vera Africa, un mondo diverso da quello che conosciamo attraverso i media. l reportage “ MunayPerù ” è stato realizzato nel 2004 frutto di un viaggio di piacere. Folgorato dalla luce propria del Perù in modo inconsapevole prelude quello che attraverso questo viaggio sarà, successivamente, l’incontro con il mio primo maestro spirituale. Il linguaggio comune, utilizzato in questo viaggio, della fotografia mi permette l’avvicinamento e la conoscenza di questo popolo, cercando di esplorare la bellezza interiore, come anche nei paesaggi Andini dalla bellezza mozza fiato e la scoperta della affascinante cultura Inca nasce il reportage “Munay Perù “ (Amare Perù). Successivamente tutto ciò sarà la mia personale chiave d’accesso all’incontro con Don Juàn Nuzed del Prado (Accademico di Antropologia nell’Università Peruviana), dandomi l’iniziazione Andina, denominata Karpay Ayni,  è una pratica che permette il superamento della comune soglia coscienziale umana aprendo le porte all’incontro e alla comunicazione dell’uomo con la terra e col cosmo….fortificandomi la volontà e l’intenzione”.

Fotografare perché?

“Più volte mi sono chiesto questa domanda e ogni volta mi riporta nell’attimo in cui io mi accingo a scattare una foto il mio occhio fisico da spazio agli occhi della mia anima per esprimere me stesso, le mie emozioni, i miei sentimenti. La mia multiversa e sensibile interiorità in sintonia con le mie emozioni e con i drammi umani mi porta a scattare foto di una estesa sensibilità fenomenica tale da evocare il genere del reportage umanista ed esprimermi anche con la foto/pittura a ciò che più mi suscita stupore e meraviglia!”.

Di tutte le mostre fotografiche che ha fatto quale è stata quella che più l’ha soddisfatta e perché?

“Rivedendo il mio passato non posso che indicare la mia ultima mostra “Nuova Genesi Sierra Leone”, anche se risale al 2018 a tutt’oggi continuo a ricevere consensi! Sono soddisfatto perché è nata senza alcun progetto, e senza pretese. Quando sono partito dall’Italia per andare a Makeni mi sono portato un solo corpo macchina ed un solo obiettivo con la consapevolezza che molto probabilmente non sarebbero ritornati a casa il viaggio in Sierra Leone era puramente lavorativo. Ho vissuto un’esperienza dura, ma molto dura ma alla fine dirti eccezionale è poco. Vivere un’esperienza lavorativa dove in questo caso l’immigrato ero io al fianco dei Sierraleonesi e poter trasmettere le mie conoscenze a piene mani era come dare dell’acqua a delle piante assetate. Le foto sono testimonianza di una realtà possibile quella che adesso si prospetta in Sierra Leone, e grazie al sostegno di organizzazioni, per cui ho lavorato, non governative come la Onlus Italiana, La Saint Lawrence Foudation, il paese vive una vera e propria rinascita. Il continuo movimento e la loro laboriosità mi hanno aperto la mente nel realizzare e concretizzare questa mostra dove ho potuto trasmettere ai fruitori la mia idea di vedutista dell’anima che si concretizza anche con la foto/pittura esaltando un mix di tecnica, bellezza interiore e spontaneità dell’essere umano, affinché le persone che osservano le mie foto possano avere una percezione modificata del mondo in cui viviamo. Oltre i premi ricevuti e le numerose apparizioni Nuova Genesi Sierra Leone mi ha permesso con immenso piacere di partecipare alla “Settimana delle Culture” ottava edizione 2019, nel prestigioso Palazzo Sant’Elia  di Palermo”.

Le fotografie sono magiche perché permettono di rivivere momenti ogni volta che si vuole per questo è importante affidarsi a una persona che sappia raccontare?

“Indubbiamente è importante affidarsi ad un professionista specializzato nel campo della fotografia non si ci può inventare artisti dall’oggi a domani e mettere in repentaglio scatti che per il committente saranno unici e irripetibili. Senza alcun dubbio è il background di un professionista che fa la differenza e assicurare la magia di rivivere le stesse emozioni guardando le immagini di quell’evento”. 

Esiste uno stile fotografico?

“Senz’altro sì ! Lo stile fotografico identifica ogni artista come una sorta di DNA , è il modo personale di fare fotografia che ne riflette molti aspetti e sono proprio questi che lo differenziano fanno parte dello stile personale ed è la magia di un vero mix che partano dalle influenze artistiche avute, luce, tecnica, composizione, genere fotografico ed infine post produzione”.

Cosa vuole esprimere con le sue foto? Che messaggi vuole dare?

“Utilizzo la fotografia per attingere la passione che ho nell’anima e cambiare i limiti che conosco della creatività, imposti dai costumi e dai valori sociali. In sintesi non posso che dirti il significato ultimo dei miei lavori ed il messaggio è quello di far emergere la bellezza interiore e spontanea dell’essere umano e dai luoghi da me istoriati affinché le persone che osservano le mie foto possano avere una percezione modificata del mondo in cui viviamo”.

Sebastiano oltre ad ammirare stupefatti i suoi scatti frutto del suo talento l’ammiriamo anche per il suo generoso cuore. Infatti, di recente, lei ha donato alcune sue  foto in un’asta di beneficenza per raccogliere dei fondi per la croce rossa?

“Quest’anno per via della pandemia Covid-19 in corso, ho voluto partecipare a diverse raccolte fondi che mi si sono presentate, dove partecipando con la mia arte ho potuto contribuire fattivamente. Le foto donate sono: Veli_2018 20×30, foto in carta fine art,  foto/pittura , (ritratto di donna). La Ginestra dell’Etna_2018, 20×30, foto in carta fine art, paesaggio. Veleggiata di Sant’Agata_2020, 30×40, foto in carta fine art, foto/pittura, (paesaggio marino ). Le foto sono visibili nei cataloghi pubblicati su internet. Ho partecipato alla campagna raccolta fondi, donando due opere alla “Mediterraneum Collection”, Centodieci fotografie per l’emergenza COVID-19 in Sicilia. Sono stati raccolti £ 3.700,00 corrisposti a cittadini meno abbienti del territorio Catanese in particolare difficoltà. Attraverso “CATANIAAIUTACATANIA”, con il supporto del Comune di Catania e la collaborazione del Banco Alimentare, con la consegna di buoni e pacchi spesa contenenti generi alimentari di prima necessità. Inoltre ho partecipato alla raccolta fondi promossa dalla MEDITERRANEUM Associazione Culturale, #ILTEMPODELLAGENTILEZZA# destinata alla Croce Rossa Italiana_ Comitato di Catania. “ La Fotografia d’Autore per l’emergenza COVID-19 in Sicilia. Grazie all’Ing. Vittorio Graziano, presidente dall’Associazione, ha devoluto la donazione al Comitato CRI di Catania rappresentato da Stefano Principato per far fronte all’emergenza COVID-19. Grazie a tutti i volontari, CRI, sono stati devoluti i proventi come sopra. Infine ho partecipato alla raccolta fondi a favore dell’Associazione Culturale GAMMAZITA di Catania, la quale ha indetto un’Asta di Beneficenza “L’Arte della Resistenza”. L’Intero ricavato, in collaborazione con le Brigate volontarie per l’emergenza, è stato devoluto agli abitanti a rischio povertà a causa del COVID-19. La foto allegata dal titolo, Amore-Contro-Morte-Covid19-Wars_2020, è la foto che è stata premiata con l’ attestato di merito alla carriera, per l’originale surrealismo applicato alla foto-reportage,  quest’anno al Certamen Artistico Internazionale sulle  Grandi Cattedrali.  L’arte per la vita. Catalogo virtuale “Amore contro Morte”, sulla pandemia 2020, a cura di Luz Culural e Arts Directs”.

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